Si sprecano aggettivi per qualificare il campionato 2019-20 dell’Atalanta. Ma dati e cifre spiegano molto bene la stagione dei nerazzurri: 3 posto in classifica per la seconda volta consecutiva che significa un’altra partecipazione alla Champions, 78 punti di cui 40 in trasferta, 23 vittorie di cui 11 fuori casa, 98 gol realizzati, due volte 7 gol a partita, 6 una sola volta, 5 due volte e 4 due volte, 17 risultati utili consecutivi, 9 vittorie consecutive, una sola sconfitta fuori casa ma 5 in casa. Tre giocatori oltre i dieci gol. Zapata e Muriel 18 gol, Ilicic 15. Poi 9 gol a testa Gosens (il miglior difensore bomber) e Pasalic, 9 gol Malinovskyi e Gomez, quindi Djimsiti, Freuler e Palomino due gol a testa poi un gol per Castagne, De Roon, Toloi e Traore.
Avvio sprint – L’Atalanta, causa la ristrutturazione dello stadio, gioca le prime sei giornate lontano da Bergamo ottenendo quattro successi, un pari all’ultimo minuto in rimonta con la Fiorentina e una sconfitta (Torino). E’ terza in classifica alle spalle di Inter e Juventus. Il 6 ottobre l’inaugurazione del Gewiss Stadium col facile 3-1 sul Lecce.
Il secondo stop – I nerazzurri continuano la corsa anche se si ferma Zapata per un infortunio con la sua nazionale (tre mesi di assenza), un po’ sconsolati dopo il 3-3 con Lazio, nel primo tempo netto 3-0 sulla squadra di Inzaghi, poi esplode l’attacco col 7-1 all’Udinese, a Napoli 2-2 con polemiche quindi la seconda sconfitta casalinga ad opera del Cagliari con l’Atalanta in dieci per l’espulsione di Ilicic al 39’ del primo tempo.
0-0 a Marassi – L’Atalanta, reduce dall’1-1 con Manchester City, si presenta a Marassi in formazione rimaneggiata, anche stavolta squadra in 10 per l’espulsione (39’ p.t.) di Malinovskyi. Finisce 0-0. Si cerca il riscatto con la Juventus: primo tempo da favola poi nel finale vincono i bianconeri che recuperano il gol di Gosens. Poi due vittorie: 3-0 al Brescia e 3-2 col Verona.
L’unica sconfitta fuori casa – Dopo l’impresa di Kharkiv a Bologna arriva la prima e unica sconfitta in trasferta. Dopo gli errori di Pasalic e Malinovskyi in zona gol, i rossoblu hanno la meglio grazie ad uno strepitoso Palacio. Dopo sedici turni l’Atalanta è sesta con 28 punti mentre la Roma al quarto posto ha 32 punti.
Quarto posto – 5-0 al Milan, 5-0 al Parma, 1-1 a San Siro con l’Inter ma Muriel fallisce il 2-1 sbagliando un calcio di rigore al 45’ del secondo tempo. Termina il girone d’andata , l’Atalanta è quarta, 35 punti in coabitazione con la Roma ma in vantaggio con lo scontro diretto.
Girone di ritorno con stop – Si comincia male. Prima l’eliminazione dalla Coppa Italia ad opera della Fiorentina, poi l’inattesa sconfitta casalinga, vince la Spal, ultima in classifica. I nerazzurri si rifanno subito a Torino con un clamoroso 7-0 e lo spettacolare di Ilicic che da metà campo, su punizione, beffa Sirigu, poi il sofferto pari in casa col Genoa. Quindi il rilancio con i successi su Roma, Fiorentina e Lecce ( 7-2) e la qualificazione ai quarti di Champions con le due vittorie col Valencia. Il primo marzo il campionato si ferma. Sarà un lungo e drammatico stop. L’Atalanta è quarta (e con una partita in meno) con 45 punti, la Roma insegue a 42.
21 giugno 2020 – Alle 19.30 si ricomincia lasciando alle spalle mesi di sofferenza e dolore. L’Atalanta recupera con il Sassuolo e lo batte sonoramente (4-1). Con la 27 giornata tutte le squadre sono alla pari nelle partite giocate. Arriva la Lazio, avanti di undici punti, e i nerazzurri impongono la loro legge (3-2). Poi arrivano altre quattro vittorie. Si va a Torino: la Juve ha nove punti in più ma non si sa mai, la vittoria è a portata di mano ma il rigore di Ronaldo, al 45’ del secondo tempo, spegne i sogni di gloria. Ma il secondo posto non è una chimera. Tre vittorie e due pari e si arriva a sabato con lo spareggio per la poltrona d’onore. Vince nettamente l’Inter.
Gasperini – E’ il demiurgo di questa Atalanta. Sotto la sua guida tecnica i giocatori hanno una crescita infinita che permette loro stagioni strepitose (Muriel è un chiaro esempio). I suoi dettami tattici non sono il fine ma il mezzo per raggiungere i risultati. Gomez regista è un’intuizione geniale. Durante una partita, secondo l’andamento, modifica l’assetto della squadra. Se capita difende anche a cinque oppure toglie i difensori e inserisce attaccanti e centrocampisti, arretrando mediani (De Roon) o laterali (Gosens, Hateboer e Castagne). E poi i gol, tanti gol e altrettante azioni offensive con sei-sette atalantini, difensori compresi, nell’area avversaria.
Protagonisti – Praticamente tutti i giocatori della rosa. Non c’è un giocatore che abbia deluso. Certo Gomez, su tutti, ma anche Zapata e Ilicic (entrambi assenti per lungo tempo). Eppure non si possono dimenticare Gollini o Gosens, autore di ben 9 gol. E tutti gli altri non sono da meno dai recuperati Sportiello e Caldara fino a Sutalo e a tutti i giovani esordienti provenienti dalla Primavera, campione d’Italia. Insomma il collettivo.
Giacomo Mayer