Parma – Atalanta 2-5 (0-1)
PARMA (4-3-3): Sepe 6; Busi 6, Osorio 5,5, Bruno Alves (cap.) 6, Gagliolo 6 (35′ st Conti sv); Grassi 6 (16′ st Valenti 5,5), Sohm 6,5, Kurtic 6; Gervinho 5 (16′ st Pellè 6), Cornelius 5,5 (31′ st Brunetta 6), Kucka 5,5 (31′ st Camara sv). A disp.: 34 Colombi, 77 Rinaldi, 4 Balogh, 13 Bani, 29 Dierckx, 16 Laurini, 20 Zagaritis. All.: Roberto D’Aversa 5.
ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Djimsiti, Romero, Palomino; Maehle, De Roon, Freuler (cap., 31′ st Pasalic), Gosens (23′ st Hateboer); Malinovskyi (13′ st Miranchuk); Ilicic (1′ st Pessina), D. Zapata (1′ st Muriel). A disp.: 25 Gelmi, 31 Rossi, 4 Sutalo, 13 Caldara, 40 Ruggeri, 20 Kovalenko, 7 Lammers. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Giua di Olbia 6,5 (Colarossi di Roma 2, Miele di Torino; IV Gariglio di Pinerolo. V.A.R. Fourneau di Roma 1, A.V.A.R. Liberti di Pisa).
RETI: 12′ pt Malinovskyi (A), 7′ st Pessina (A), 32′ st Muriel (A), 33′ st Brunetta (P), 41′ st Muriel (A), 43′ st Sohm (P), 48′ st Miranchuk (A).
Note: ammoniti Grassi e Hateboer per gioco scorretto. Tiri totali 5-19, nello specchio 2-12, respinti/deviati 2-1, parati 0-8, legni 0-2. Corner 1-3, recupero 0′ e 4′.

Parma – Ancora Ruslan Malinovskyi, evviva Matteo Pessina, bravo a un doppio Luis Muriel, ok il redivivo Miranchuk da ciliegina sulla torta. Due tiri mancini e l’Atalanta si spiana la strada col cinque sporco nella tana del retrocesso Parma mantenendo il secondo posto a 72 a prescindere dai risultati altrui. Il quarto successo personale dell’ucraino dall’equinozio di primavera, ottavo in stagione, ne fa il migliore dell’ultimo scorcio di serie A, mentre Lucho sale a 21 in regular season e a 25 totali. Con Benevento (mercoledì), Genoa e Milan ancora da affrontare, i destini dell’obiettivo fissato da Gian Piero Gasperini sono saldamente in mano ai nerazzurri.
La dozzina cronometrica basta per il rompighiaccio appena da fuori del neo ventottenne facendo roteare il mancino nell’angolino sfruttando l’apertura di Ilicic in orizzontale. Kurtic e Grassi, facilmente aggirato, recitano la parte delle belle statuine con Osorio a farsela passare in mezzo alle gambe. In un confronto noiosetto è sempre il piede del fantasista sloveno a creare, vedi al ventesimo e poco oltre, quando accarezzano due tagli di fila di un Gosens capace di usare la testa, prima senza mira e successivamente sollecitando il bagher di Sepe. Il Colonnello è ovunque, tanto da sganciarsi dalla barriera (28′) per respingere la staffilata di Bruno Alves sulla punizione di seconda con il connazionale di San Giuseppe (gioco pericoloso di Djimsiti su Kucka). Quella di Freuler dalla distanza il giro di lancetta dopo è una telefonata di cortesia all’estremo napoletano, mentre scollinata la mezzora solo l’incrocio può dire di no al possibile raddoppio di Duvan a rimorchio dello scambio Freuler-Ilicic col genio dal 72 sulle spalle ad assecondare di tacco l’inserimento dello svizzero.
A un ottovolante dall’intervallo sale perfino il perno Romero, in accompagnamento ai precedenti due, fino al corridoietto per il battistrada con saracinesca calata da Sohm in estirada. Alla cinquina, occhio al sinistro di Grassi, una volée imperfetta sulla seconda palla concessa dopo l’ennesimo calcio da fermo di Jasmin. Zapata esce dalla catena di sinistra col tedesco sprecando però tutto col diagonale strozzato a largo (41′), forse perché sferrato dal piede debole. Nella ripresa il doppio cambio immediato Pessina-Muriel per Ilicic-Zapata proietta Malina a punta pura spianando la strada al bis del monzese, piovuto dal nulla al settimo con sentiti ringraziamenti all’allunghino perfetto del capocannoniere atalantino, cioccolatino da Freuler scartato e messo in vassoio per un radente a incrociare che più preciso non si può. Al 12′ proprio Lucho fugge in contropiede facendosi tutto il campo per poi aprire all’eccesso il piatto, due giri di lancetta e Maehle sparacchia addosso alla gambona dell’ultimo ostacolo vanificando il la della new entry Miranchuk e il suo stesso tunnel a Kurtic. C’è partita, a dispetto degli esangui padroni di casa, dediti al compitino per onor di firma. Tra 17′ e 18′, Djimsiti si trova lo specchio chiuso dal baluardo tra i pali senza riuscire a convertire in oro il cadeau di Gosens e Sportiello ovvia all’errato posizionamento di Palomino uscendo di piede ben fuori dall’area per rubare l’attrezzo a Pellè. El Cuti s’è già spostato sul centrodestra da vice dell’infortunato Toloi con sequela dall’altra parte dell’albanese, che alla mezzora sfiora il tris in torsione a correzione del crossetto del russo nello schema da piazzato con lo scarico del colombiano. L’imbustamento della pratica arriva cento secondi dopo, quando Pasalic, raggiunto in profondità dall’ex Lokomotiv Mosca, imbocca a Luigino il comodo piattone lungo il primo palo per la ventesima esultanza in campionato, anche se Brunetta comincia a rovinare un po’ la festa insaccando sul passaggio di Busi, bravo a sorprendere il danesone spostato di corsia. Sbandate che precedono i giochi pirotecnici finali, con Luis a imbracciare la doppietta riprendendo il palo pieno in ripartenza (a due, con SuperMario) di Pessina (c’è anche un guantone di mezzo) e Sohm a fendere la navata buttando dentro il 2-4 solo soletto nell’asse lungo con Pellè. Sepe nega la manita a Maehle, destro apertogli da Muriel; Pasalic (triangolo col bomber) se la fa parare due volte prima del tap-in a fil di traversa di Miranchuk.
Simone Fornoni