Atalanta – Inter 2-3 (1-1)
ATALANTA (4-2-3-1): Musso 5,5; Hateboer 5,5, Demiral 5,5 (23′ st Okoli 6), Palomino 6,5, Maehle 5,5; Ederson 6, Scalvini 6 (1′ st Malinovskyi 5,5); Koopmeiners 6,5, Pasalic 6 (38′ st Boga sv), Lookman 6,5; Zapata 6 (23′ st Hojlund 6). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 19 Djimsiti, 21 Zortea, 22 Ruggeri, 93 Soppy. All.: Gian Piero Gasperini 5,5.
INTER (3-5-2): Onana 6,5; Skriniar 6, De Vrij 5,5, Bastoni 6,5 (27′ st Acerbi 6); Dumfries 6,5 (27′ st Bellanova 5,5), Barella 6, Calhanoglu 6,5, Mkhitaryan 6 (35′ st Brozovic sv), Dimarco 7 (35′ st Gosens sv); Dzeko 7, Lautaro 6,5 (39′ st Correa sv). A disp.: 1 Handanovic, 21 Cordaz, 46 Zanotti, 5 Gagliardini, 14 Asllani, 45 Carboni. All.: Simone Inzaghi 6,5.
Arbitro: Chiffi di Padova 6,5 (Baccini di Conegliano, Colarossi di Roma 2; IV Manganiello di Pinerolo. V.A.R. Di Paolo di Avezzano, A.V.A.R. Muto di Torre Annunziata).
RETI: 24′ pt rig. Lookman (A), 36′ pt e 11′ st Dzeko (I), 16′ st aut. Palomino (I), 32′ st Palomino (A).
Note: primo pomeriggio soleggiato e tiepido, spettatori 19.353 per un incasso di 566.257,86 euro. Ammoniti De Vrij e Skriniar per gioco scorretto, Onana per ritardata rimessa in gioco. Tiri totali 18-14, nello specchio 7-3, parati 4-1, respinti/deviati 4-3. Var: 1. Corner 5-4, recupero 1′ e 6′.

Bergamo – L’eroe sbucato risbucato dal tunnel centra lo specchio due volte e la seconda è buona, ma non basta. Secondo ko di fila per l’Atalanta dopo la disfatta leccese figlia del maxi turnover, e non è che i supertitolari al cospetto dell’Inter ex pari classifica (ora 30 a 27) alle soglie della sosta per Qatar 2022 siano durati molto di più. Alle prime difficoltà il calo di tensione è evidente e alla fine non basta la rabbiosa voglia di riagguantare lo score. Se il vantaggio di Lookman al settimo sigillo è di rigore, il pari di Dzeko è una zampata di tacco favorita dalla sponda di Lautaro sul lancio di Calhanoglu e la rimonta ancora del doppiettista del primo pomeriggio bergamasco mal contrastato da Maehle sulla palla bassa dal fondo by Dimarco, l’affossamento definitivo purtroppo è l’autogollonzo di fronte piena dell’uomo rinato a nuova vita, che prova a risistemarla tuffandosi sull’angolo di Koopmeiners corretto dalla tempia di Pasalic.
Il ritorno in campo dell’assolto per doping Palomino a quasi 6 mesi dalla volta precedente (21 maggio, contro l’Empoli), causa lombalgia acuta di Toloi nel riscaldamento, è l’unica notizia di un confronto fin troppo attendista fino al botta e risposte tra Dimarco e un’assortita coppia di nerazzurri di casa. Se il primo s’avventa su una palla in apparenza già sepolta (rinvio diretto del portiere) al limite facendosi strozzare la conclusione bassa dal difensore tucumano (13′), Onana deve cucire un paio di pezze delle sue per chiudere il palo di competenza dall’assalto di Koopmeiners, sbucato un po’ defilato a destra sul cross da mancina di Pasalic, e sullo stesso non-dopato, arrampicatosi sopra Skriniar per la schiacciata di fronte respinta dal nemico grazie a un balzo felino (16′). L’angolo precisissimo è di Skriniar, l’episodio chiave l’entrata leggermente scomposta di De Vrij sul colombiano entro il lato sinistro dell’area: dal dischetto lo specialista infila la seconda specialità della serie appena sotto l’incrocio alla sinistra del francese coi guanti.
Al 33′ lo strepitoso José alza il muro addosso a Mkhitaryan, raggiunto dal pendolino meneghino, quindi l’acciuffo vagamente inaspettato per via di un forcing all’acqua di rose. Scollinato il quarantesimo l’anglo-nigeriano scivola sull’apertura murata del partner di linea lungo il contropiede dettato dal rilancio di Ederson, che due corsette cronometriche più tardi impedisce all’argentino là davanti di girarsi bene e centrare lo specchio in caduta. Nella ripresa rafforza offensivamente il 4-2-3-1 con Malinovskyi al posto di Scalvini e al 7′ il miracolato del Tna si fa sradicare la sfera dai piedi da Dumfries che però calcia alto. SuperMario imbecca il 91 di Cali, che pivotta su se stesso chiudendo male il piattone a pelo d’erba (8′), mentre di là al decimo è il turco dal 20 sulla schiena ad alzare la botta dal limite su scarico del pendolino olandese che ai Mondiali ha tagliato la strada ad Hateboer.
Qui, invece, è la Dea a investirsi sulle strisce da sola, incapace com’è di reagire, se non con la telefonata di Malinovskyi dal vertice destro (27′) per rispondere allo stacco sbagliato del 10 avversario una manciata di minuti prima. La new entry Hojlund sfiora il 3-3 alzando il capo sul pallone morbido di Maehle (36′). La combinazione Malinovskyi-Maehle-Lookman al novantesimo sfocia nella conclusione a giro alta e larga, la svettata di RoboKoop al 95′ è loffia. Il danese lo serve al bacio dopo un furibondo batti e ribatti, lui non sembra nemmeno troppo deciso. Scricchiolii in vista tra dirigenza e tecnico (vedi conferenza stampa della vigilia) con l’esultanza spenta nella strozza d Stephen Pagliuca in tribuna insieme ad Antonio Percassi?
Simone Fornoni