Fabrizio Carcano

L’Atalanta campione d’Europa? Perché no?
A domandarselo, a bassa voce, tra gli addetti ai lavori, quelli che ne capiscono davvero perché vedono da vicino le dinamiche del campo, degli spogliatoi, del mercato ecc, sono sempre di più. E molti di loro stanno scommettendo sulla Dea. Per la finale di Istanbul e per la premiazione finale all’Ataturk Stadium la notte del 29 agosto.

Non è fantacalcio. Non può esserlo quando arrivi ai quarti di finale e statisticamente hai già il 12,5% di possibilità di aggiudicarti il trofeo più ambito da ogni club europeo. Non può esserlo in una Champions anomala, con la favorita Liverpool già fuori, con Chelsea e Real Madrid quasi eliminate, con la Juventus che rischia.

E con una serie di fattori da considerare. 
L’Atalanta, come le altre italiane, arriverà ad agosto al top della condizione, dopo tredici giornate di campionato condensate in sette settimane. Per farci capire la condizione sarà quella di novembre o dicembre: andate a vedere da quando c’è Gian Piero Gasperini come ha giocato la Dea, e quanti punti ha fatto, tra novembre e dicembre di ogni anno. Una media da scudetto. Semplicemente perché il lavoro atletico fatto a Zingonia porta i giocatori ad ingranare dopo una manciata di partite e ad arrivare al top dopo una dozzina di gare ufficiali.

Metteteci poi la motivazione per chi rappresenta Bergamo e ha vissuto a Bergamo durante il mese di marzo: chiaro che Gomez e compagni avranno una marcia mentale in più.

E poi guardate il tabellone. Le due tedesche, Bayern Monaco (deve mantenere il 3-0 conquistato a febbraio a Londra con un Chelsea demotivato) e Lipsia, arriveranno ad agosto dopo sette settimane di inattività perché la Bundesliga termina a fine giugno: impossibile mantenere una condizione atletica e mentale ad alto livello dopo uno stop così lungo. Va anche peggio al Paris St Germain fermo dai primi di marzo per via dello stop del campionato francese: stesso discorso se il Lione nel recupero degli ottavi a Torino riuscisse a difendere l’1-0 dell’andata contro la Juventus, ovviamente strafavorita sui francesi. Praticamente già mezzo tabellone sembra out.

E infine il Manchester City, che arriverebbe con una situazione societaria difficile, con il rischio di dover liberare tutti i gioielli per via del rosso del bilancio societario. Molti grandi club europei hanno già iniziato a banchettare con i bocconi prelibati dei Citizens che saranno condizionati dal mercato e dagli addii annunciati.

Certo restano Atletico Madrid, probabilmente il Barcellona che dovrebbe eliminare il Napoli e appunto probabilmente la Juventus. 
Ma nessuna di loro ad agosto correrà come la Dea.

Per cui dopo la musichetta della Champions perché non puntare all’Ataturk ad un’altra musichetta, quella immortale dei Queen: ‘We are the Champions’. Del resto al raduno nerazzurro lo scorso luglio al Gewiss Stadium la squadra era entrata accompagnata proprio dalle note dei Queen… non sarà mica una coindicenza, no?