Zingonia – Il benvenuto al volto nuovissimo col 52 sulla schiena lo dà il direttore tecnico Giovanni Sartori. «Bryan Cabezas l’abbiamo seguito tutto l’anno, intensificando l’osservazione durante la Copa Libertadores. Anche il Boca e il Gremio lo seguivano, ma ha scelto noi. Anche l’allenatore Gian Piero Gasperini ha espresso il suo assenso ed è rimasto stupito delle qualità del ragazzo: è piaciuto subito a tutti noi. È un esterno mancino, il piede preferito, che può giocare anche a destra: quel che ci serviva. Se avrà la testa giusta, si potrà togliere grandissime soddisfazioni. E noi con lui».
Eccolo qui, il nuovo crack, il vice o addirittura il sostituto del Papu Gomez, lassù, alto a sinistra nell’attacco dell’Atalanta. «Sono lieto di far parte di questa famiglia, perché il mio sogno è sempre stato quello di venire a giocare in Europa. Nei miei pensieri questo club era una scelta obbligata, naturale. Fisicamente sono già pronto perché nel mio Paese il campionato è in corso d’opera da tempo, la Libertadores è finita a luglio: voglio dimostrare quanto valgo in Italia e magari tra un po’ di tempo anche nelle coppe europee». Quinquennio di contratto, cartellino pagato 1,8 milioni più il 20 per cento sulla rivendita futura: cifre che fanno parlare di scommessa. E che ai piani alti nerazzurri lo portino in palma di mano lo attesta la sua sovraesposizione mediatica. La presentazione ufficiale nel dopopranzo di martedì 9 agosto ha alle spalle una cronologia laboriosa come un parto o quasi. Giunge, infatti, a una decina di giorni dalle voces veritatis dall’Ecuador. A una settimana dalle prime certezze, con la mediazione dell’agente Fifa Giuseppe Riso (tutela Sportiello, Caldara, Gagliardini e Petagna). A sei giorni dalla comunicazione dell’affare fatto al procuratore personale Jorge Guerrero. A tre dallo sbarco dopo un volo intercontinentale e dalla passerella pro tifosi nell’intervallo del Trofeo Bortolotti, e infine all’indomani di ufficializzazione battezzata dal vernissage sul campo principale di Zingonia con gol nel 4-2 (per gli altri: Migliaccio e Badje per i blu nel primo tempo; Latte e lui per i rossi, quindi Pinilla su rigore e Di Marco) dell’amichevole a ranghi misti con la Primavera.
Bryan Alfredo Cabezas Segura, nato a Quevedo (il cui municipio, giusto martedì scorso, gli ha tributato onori da eroe cittadino) il 20 marzo 1997, 182 centimetri per 72 chili di nervi su due zampe ottime per l’uno contro uno, il cross, i tagli e (molto, finora) più di rado la conclusione ambidestra. Ma i tre gol in Copa Libertadores, quello all’Atletico Mineiro nel girone e i due nelle gare di semifinale al Boca Juniors, sono bastati e avanzati a corroborarne la fama di fenomeno in sboccio. Ne ha fatti altri quattro (67 presenze), nell’ultimo paio d’anni da “grande” con l’Independiente del Valle, squadra di Salgonquì che ha uno stadio da settemila anime ma s’è appena giocata il primato del Sudamerica col Nacional Medellin. Segundo Hoyos Jacome e Norte America i nomi dei club dei primissimi calci, roba che fa pensare a un’umiltà delle origini che fa tenere al tipetto i piedi ben ancorati a terra. Nonostante l’orgoglio sia già da big: «Sono onoratissimo di rappresentare il mio Paese. Non importa se sono il terzo dopo Kaviedes e Ceballos (meteora juventina, NdR): il mio modello è il mio connazionale Antonio Valencia, tutto velocità e dribbling: la differenza sostanziale è che lui gioca sempre a destra».
Ancora, sulla città che è pronta ad adottarlo: «Mi sono informato della squadra e della città prima di venire da voi, spero di regalarvi gioie nel prossimo futuro. La gente mi sembra simpatica, l’Atalanta ho avuto modo di vederla e m’è sembrato un club degno in cui giocare. So che molti sudamericani sono transitati da Bergamo, tra questi Claudio Caniggia».
Ultime battute, anche sul resto della truppa che sarà da qui alla fine delle operazioni da corridoio, per il suo estimatore number one Sartori: «Uno da tanti cross più che tanti gol, più simile a D’Alessandro che a Gomez. Ha la gamba di uno Schelotto ma è più tecnico. Ora dovrà tornare a breve in Ecuador per visto e permesso di soggiorno.  – chiude il Cobra di Lodi -.  Il mercato? Il Napoli punta a Sportiello, presumo che lui sia rimasto in contatto con il diesse Giuntoli che l’aveva avuto al Carpi. Aspettiamo nuove da loro. Serve un’altra punta esterna, Ricci è gradito ma Iturbe per i costi è un profilo al di sopra delle nostre possibilità. Dopo ferragosto se ne saprà qualcosa».
Simone Fornoni

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