Niente da dire sulla vittoria della Fiorentina, tre punti sacrosanti, comunque l’Atalanta meritava il pari. Stavolta gli episodi, calci di rigore, gol annullati, mancate espulsioni, hanno dato l’imprimatur ad una partita che i nerazzurri hanno giocato solo nel secondo tempo. Quasi un bis col Bologna. E’ una squadra che ha bisogno di troppo tempo per dipanare il suo gioco che diventa bello ed efficace, come una volta, quando tutte le sue componenti cominciano a girare a mille. Prima quasi timida, sicuramente impacciata e, soprattutto, inconcludente. Adesso l’attacco più prolifico di mezza Europa è un sogno. Sicuramente si trasformerà in realtà ma bisogna aspettare. Certo, sabato sera le scelta iniziali di Gasperini non hanno convinto. Succede anche ai più bravi. Miranchuk ancora una volta deludente, impalpabile, fuori da tutti gli schemi, e Maelhe decisamente in serata no. E non certo per colpevolezza sui due rigori. A contribuire al primo tempo sbiadito dei nerazzurri è stata una bella Fiorentina, che, partita dopo partita, sta imparando il gioco aggressivo ma ordinato voluto da Italiano con Torreira, Duncan e Bonaventura lì in mezzo ad addensare nuvole sopra le teste degli avversari e poi se in attacco c’è uno come Vlahovic ma anche Sottil (Nico Gonzalez era in panchina), tutto il resto diventa più facile. E per fortuna l’Atalanta aveva in campo un certo Palomino che ha sempre smorzato le iniziative del giovane serbo, sbocciato grazie ad un maestro di calcio come Cesare Prandelli. Dall’altra parte, sì c’erano le potenti galoppate di Zapata, magari i mille cross di Zappacosta ma senza mai impensierire l’ottimo Terracciano, decisivo nel secondo tempo. E’ altrettanto vero che Sportiello, sempre nel primo tempo, ha effettuato una sola parata,su tiro di Vlahovic. E allora è opportuno descrivere gli episodi cruciali: al 10′ cross di Maelhe che rimette in mezzo, dove ci sono Pasalic e Zapata che non toccano il pallone, da sinistra Dijmsiti libero segna a colpo sicuro. Di Paolo, al Var, chiama Marini e l’arbitro decide che la posizione del nostro centravanti “disturba” il portiere e annulla il gol, secondo la sua discrezionalità. Quindi al 29′ il primo rigore: tiro-cross di Vlahovic, Sportiello devia sul braccio destro di Maehle. Interviene ancora il Var, Marini va a controllare e decreta il rigore, trasformato tre minuti dopo dallo stesso Vlahovic. Nel secondo tempo, dopo solo tre minuti di gioco, Maelhe perde palla regalando il contropiede di Bonaventura che, appena, in area viene steso da un precipitoso Djimsiti. Stavolta Marini non ha bisogno di aiuti e decreta un secondo rigore, peraltro indiscutibile, e Vlahovic realizza la doppietta. Al 20′ il terzo calcio di rigore: in area Gosens anticipa Callejon che in ritardo stende l’atalantino. Terza volta del Var e stavolta Marini decreta il rigore che Zapata trasforma in rete. L’Atalanta prima del rigore aveva cambiato marcia e grazie all’ingresso di Malinovskyi e di Gosens aveva cominciato un’altra partita, martellando la difesa viola, aggredendo spazi e avversari e costringendo Terracciano a salvare su Zapata, tutto solo, grazie all’assist di Malinovskyi. Il pari non sembra un miraggio. Ma. alla fine, resta tale.
Giacomo Mayer