Atalanta, un’altra volta in semifinale. Nell’era Gasperini è la terza, nella storia nerazzurra è la sesta. Una vittoria quella contro la Lazio che con un po’ di esagerazione, ricordiamoci che le parole hanno sempre un significato, si può definire eroica. Perché guadagnata giocando con un uomo in meno, corretta la decisone di Pairetto di espellere Palomino, ultimo uomo falloso su Lazzari, e resistendo stoicamente all’assalto dei boys laziali. Il terzo gol realizzato in dieci contro undici, sfiorato il 4-2 se Zapata, che si era procurato il rigore, non avesse fallito il penalty consegnandolo tra i guantoni di Reina. Dunque, un’impresa storica. Hanno segnato, in diretta successione Djimsiti, svizzero di solide radici albanesi, Malinovskyi, ucraino purosangue, e Miranchuk, nato nella profonda Russia. Come è cambiato il mondo, per fortuna. Questo per sottolineare che la globalizzazione che non è necessariamente un peccato mortale. E’ stata una partita senza infingimenti. Aperta ai gol, alle azioni offensive e alla spregiudicatezza, anche tattica. E nel finale assetti che sono saltati in aria; da una parte in campo tutti i difensori a disposizione di Gasperini per salvare il gol del vantaggio, dall’altra tutti gli attaccanti di Inzaghi per ribaltare il risultati. Comunque temi che vengono chiaramente decifrati quando si affrontano Atalanta e Lazio. Domenica sarà un altro succoso capitolo tra queste due squadre che, nelle ultime stagioni, stanno divertendo gli italiani, appassionati di calcio. Gasperini non si è tirato indietro confermando la volontà di arrivare fino in fondo, Inzaghi ha fatto un pensierino a domenica ma ha presentato una formazione in grado di creare grattacapi. E infatti la partita è stata divertente, ricca di colpi di scena, mai banale e con il risultato finale sempre in bilico. I nerazzurri sono andati in vantaggio dopo sei minuti quando Djimsiti, sedicesimo atalantino a segnare, ha spedito in rete dopo un gran salvataggio di Reina su Palomino. Due difensori, è meglio rammentarlo. Dall’altra parte un difensore come Acerbi, uno dei migliori del nostro campionato, ha regalato a Muriqi il colpo di testa, sì prestigioso, del pareggio con la colpevolezza di Palomino e di Gollini. Allora Acerbi ne ha approfittato: ha fatto a fette Miranchuk, ha saltato Palomino e ha infilato il portiere atalantino. Da non credere. Poi ci ha pensato Muriel offrendo un facile pallone a Malinovskyi per il 2-2. Un risultato giusto perché Atalanta e Lazio avevano offerto, nel contempo, prelibatezze e pietanze sciape. A sorpresa il patatrac: Lazzari parte in contropiede con tutta l’Atalanta nell’area laziale, lo rincorre Palomino che lo ferma con le brutte. Pairetto espelle il difensore nerazzurro come ultimo uomo, scandalo e urla. No, ha ragione l’arbitro, figlio d’arte. Si complicano i sogni. Invece Romero ruba palla a Milinkovic e lancia Miranchuk che non si fa pregare e infila Reina. In inferiorità numerica Gasperini toglie i due provenienti dalla Gran Madre Russia, dentro Zapata e De Roon. Trascorrono sette minuti quando Zapata si fa beffe di Hoedt che è costretto a stenderlo. Pairetto non ha dubbi e concede il rigore: lo calcia Zapata (Muriel è uscito per lasciar posto a Toloi), che spedisce il pallone tra le braccia di Reina. Scampato pericolo, Inzaghi vuole il pari e, dopo Correa, manda in campo anche Immobile e poi il redivivo Lucic per i cross. Certo, è un assedio, eppure Gollini effettua solo una parata salvifica su colpo di testa di Acerbi. Nient’altro. Ci aspettano Napoli o Spezia.
Giacomo Mayer