Il mondo del dilettantismo non può prescindere da legami solidi e duraturi, in grado di dare il la ad amicizie che, per quanto originatesi intorno ad un campo da gioco, sono destinate a durare per sempre. Il calcio, dunque, ma non solo, quale veicolo privilegiato per rapporti che spesso e volentieri proseguono attorno a una tavola imbandita o al bancone di un bar, con il beneplacito delle famiglie e di una vita privata che si arricchisce, giorno dopo giorno, di nuovi contenuti e nuovi valori. Al centro c’è, e sempre ci sarà, il risultato che scaturisce dal rettangolo di gioco. Ma non è un mistero che i “Gemelli del Gol”, di sampdoriana memoria, non di rado diventino amici per la pelle; complici e spalla reciproca, in un’avventura sportiva che abbraccia le stesse vicende umane. Il trentunesimo capitolo di “Attenti a quei due” para sulla Città e, in particolare, sul quartiere di Boccaleone; teatro delle imprese di Nicola Casali e Giuseppe Longo, primi artefici nel capolavoro compiuto dall’Or. Boccaleone, in occasione del titolo conquistato nel 2018. L’impresa perfetta, atta a suggellare un’intesa sopraffina, destinata ancora oggi a rappresentare la molla perfetta verso nuovi orizzonti di sfida. E verso nuove mete vacanziere.
Nome, Cognome, Soprannome.
N.C.: “Nicola Casali…il Numero Uno (ride, n.d.r.)”.
G.L.: “Giuseppe Longo, “Beppone””.
Professione.
N.C.: “Architetto”.
G.L.: “Impiegato e tecnico”.
Incarico nel dilettantismo.
N.C.: “Allenatore del Boccaleone”.
G.L.: “Direttore sportivo del Boccaleone”.
Pronostico secco: quando torneremo in campo?
N.C.: “Fine agosto”.
G.L.: “Settembre”.
Il tuo sportivo preferito.
N.C.: “Alex Del Piero, il mio idolo giovanile”.
G.L.: “Diego Milito e credo non ci sia da aggiungere nulla sul perché (sorride, n.d.r.)”.
Squadra del cuore. Da sempre?
N.C.: “Juventus, da sempre”.
G.L.: “Inter, da sempre… da semprissimo!”.
La vittoria (o la partita) che ricordi più volentieri.
N.C.: “Roma, finale di Champions contro l’Ajax. Vittoria ai rigori, con tiro decisivo di Jugovic”.
G.L.: “22 maggio 2010, finale di Champions Inter-Bayern”.
E tra i dilettanti? Raccontaci la tua carriera.
N.C.: “Sono partito dalle giovanili dell’Alzano e una volta terminato il mio percorso con la Juniores ho iniziato il mio lungo peregrinare tra le varie categorie: Fiorente Colognola, Costa di Mezzate, Martinengo, Mornico e Brusaporto. Ho finito con la Malpensata, in Terza categoria. Da lì, ha preso il via la carriera da allenatore: quando ho smesso di giocare, è stato il Boccaleone a darmi fiducia”.
G.L.: “Da calciatore, una carriera da dilettante nel CSI. Come allenatore, ho iniziato sempre nel CSI, poi nel Figc a Campagnola, Malpensata e infine Boccaleone. A quel punto mi sono autopromosso dirigente, facendo sì che nel frattempo Casali passasse da giocatore ad allenatore. Anche per farlo smettere… (e ride, n.d.r.)”.
Qual è il ricordo più bello della tua carriera? E il più brutto?
N.C.: “Anno 2018, ultima partita di campionato, la vittoria nello scontro diretto con il Malpensata (1-0, rete di Bruletti, n.d.r.) vale al Boccaleone il salto in Seconda categoria. Ricordi così brutti non ne ho, mi viene in mente però un’espulsione, da giocatore, quando cominciavano ad affacciarsi sul dilettantismo gli arbitri donna. Il cartellino rosso arrivò dopo un episodio che secondo me fu valutato male, ci fu un po’ di caos, ma voglio precisare che la cosa si chiuse lì”.
G.L.: “28 aprile 2018, la vittoria del campionato con il Boccaleone. Di ricordi brutti non ne ho”.
C’è un dirigente con cui avresti voluto lavorare? E un giocatore?
N.C.: “Nessun dirigente, in particolare. E nemmeno giocatori”.
G.L.: “Non direi, nessun nome in particolare”.
Il tuo sogno nel cassetto.
N.C.: “Ho già realizzato tutto (ride, tra il serio e il faceto, n.d.r.)”.
G.L.: “Nella vita, continuare a divertirmi”.
E in ambito calcistico, qual è la tua ambizione?
N.C.: “Non ho ambizioni legate alle cosiddette categorie superiori, perché mi piace l’ambiente in cui sono: un ambiente fatto di amici, legato strettamente al quartiere”.
G.L.: “Idem, continuare a divertirmi”.
Una persona cui sarai sempre grato.
N.C.: “Nella vita, mio padre, che è mancato presto. E poi c’è Giuliano Tamburini, mio ex allenatore a Martinengo, che mi aveva voluto fortemente a Martinengo e con il quale abbiamo vinto un bel campionato di Prima categoria. Purtroppo, anche lui è mancato troppo presto”.
G.L.: “Mio padre”.
Un tuo pregio e un tuo difetto.
N.C.: “Credo di saper ascoltare tutti e di sapermi mettere a disposizione di tutti. Un mio difetto…che cosa sono i difetti??? (ride compiaciuto, n.d.r.)”.
G.L.: “Il pregio è la disponibilità. Di difetti forse ne ho troppi e uno in particolare non c’è”.
Un pregio e un difetto dell’altro.
N.C.: “È troppo buono e accondiscendente! E questo vale sia da pregio che da difetto!”.
G.L.: “Il pregio di Casali è la grande generosità. Il difetto è la presunzione… come credo abbia appena dimostrato”.
Ricordi quando vi siete conosciuti?
N.C.: “Certo! Lui era il mister del Malpensata e per una serie di coincidenze e conoscenze mi son trovato a ripropormi, rimettendomi in gioco da calciatore, quando avevo 36-37 anni”.
G.L.: “Sì, era il mio primo anno in Malpensata, forse 2003 o 2004. Sua moglie era parente dell’allora presidente del Malpensata e da lì nacque la proposta di inserirlo nella mia rosa di giocatori”.
Chi è il compagno più forte con cui hai giocato?
N.C.: “Sicuramente ho avuto la fortuna di allenare due super giocatori: Mattia Munzillo, il grande attaccante del Boccaleone, e Daniele Buelli, che è di fatto il nostro fuoriclasse”.
G.L.: “Vorrei dire Daniele Buelli, ma l’ho visto giocare troppo poco. Allora, scelgo Mattia Munzillo”.
Tu e lui come…a quale coppia vi ispirate?
N.C.: “Stanlio e Ollio!”.
G.L.: “Mi piacerebbe pensare a Bryan Clough e Peter Taylor (rispettivamente allenatore e assistente nella favola scritta, negli Anni Settanta, dal Nottingham Forest, n.d.r.). Ma non vorrei sembrare presuntuoso come Casali (ride, n.d.r.)”.
Il più bel ricordo che hai in sua compagnia.
N.C.: “Di sicuro la sua espulsione nella partita già nominata, quella dello scontro decisivo tra Malpensata e Boccaleone. Quando lasciò il campo tra le proteste, fu una scena semplicemente memorabile”.
G.L.: “Sicuramente il 28 aprile 2018, la vittoria del campionato. E poi ci sono le vacanze in Brasile, ma ogni anno è sempre una storia diversa, non c’è un episodio in particolare”.
Manda un saluto all’altro.
N.C.: “Inter merda!”.
G.L.: “Ciao! Anche quest’anno, il Brasile ce lo scordiamo”.
Nikolas Semperboni