Il mondo del dilettantismo non può prescindere da legami solidi e duraturi, in grado di dare il la ad amicizie che, per quanto originatesi intorno ad un campo da gioco, sono destinate a durare per sempre. Il calcio, dunque, quale veicolo privilegiato per rapporti che spesso e volentieri proseguono grazie a una partita di padel o a un luogo di villeggiatura da “Le mille e una notte”: vedasi la vacanza consumata sull’isola di Capri da Ivan Fontana, il “Jimmy” del calcio bergamasco, e da un campano dalla contagiosa allegria come “Nando” Rega. Al centro c’è, e sempre ci sarà, il risultato che scaturisce dal rettangolo di gioco. Ma non è un mistero che i “Gemelli del Gol”, di sampdoriana memoria, non di rado diventino amici per la pelle; complici e spalla reciproca, in un’avventura sportiva che abbraccia le stesse vicende umane. Il venticinquesimo capitolo della rubrica denominata “Attenti a quei due” imbocca la via che porta al Lago d’Iseo, ripercorrendo le gesta di quel Valcalepio che, due anni or sono, sotto la sapiente guida di Max Maffioletti, ispirato sul tappeto verde dai lanci di Fontana e dai virtuosismi di Rega, fece man bassa del campionato di Promozione.
Nome, Cognome, Soprannome.
I.F.: “Ivan Fontana, “Gimmi””.
F.R.: “Ferdinando Rega. Anni fa, mi chiamavano Beep Beep, ma non so se può valere ancora a 31 anni (ride, n.d.r.)”.
Professione.
I.F.: “Impiegato”.
F.R.: “Professore di Educazione Fisica”.
Incarico nel dilettantismo.
I.F.: “Centrocampista della Cisanese”.
F.R.: “Esterno sinistro nell’AlbinoGandino”.
Pronostico secco: quando torneremo in campo?
I.F.: “Nella mia testa, sto già pensando alle ripetute della preparazione di agosto, sperando che questo Covid sparisca il prima possibile”.
F.R.: “Spero con tutto il cuore agosto”.
Il tuo sportivo preferito.
I.F.: “Ronaldinho, da sempre il mio idolo per la sua tecnica e il suo sorriso contagioso”.
F.R.: “Marco Pantani, per quello che ha rappresentato per me nella mia infanzia”.
Squadra del cuore. Da sempre?
I.F.: “Da sempre juventino”.
F.R.: “Non sono un gran tifoso. Simpatizzo Napoli, ma seguo il calcio solo quando gioca la Juve in Champions per prendere in giro Jimmy!”.
La vittoria (o la partita) che ricordi più volentieri.
I.F.: “Mi piacerebbe ricordare una Champions della Juve (ride, tra l’abbattuto e il sarcastico, n.,d.r.), ma va benissimo aver vissuto la vittoria di un Mondiale…per ora”.
F.R.: “La vittoria dei Mondiali nel 2006”.
E tra i dilettanti? Raccontaci la tua carriera.
I.F.: “Ho iniziato a dare i primi calci all’oratorio di Zanica. Poi settore giovanile alla Stezzanese, fino alla prima squadra, dove c’è stata la vittoria più bella, la Coppa Italia di Promozione con il grande mister “Dico” (il compianto Salvatore Di Costanzo, n.d.r.). A seguire, AlbinoGandino, con la vittoria dei playoff di Promozione; Verdello; Valcalepio, dove ho conosciuto Nando, che mi ha fatto vincere il campionato (ride, n.d.r.), Grumello e infine Cisano, dove conto ancora di potermi togliere grandi soddisfazioni”.
F.R.: “Ho cominciato in D nella Santegidiese, poi sono stato all’Avellino dove ho giocato per tre anni. In seguito, ho girato un po’ l’Italia: Campobasso, Francavilla, Sarnese, Monticelli. Da quattro anni, sono al Nord, prima al CazzagoBornato, poi due anni di Valcalepio e quest’anno AlbinoGandino”.
Qual è il ricordo più bello della tua carriera? E il più brutto?
I.F.: “Il ricordo più bello è il gol da venticinque metri segnato con la Stezzanese, agli esordi in prima squadra. Il più brutto è legato a un infortunio alla caviglia che mi tenne parecchio tempo lontano dai campi”.
I.F.: “Il più bello rimane il gol del 5-4 al “Riviera delle Palme” (stadio di San Benedetto del Tronto, n.d.r.), contro la Sambenedettese. Il più brutto, la sconfitta nella finale dei playoff nazionali di Eccellenza: da 0-2 a 3-2 in un tempo, se ci ripenso sto ancora male”.
C’è un dirigente con cui avresti voluto lavorare? E un giocatore?
I.F.: “Mi sarebbe piaciuto giocare con Giovanni Belloli, secondo allenatore ai tempi della Stezzanese. Quando facevamo le partitelle in allenamento e mancava un giocatore, il mister gli dava la casacca…e lui non ci faceva vedere il pallone! Un allenatore che avrei voluto avere è Tom Astolfi, per i valori e la coerenza che dicono riesca a trasmettere a una squadra. E poi ci sono due allenatori che ho avuto a Grumello, entrambi difensori di altri tempi, che mi sarebbe piaciuto avere come compagni: Lorenzo Gusmini e Cristian Forlani”.
F.R.: “Non conosco molto l’ambiente, ma mi piacerebbe rincontrare il mister Inversini, è grazie a lui se ho avuto la possibilità di giocare in Lombardia. Come giocatore, Mauro Minelli (compagno di Rega all’AlbinoGandino, n.d.r.), visto che quest’anno non siamo riusciti”.
Il tuo sogno nel cassetto.
I.F.: “Ora come ora, vorrei tanto ritornare alla normalità. Dopodiché fare qualche viaggio con la mia compagna”.
F.R.: “Tornare alla normalità, per riprendere a fare quello che più ci piace”.
E in ambito calcistico, qual è la tua ambizione?
I.F.: “Covid e salute permettendo, vorrei smettere di giocare a 40 anni, chiudendo la mia “carriera” a Zanica, dove ho iniziato a giocare”.
F.R.: “Mantenermi a buoni livelli per più anni possibili”.
Una persona cui sarai sempre grato.
I.F.: “Rimanendo in ambito calcistico, il mio allenatore del settore giovanile della Stezzanese Giuseppe Mascheretti, che mi ha formato umanamente e calcisticamente”.
F.R.: “Mio padre per avermi trasmesso la passione per questo sport e mia madre per avermi sempre invogliato a studiare”.
Un tuo pregio e un tuo difetto.
I.F.: “Dico sempre quello che penso. E’ il mio pregio e il mio difetto, allo stesso tempo”.
F.R.: “Il pregio, a livello calcistico, è il dribbling, mentre caratterialmente è la costanza. Il difetto è che parlo troppo e tormento i compagni per farmi passare la palla”.
Un pregio e un difetto dell’altro.
I.F.: “Nando Rega è l’uomo-spogliatoio che vorrei sempre avere. Tecnicamente, il suo pregio, oltre al dribbling, è il tocco di punta: unico! Il difetto è che a volte esagera con il dribbling, ma dopotutto lui può (ride, n.d.r.)”.
F.R.: “I pregi di Jimmy sono l’intelligenza calcistica e una tecnica da categoria superiore. Caratterialmente, dice sempre ciò che pensa e nel mondo del calcio è la cosa che apprezzo di più. Il difetto? A volte lanciava sulla fascia opposta a quella in cui giocavo io (ride con grande ironia, n.d.r.)”.
Ricordi quanto vi siete conosciuti?
I.F.: “Ci siamo conosciuti al Valcalepio, mi ha tirato matto fin dal primo giorno. Impossibile non volergli bene da subito!!!”.
F.R.: “Certo, ricordo benissimo. Primo allenamento alla Valcalepio! Sciabolava come Pirlo ai tempi d’oro!”.
Il compagno più forte con cui hai giocato?
I.F.: “Sicuramente Nando, in grado di vincere le partite da solo. Ma non posso non citare grandi giocatori come Robi Pellegris, Michi Arrigoni e Franco Franchini. Vorrei dirne altri, ma riempirei una pagina (ride estasiato, n.d.r.)”.
F.R.: “Ne scelgo tre. Il mio storico compagno di squadra Fabio Monaco, “The Wall” Vigani e ovviamente Jimmy”.
Tu e lui come… a quale coppia vi ispirate?
I.F.: “Xavi e Messi…per rimanere umili (sorride con aria complice, n.d.r.)”.
F.R.: “Pio e Amedeo, alla Partita del Cuore”.
Il più bel ricordo che hai in sua compagnia.
I.F.: “Sicuramente la vacanza trascorsa insieme la scorsa estate a Capri. Ma il pagellone sul pullman di ritorno dalle trasferte, microfono in mano e via coi voti di squadra e staff, è stato qualcosa di incredibile”.
F.R.: “La vittoria del campionato con la Valcalepio e ovviamente la vacanza in barca a Capri”.
Manda un saluto all’altro.
I.F.: “Ciao Nandino, ci vediamo domenica al padel!”.
F.R.: “Jimmy sei un grande giocatore e un grande amico! Ma a padel hai comunque poche chances contro di me!”.
Nikolas Semperboni