Atalanta – Udinese 0-1 (0-1)
ATALANTA (3-5-2): Merelli 6; Messina 5 (8′ st Tentoni 6), Kresic 5,5, Kessie 6,5; Mora 6 (19′ st Castellano 6), Marchini 6, Cavagna (cap.) 6, La Vigna 6, Ranieri 6; Tulissi 6,5, Parigi 5 (30′ st Lunetta 6). A disp.: Turrin, Di Giovanni, Gatti, Kecskes, Boffelli, Kalermo, Susnjara. All.: Valter Bonacina 6.
UDINESE (4-3-2-1): Meret 6; Caronte 7, Guizzo 6,5, Bochniewicz (cap.) 7, Zossi 6; Magnino 6,5, Pontisso 6,5, Jankto 7,5; Vutov 7,5 (42′ st Puntar sv), Matic 6,5 (39′ st Garmendia sv); Prtajin 7. A disp.: Radikon, Francescutti, Bonilla, Borgobello, Franchetto, Maghzaoui, D’Odorico, Armenakas. All.: Luca Mattiussi 7.
Arbitro: Prontera di Bologna 6 (Loni di Cagliari, Gleison Marques di Saronno).
RETI: 25′ pt Prtajin (U).
Note: mattinata uggiosa, spettatori 150. Ammoniti Vutov e Cavagna. Corner 10-5; recupero 0′ e 4′.

ZINGONIA – Un golletto sull’unghia concessa all’avversario e per l’Atalanta Primavera torna improvvisamente l’inverno. Di quelli rigidi e nevosi, con una montagna di ghiaccio a seppellire forse irrimediabilmente il sogno dei playoff al culmine di una stagione in saliscendi. Il ko domenicale con l’Udinese a due giornate dal gong fa riemergere l’antica inconcludenza sprofondando la truppa al sesto posto, ferma al palo dei 38 punti accumulati prima della sosta, dietro la strana coppia tra i friulani e il Cesena (40, reti bianche a Interello con la capolista) e superata anche dal redivivo Chievo (39, tris al Pescara).
È la terza sconfitta casalinga, dopo quelle patite con le milanesi, e la prima dell’intero girone di ritorno. Un campanello d’allarme che è una zappata sui piedi, perché i bianconeri hanno anche gli scontri diretti a favore. Le prodezze anti Brescia ed Hellas sono lontane, nonostante un buon avvio con il triangolo Parigi-Tulissi stoppato sulla riga di fondo da un “mani” di Guizzo (2′) e l’iniziativa dall’estrema di Mora per il destrino di Parigi (4′) poco oltre il vertice destro, in bocca a Meret. Se i cambi di fronte e l’uso delle fasce sembrano okappa, i problemi si chiamano verticalizzazioni e contrasti, mentre l’Udin prende le misure: al 5′ il duttile Jankto si allarga a sinistra e la tocca all’indietro per la staffilata di Vutov che non spaventa Merelli. E al 25′, sugli sviluppi di un piazzato dalla trequarti sinistra del metronomo Pontisso, Messina perde di vista Prtajin quel tanto che basta al croato (viene dallo Zagreb al pari del centralone atalantino Kresic) per infilare il vantaggio di tempia. La reazione dei Cina-boys è rabbiosa (sette angoli in un tempo solo) quanto imprecisa: tra 27′ e 28′ Tulissi (incartatosi sul servizio di Mora) e Kresic (che si ostacola con Kessie calciando fuori) non affondano il colpo, al 38′ Marchini strozza la girata in piena area sul cross di La Vigna consentendo al portiere nemico il salvataggio in corner.
Nella ripresa l’ex mediano di Cenate vira a quattro dietro con il cambio Tentoni-Messina, a cinque minuti di distanza dal pericolo friulano con Merelli ad alzare il guantone sul lob a botta sicura di Jankto, inseritosi nelle praterie aperte da una palla persa di Messina. Si rischia anche sul piattone alto di Guizzo, servito dall’out sinistro da Vutov al 9′, e la risposta bergamasca per quanto in stile assedio a Fort Alamo non convince. Al 12′ Tentoni ha il torto di impattare di stinco il traversone di Marchini e al 18′ la punizione a giro di Tulissi fa la barba all’incrocio, ma è l’undici di Mattiussi ad andare vicino alla bocca del lupo: al 34′ un’azione corale traghettata da Caronte propizia la traversa piena della boa-goleador ospite con una mezza mossa dello scorpione. Gli ultimi sussulti vivono sul filo degli episodi casuali, il tocco di Ranieri a lato (41′) sul calcio franco a due Tulissi-Kresic e l’assalto in extremis dall’area piccola di Lunetta per il destro ciccato dallo stopper. A Pescara e contro il Cagliari serve il bottino pieno, ma a preoccupare è soprattutto il calendario, favorevolissimo alle concorrenti: il Cesena si troverà di fronte gli sparring partner Perugia e Lanciano; gli alfieri del profondo Nordest avranno gli stessi abruzzesi e il Cittadella extra moenia, mentre il Chievo lascia qualche speranziella dovendo andare a Brescia per poi incontrare il Milan a Sommacampagna.
Simone Fornoni