Ricci o El Kaddouri, m’ama o non m’ama? Si gioca sul filo della margherita da sfogliare la corrispondenza d’amorosi sensi dell’Atalanta con l’ultima casella mancante del calciomercato, che sia il romano e romanista Federico, aletta mancina del ’94 protagonista (11 a referto) dell’incredibile exploit del neopromosso Crotone, oppure Omar lo snob con un rifiuto già all’attivo nei confronti di una piazza evidentemente poco saporita per il suo palato fine di napoletano relegato ai margini. Sta di fatto che a una settimana soltanto – si chiude alle 23 del 31 agosto – dalla fine dei soliti tormentoni estivi nell’ordine dell’andirivieni dalla porta girevole di un calcio più mercenario che mai, il responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori ha piazzato i suoi colpacci lavorando sottotraccia sulle ali di un tempismo degno di nota, tanto da riuscire a consegnare a Gian Piero Gasperini l’organico quasi al completo durante il ritiro, eccettuato quel Konko appena pescato dall’acquario degli svincolati.
Paloschi in primis, Spinazzola e Zukanovic in corso d’opera per puntellare fascia e difesa, il prestito cesenate di ritorno Kessié in cui il managament ha voluto credere fin da subito a dispetto dei vent’anni da compiere, quindi il duttilissimo ex laziale, pupillo del mister fin dalla Primavera della Juventus (Viareggio Cup 2003) e in seguito fra i Pitagorici e nel Genoa. In attesa del sospirato esterno offensivo, con l’ecuadoriano Cabezas, il Cobra di Lodi ha proiettato nel prossimo futuro il club nerazzurro, ma il suo vero capolavoro fin qui è essere riuscito a tenere le orecchie dei gioielli di famiglia al riparo dalle sirene delle big. Dopo le 14 milionate (al lordo del bonus) del Middlesbrough per de Roon, il sacrificio di Cigarini (Samp) era nell’ordine delle cose, essendo il reggiano alieno a un ambiente che avrebbe potuto lasciare a gennaio se non addirittura l’estate precedente e soprattutto alla rivoluzione tattica dell’ex tecnico del Grifone. Il prestito di Monachello al Bari, dal canto suo, ha risolto il problema dello sfoltimento di un reparto affollatissimo. È sul Papu Gomez e su Sportiello, tuttavia, che il dittì dagli occhi cerulei e la mascella volitiva sta giocando e vincendo la partita decisiva: i due sono plusvalenze con le scarpini ai piedi, eppure Lazio e Sassuolo (ultima offerta: 15 milioni al lordo dei bonus) per l’ala-fantasista recentemente naturalizzata italiana, nonché il Napoli per il portiere sfornato dal vivaio, a quanto pare hanno dovuto ammainare bandiera.
Sartori è una macchina da guerra capace di farsi scudo con le promesse di incedibilità proferite a piena bocca dalla Famiglia Percassi in toto, ma anche un operatore di mercato scafato e intelligente che conosce il terreno di caccia e il tariffario delle munizioni. Con lui giocare al rialzo, specie se si tratta di professionisti della pedata con la voglia matta addosso di spaccare il mondo (vedi anche Petagna, preso già in inverno dal Milan, solo passabile ad Ascoli e a segno alla prima), è un’impresa impossibile. Zukanovic, a titolo temporaneo, a giugno per 3 milioni e mezzo complessivi (quindi con un saldo di un paio circa) può rimanere, scongiurando un caso Paletta-bis. Alla stampa l’ex centravanti di riserva del Milan della stella e l’artefice del miracolo Chievo concede solo le verità che indizi e prove non hanno più il potere di negare, per il resto da buon Cobra alza la testa dalla cesta senza lasciarsi incantare dai colleghi di mestiere. Anzi, il più delle volte è lui a incantare loro: se Ricci arriverà in prestito oneroso con diritto di riscatto e controriscatto, ci sarà solo da spellarsi le mani. Sarebbe il ventiseiesimo “over” della lista: a partire sarà probabilmente Marilungo, gradito allo Spezia, o un difensore tra Stendardo e Brivio. Prepariamoci a sette giorni sette di passione.
Simone Fornoni