Cagliari – Atalanta 2-1 (1-1)
CAGLIARI (4-3-2-1): Scuffet 6; Nandez 6,5 (34′ st Zappa sv), Mina 7, Dossena 7, Augello 7 (34′ st Azzi 6); Sulemana 7, Deiola (cap.) 7 (40′ st Wieteska sv), Makoumbou 6; Oristanio 6, Gaetano 7 (34′ st Viola 7); Shomurodov 6,5 (21′ st Luvumbo 7,5). A disp.: 1 Radunovic, 18 Aresti; 17 Hatzidiakos, 33 Obert, 99 Di Pardo, 18 Prati, 21 Jankto, 9 Lapadula, 34 Mutandwa. All.: Claudio Ranieri 7.
ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi 6; Toloi (cap.) 4,5, Djimsiti 5,5, Kolasinac 6; Hateboer 5 (1′ st Bakker 5,5, 41′ st Ruggeri sv), Ederson 6, De Roon 6, Zappacosta 5,5 (21′ st Holm 6); Koopmeiners 5,5 (10′ st De Ketelaere 5); Scamacca 6,5 (10′ st Touré 5,5), Lookman 6,5. A disp.: 1 Musso, 31 Rossi; 4 Hien, 43 Bonfanti, 25 Adopo, 8 Pasalic, 59 Miranchuk. All.: Gian Piero Gasperini 5.
Arbitro: Rapuano di Rimini 6,5 (Bindoni di Venezia, Tegoni di Milano; IV Marinelli di Tivoli. V.A.R. Pairetto di Nichelino, A.V.A.R. Maresca di Napoli.
RETI: 13′ pt Scamacca (A), 42′ pt Augello (C), 43′ st Viola (C).
Note: mezza sera calda e serena, spettatori 16.342. Ammoniti De Roon, Zappacosta e Deiola per gioco scorretto, Nandez per proteste, Toloi e Luvumbo per reciproche scorrettezze. Occasioni da gol 10-6, tiri totali 11-7, parati 1-1, respinti/deviati 4-2. Var: 2 (check: goal 1, penalty 1). Corner 4-4, recupero 2′ e 6′.

Cagliari – Il tocco sotto d’esterno di Scamacca che apre lo score e viene levato dalla mischia, il pari a tradimento verso l’intervallo del bergamasco Augello (scuola Ponte San Pietro) e la beffa di Viola, il gigante al contrario (Nicolas, fratello dell’ex AlbinoLeffe Alessio, aria di derby per la proprietà transitiva) che stacca (Toloi dove sei?) sull’ultimo pallone a rientrare di Luvumbo. Breve storia triste del decimo ko in campionato dell’Atalanta, che all’Unipol Domus regala 3 punti salvezza al Cagliari rischiando di perdere il treno del quinto posto, l’ultimo buono per la Champions: la Roma va a più 5 seppur con una gara in più, quella che Gasperini e i suoi devono recuperare con la Fiorentina a questo punto a giochi fatti o giù di lì. Un pessimo viatico che conferma un momento di flessione, seguito alla semifinale d’andata di Coppa Italia persa fortunosamente di corto muso mercoledì a Firenze. Mercoledì si vola a Liverpool per l’andata dei quarti di finale di Europa League: il rischio è di compromettere qualunque obiettivo entro fine aprile.
Davvero non commendevole l’essere andati in difficoltà anche contro la pericolante sarda, che alla mezzora si risistema a tre dietro costringendo il tecnico ospite a correre ai ripari con un tridente che non funziona nemmeno con le sostituzioni. Touré, considerato da lui stesso un esperimento, s’è mosso molto, vedendo la porta una volta sola. Lookman, al contrario, costretto a stare tra le linee perché RoboKoop floppa la seconda volta di fila: l’unico a vedere il gioco, fino a sfiancarsi nel ruolo di smistatore di palloni in avanti. Al 6′ via alle danze con Ederson a sparare alto di un amen dal limite su apertura di Lookman rifinita dal velo di tacco di Scamacca. Il pressing dell’attacco nerazzurro disturba anche tocchi all’indietro e rinvii, vedi Mina-Scuffet con rinvio da flipper non certo risolto dal tiraccio di alleggerimento di Toloi al decimo. Poco più tardi il calcanhar de ouro è di Shomurodov per Gaetano, anticipato e chiuso da Djimsiti. Spazio allo sviluppo in verticale da De Roon a Koopmeiners per il nigeriano che dal lato accompagna il taglio del vantaggio dell’ariete di Fidene. Superato il ventesimo, calma piatta destinata a essere solo solleticata da Ederson, chiamato alla virata a mancina da Zappacosta, perché il brasiliano s’incarta da sé. I bergamaschi verticalizzano poco, ma quando lo fanno hanno sempre la chance di affondare il colpo, come al 26′, quando ‘Mola sgancia frettolosamente il sinistro allargando la traiettoria apertaglia dall’inserimento della diga olandese imbeccata dal connazionale col cervello e il piede a sinistra. Lo spazio improvvisamente si spalanca in mezzo per Sulemana, fresco reduce dal pari casalingo da ex al Verona, che prova la botta a un metro e mezzo dalla lunetta, decentrato leggeramente verso destra: Djimsiti gioca di sponda col corner.
Il brivido lungo la schiena dice trentatré col contatto Hateboer-Mina, ma senza bisogno del check si capiva lontano un miglio che sul cross di Nandez è il difensore colombiano a provarci alla grande provocando un contatto minimo e non certo voluto dall’olandese volante. Nove snifonie cronometriche più tardi, però, il patatrac stonatissimo: l’italobrasiliano, preferito a Hien per il ritorno del nazionale albanese da perno, lascia scoperta la zona per fare la diagonale sull’assistman, nessuno fa diga sul la da rifinitore dell’accentrato Gaetano e l’uzbeko in sterzata sul mancino può porgerla all’esterno sinistro orobico che la schiaffa centralmente in porta a mezz’altezza pressoché indisturbato. Anche Hateboer, nell’occasione, sembra latitare.
Tutto da rifare, con qualche rimostranza al 2′ di recupero, quando Dossena, ex di turno (giovanili) insieme al portiere di riserva Radunovic, spinge leggermente alle spalle Lookman per fargli perdere l’equilibrio sulla verticale del partner di linea. Urgono correttivi e scossoni nella ripresa, non soluzioni affrettate tipo la finta di tiro della punta più lunga per tentare il crossetto irraggiungibile da quella più corta subito dopo aver subìto il pareggio. Si ricomincia da Bakker per Hans con Zappacosta spostato a destra, ma stavolta è Scamacca a perdere colpi girandosi lentamente sull’invito del compagno di reparto (9′) fino a favorire il recupero del pareggiatore di casa. De Roon spende su Oristanio in contropiede il decimo cartellino che lo toglie dalla mischia lunedì 15 col Verona a Bergamo. Superato il quarto d’ora, ecco il botta e risposta tra Dossena, svettato imperfettamente dal terzo corner dei suoi, e Touré, che mastica centralmente la conclusione appena dentro l’area sull’asse De Ketelaere-Lookman dopo la rivoluzione gasperiniana dalla cintola in su. Toloi, pur in affanno perenne, evita guai da Gaetano sugli sviluppi di una situazione inattiva (18′). Sull’ex Napoli è invece Zappacosta, 200 partite in A di cui 110 atalantine, a sprecare l’ammonizione da squalifica. Al ventesimo su un rimpallo tra Gaetano e Kolasinac c’è pronto Oristanio per la chance fortunatamente smozzicata.
Ai nerazzurri manca sempre qualcosa per fare trentuno, vedi rilancio di Toloi per Touré che innesca con un tiro improbabile la carambola tra Sulemana e il fiammingo (23′) senza esito. Rafa la ributta dentro a casaccio dal vertice sinistro sul primo angolo di Ademola guadagnato da Holm (25′), il capitano riesce a farsi sanzionare per il malvezzo di spintonare Luvumbo che gli fa fallo. La combinazione tra gialli e cambi fa sì che fra’ Martino spalanchi le praterie ad Azzi, che però se l’allunga (36′) favorendo il rientro in copertura dell’ex Salernitana. La sesta in classifica soffre ancora a tratti, ad esempio sul sinistro di Luvumbo dal vertice opposto a 5′ dal 90′ respinta lateralmente da Carnesecchi. Quindi, il ko finale. Forse s’è cambiato troppo. Curiosità: era la centesima partita della diarchia Percassi-Pagliuca, che da quando ha rilevato insieme ai soci USA (più l’italiano Bassi) l’86% della controllante Dea srl ha assistito a 49 vittorie, 19 pareggi e con oggi 32 sconfitte.
Simone Fornoni