Atalanta – Juventus 5-0 (1-0)
ATALANTA (4-3-3): Ndiaye; Bergonzi, Okoli, Guth, Brogni (34′ st Ghislandi); Gyabuaa (25′ st Panada), Da Riva, Cortinovis (40′ st Milani); Traore (25′ st Piccoli), Colley, Cambiaghi (cap., 35′ st Bertini). A disp.: Gelmi, Ruggeri, Finardi, Signori, Ghisleni, Italeng. All.: Massimo Brambilla.
JUVENTUS (4-3-1-2): Garofani 6; Leo 5,5, Dragusin 5, Gozzi 5, Anzolin (cap.) 5,5; Tongya 6 (1′ st Ranocchia 5), Ahamada 6 (31′ st Francofonte 5,5), Fagioli 6,5 (17′ st Leone 5); Abou 6 (17′ st Sekulov 6); Sene 6, Stoppa 5,5 (17′ st Da Graca 5,5). A disp.: Senko, Riccio, Verduci, De Winter, Cerri. All.: Lamberto Zauli 5,5.
Arbitro: Luciani di Roma-1 7 (Carrelli di Campobasso, Miniutti di Maniago).
RETI: 21′ pt Colley (A), 10′ st Gyabuaa (A), 14′ st Da Riva (A), 16′ st Traore (A), 38′ st Colley (A).
Note: mattinata coperta, spettatori 250. Ammonito Leo per gioco scorretto. Corner 5-7, recupero 0′ e 2′.

Zingonia – Seconda giornata, e al terno sulla ruota di Bogliasco (3-2) segue la cinquina su quella di Zingonia. Quando si dice le mosse giuste, a partire dall’apripista che al pari dell’illustre sostituto aveva fatto polpette della Samp alla prima. Si parte con Colley falso nueve al posto dell’ariete Piccoli e indovina chi la mette per spianare la strada? Ma che qualità, la Primavera dell’Atalanta, nello stanare la Juventus in una manciata di minuti per poi comandare le operazioni in un confronto ostico come da previsioni soltanto per una metà. Perché l’altra è un dominio assoluto.
La manovra da terzo a terzo davanti produce subito (2′) il destro alto al volo di Traore da posizione leggermente defilata, mentre la replica dei bianconeri in biancorosso è nel doppio conato da fuori di Fagioli, prima frustrato dalla deviazione di Okoli (6′) sugli sviluppi del lavoro da destra di Abou e quindi frenato dal tuffo di Ndiaye sulla seconda palla concessa dal corner. La Baby Dea, però, una volta prese le misure cuce sulla sfida l’abito che più le aggrada. All’8′ filtrante del 2002 ivoriano per il gambiano, che contrastato da Dragusin non gira bene la sfera a tutto pro di Garofano, mentre Guth borseggia Stoppa sganciando una loffia dalla grande distanza; passa un’ulteriore decina cronometrica e le prove generali Cambiaghi le fa servendo dalla sua zolla Cortinovis, bravo a girarsi sul mancino ma non a tenere bassa la traiettoria. Il capitano, in capo a un tris, s’abbassa alle soglie della trequarti ed ecco il lancio in verticale che consente al connazionale di Barrow d’infilarsi tra le linee appoggiando il piattone lungo il primo palo.
L’avversaria, comunque, è tutt’altro che stesa. Al 32′ la reazione d’orgoglio, con Amahada a innescare Sene, che resiste alla carica del mastino brasiliano chiamando Ndiaye alla difesa del legno di competenza. A 11 dalla pausa lo scavetto di Fagioli per Tongya: ancora il portiere senegalese attento, stavolta ad alzarla oltre il montante. Al 40′ Cambiaghi calcia in corsa dalla destra dell’area facendo vibrare l’incrocio in asse con Gyabuaa. Al rientro sul campo 2 del Centro Bortolotti, dieci giri di lancetta e anche l’ex Parma può apporre il sigillo, tagliando stupendamente di testa sottomisura dopo aver acceso la miccia da cambio di fronte Cortinovis-Colley-Traore con cross decisivo di Bergonzi. Appena più tardi secondo palo della domenica, by Cortinovis, segno che Madama è una ragazzina sottoposta a una corte spietata. E alla fine cede di schianto. Al 13′ Garofani abbassa la serranda addosso a Colley, trovato da Traore, ma a ruota Da Riva svetta in torsione correggendo nel sacco l’angolo da sinistra di Brogni. Al 16′ il poker è il sinistro di Traore in combinazione con la mezzala bergamasca. Al 28′ il capitano ottiene solo il secondo palo personale, terzo in tutto; alla mezzora Sene (palla da sinistra di Anzolin smanacciata dall’estremo orobico) si fa sbarrare il passo dal cuore della retroguardia atalantina. A 7 dal 90′ la manita in faccia al nemico: Bertini pesca Cortinovis, palo interno e tap-in di Ebrima. Se in Youth League la fisicità è un ostacolo, entro i confini per le altre non ce n’è.
Sabato prossimo l’Under 19 zingoniana rende visita al Sassuolo (ore 17), altro gustoso antipasto della sfida della prima squadra che cade a metà tra Zagabria (Youth-Champions League, mercoledì 18) e Shakhtar (1 ottobre, ore 13-18.55, in casa: Zingonia e San Siro).

LE PAGELLE NERAZZURRE
Ndiaye 6,5: bravo a chiudere lo specchio nel primo tempo,
Bergonzi 7: il traversone del raddoppio è suo. Quando spinge è uno spettacolo.
Okoli 7: sicuro e attento, usa il fisico in attesa di affinare la tecnica.
Guth 6,5: va in difficoltà solo se esposto all’uno contro uno veloce.
Brogni 6,5: quando molla il freno a mano (Abou e Stoppa non sono clienti easy) non è male. Ci mette l’assist per il tris direttamente dalla bandierina (34′ st Ghislandi sv).
Gyabuaa 7,5: due fasi eseguite in modo perfetto, propedeutiche alla salita di tono nella ripresa quando può dedicarsi all’attacco. E che gol, su azione dettata in proprio (25′ st Panada 6,5: difficile stabilire chi sia meglio tra lui e Da Riva come play puro).
Da Riva 7: lo svangapalloni della mediana, ribalta il fronte con voluttà e sale in cielo per mettere lo score in cassaforte. C’è anche quando non si vede.
Cortinovis 7,5: inserimenti-lampo di tecnica e senso della posizione, ma a volte è troppo innamorato della sfera. Nondimeno partecipa ai fraseggi più belli ed efficaci (40′ st Milani sv).
Traore 8: ricama come pochi, anche se deve imparare a vedere meglio la porta. Se lo fa, la rete si gonfia (25′ st Piccoli 6,5: entra a punteggio ormai definito trovando solo la botta alta in ripartenza, ma con quel fisico e la capacità di tenere alta la squadra è già di per sé una minaccia).
Colley 8: da falso centravanti ha la libertà necessaria per far perdere punti di riferimento. Da jolly buono per ogni occasione, invece, ha la visione di gioco necessaria a fare male anche quando a essere liberato al tiro è un compagno. La ciliegina sulla torta nel finale non poteva che essere sua.
Cambiaghi 7,5: inventa, imposta e suggerisce, senza paura di arretrare cambiando posizione. Vedi assist lungo per spezzare la parità e i due legni. Come dominare ed essere decisivo senza metterla (35′ st Bertini 6,5: grande intuizione per il 5-0).
All. Brambilla 8: l’artefice dello scudetto 2019 prosegue senza intoppi sulla via del modulo più consono a coprire il campo, il 4-3-3. Ma la sua qualità più evidente è capire che sono la fantasia e la tecnica ad allargare i confini della tattica, dei cambi di posizione e dell’estrazione a sorte di chi è deputato a inventare.
EFFE