Sognare si può. Non c’è algoritmo che lo vieti, per fortuna. La quindicesima giornata di campionato è stata prodiga di soddisfazioni per l’Atalanta, intesa come squadra, società e popolo: facile successo, quasi un allenamento, sul Venezia, sei punti di vantaggio sulla Roma, quinta, in classifica ma soprattutto il nuovo e lungo contratto che legherà Gasperini al club almeno fino al 2024. Una notizia improvvisa e non prevista. La conferma del vero e autentico protagonista del miracolo nerazzurro è un altro tassello in vista di un futuro che si spera ancora più radioso. Non era scontato questo accordo perché i rapporti di inizio autunno non erano proprio liliali tra il mister e i Percassi. Un certo nervosismo, un’inquietudine tutt’altro che sopita, causa un mercato ritenuto non in linea con i programmi e le proposte, avevano allentato pericolosamente i rapporti. E a complicare il tutto anche un avvio di campionato costellato da parecchi e gravi infortuni e non è un mistero per nessuno che il mancato arrivo di un attaccante esterno aveva procurato non poche frizioni tre le parti. Insomma era calato anzitempo il gelo e allora alcuni cronisti scrivevano avventatamente già di un divorzio a fine stagione. Invece i Percassi lavoravano sotto traccia rasserenando un ambiente troppo elettrico e rafforzando il filo, che non si era mai spezzato, magari allentato questo sì, con Gasperini fino all’accordo di martedì mattina. E dopo l’annuncio di Luca Percassi nella conferenza stampa post partita, Gasperini ha annunciato, tra le altre esternazioni, quello che sarà l’Atalanta del futuro anche immediato confermando quello che egli stesso sta sostenendo da tempo: “16-17 giocatori di qualità per competere sia in campionato che in Europa. Ora la nostra dimensione è cambiata, ci servono giocatori pronti, non più sconosciuti da far crescere, per completare la rosa abbiamo i ragazzi del vivaio”. Del resto Musso, Demiral, Zappacosta, Maehle nello scorso gennaio, Koopmeiners e, probabilmente, Boga permettono di alzare vieppiù l’asticella del salto in alto. E allora pronti a sognare lo scudetto. Ecco ancora le parole del mister: “Io sono uno che alza l’asticella, non l’ho mai abbassata. Ma dobbiamo ancora viaggiare pensando partita dopo partita. Napoli, Inter e Milan hanno dimostrato di poter parlare di scudetto già oggi, noi ancora no. Spero un giorno di poterlo dire anch’io magari fra due o tre mesi quando ci sarà la voltata decisiva. Sarà il campo a dirlo”. Intanto la quindicesima giornata ha aggiornato l’alta classifica in modo considerevole: si va dai 36 punti del Napoli ai 31 dei nerazzurri, in mezzo Milan a 35 e Inter a 31. Dopo se non l’abisso perlomeno un profondo dirupo perché la Roma che capeggia il gruppo che sogna il quarto posto è a sei punti. La capolista ha rischiato grosso a Reggio Emilia, subendo la rimonta del Sassuolo e ad un passo dalla sconfitta. Spalletti, espulso per proteste al Mapei, si trova con l’infermeria strapiena ai già infortunati Oshimen e Anguissa si sono aggiunti Koulibaly, Fabian Ruiz e Insigne. I primi due sicuri assenti sabato sera, il capitano potrebbe recuperare. Non un buon viatico in vista del big match con l’Atalanta.
Giacomo Mayer