Mettiamola in questo modo: lo scudetto ormai è un sogno impossibile, il Real è un’ambizione non più improbabile, la finale di Coppa Italia è ad un passo. E allora, in questo momento, è giusto e sacrosanto puntare alla serata di gala del 19 maggio. Nel frattempo è opportuno battere il Napoli, un’impresa alla portata ma abbastanza complicata, causa lo zero a zero di una settimana fa.
Un po’ di storia. Nella stagione 1962-63 quando l’Atalanta conquistò la prima, e per ora unica, finale di Coppa Italia i nerazzurri, dopo aver superato Como, dopo i tempi supplementari, Catania e Padova eliminarono il Bari con un gol di Da Costa. Nel 1986-87 la formazione di Sonetti, dopo aver vinto il girone con Virescit, Messina, Palermo e Genoa, eliminarono il Brescia, la Casertana, il Parma e in semifinale la Cremonese, finale (andata e ritorno) con il Napoli di Maradona che vinse il trofeo. Nel 1995-96 i nerazzurri vinsero ai rigori con la Cremonese, poi il famoso 1-0 con la Juventus con il gol di Fabio Gallo a pochi minuti dal termine dei supplementari, quindi successi con Cagliari e con Bologna, finale con la Fiorentina che grazie ai gol di Batistuta (2) e di Amoruso vinse la Coppa Italia. Nell’era Gasperini sempre la Juventus tra i piedi: nel 16-17 fuori agli ottavi, nel 17-18 fuori in semifinale, finalmente nel 18-19 la svolta con il 3-0 grazie a Castagne e alla doppietta di Zapata e in semifinale il doppio confronto con la Fiorentina: 3-3 al Franchi e il 3-1 a Bergamo. Il resto si sa.
Stavolta l’attualità è un po’ diversa perché i nerazzurri devono vincere, non è possibile un altro risultato mentre al Napoli basta il pari con almeno una rete. Torniamo all’attualità. Lo scorso week-end ha portato un po’ di sofferenza tra Bergamo e Napoli. I nerazzurri , dopo aver maramaldeggiato il Toro segnando tre gol in venti minuti, si sono rilassati fin troppo facendosi rimontare e rischiando perfino di perdere e hanno buttato al vento due punti che avrebbero permesso loro un comodo quarto posto in compagnia delle romane, tante polemiche in meno e un tranquillo approccio alla partita. Il Napoli ha addirittura perso a Marassi, subendo una doppietta da Pandev nei primi ventisei minuti del primo tempo e non riuscendo più la rimonta. E in riva al golfo spira una brutta aria da qualche settimana. Tant’è vero che per Gattuso questa partita e quella con la Juve valgono una difficile permanenza sulla panca dei partenopei. Nei vicoli dei Quartieri Spagnoli non tutti la pensano come il club azzurro: obiettivo Champions, snobbando, la coppa. Ma sarà vero? L’Atalanta è lontanissima mille miglia da questi problemi perché l’improvvido relax di sabato pomeriggio è frutto più che altro di stanchezza e di concentrazione dopo aver già giocato ben trenta partite. Certo i nerazzurri hanno buttato al vento qualche occasione di troppo, non solo di collezionare punti preziosi ma anche di mandare palloni nella rete avversaria. E, infatti, il difetto principale dello zero a zero di Napoli è proprio questo: gol sciupati nel vento. Sarà, comunque, come giocare a scacchi. Mosse e contromosse anche se Gattuso tornerà al 4-3-3 per poi giocarsela in contropiede. Gasperini, invece, dovrebbe presentare la stessa formazione che ha giocato al Diego Armando Maradona con la sola eccezione di Romero, squalificato, sostituito da Palomino. Ma aspettiamoci sorprese fino a quando La Penna fischierà il calcio d’inizio.
Giacomo Mayer