La scorsa domenica calcistica è stata mediaticamente catalizzata dalla favola del portiere Alberto Brignoli, capace di regalare, con un blitz in area da bomber navigato, il primo storico punto in massima serie al Benevento di mister De Zerbi. Una favola quella del ragazzo classe 91, nativo di Trescore Balneario, oggi di proprietà della Juventus, ma in prestito al servizio della formazione sannita. Una storia, la sua, che comincia da molto lontano e che ha il primo snodo cruciale nel suo approdo alla Grumellese, grazie alla grande intuizione del presidente Belotti: “Prelevammo Alberto dal Sarnico nella stagione 2007-2008. Aveva 17 anni e rimasi enormemente colpito dalle sue grandi potenzialità, che esplosero in maniera ancora più importante sotto la saggia guida del grande preparatore Dal Bello, che lo forgiò con un lavoro pressochè perfetto”. Le qualità del ragazzo non passano di certo inosservate agli occhi dei più attenti osservatori italiani e, infatti, dopo un anno di militanza tra le fila giallorosse è la formazione bresciana del Montichiari ad aggiudicarsi le prestazioni del promettente ragazzo bergamasco. “Vederlo andare in gol domenica, – prosegue il presidente Belotti – è stata un’emozione indescrivibile che mi ha fatto rivivere tantissimi ricordi e soprattutto tutto il percorso che Alberto ha fatto, passando da noi sino ad arrivare sul palcoscenico più grande del calcio nostrano. Ho provato una soddisfazione immensa e un fortissimo orgoglio nel vedere sbocciare ciò che noi, seppur per un anno, avevamo individuato e successivamente coltivato con grandi risultati”. Il nome Belotti è legato a doppio filo alla gloriosa società di Grumello, perché tra le sue fila ha militato anche Andrea Belotti, numero 9 della nazionale e del Torino, autore di 26 gol nella scorsa stagione: “Andrea è un altro ragazzo cresciuto nel nostro vivaio, al quale sono molto affezionato. Entrò nel mondo Grumellese a 12 anni non ancora compiuti e già lasciava presagire una capacità di “sentire” la porta, non comuni per un ragazzino così giovane. Rimase con noi per due stagioni, prima del suo passaggio all’AlbinoLeffe”. E’ proprio questo passaggio che lascia una punta di amarezza nella mente del presidente: “Per cinque stagioni fu un tira e molla continuo, e a più riprese fummo ad un passo dal possibile ritorno a casa di Andrea, ma il 2 settembre del 2013, l’AlbinoLeffe perfezionò la sua cessione in prestito con diritto di riscatto al Palermo e noi non potemmo nemmeno godere del bonus di formazione, perché Andrea ci lasciò a 11 anni e 9 mesi, mentre tale bonus sarebbe scattato, da regolamento, a 12 anni compiuti. Non è sicuramente la questione economica il rammarico, ma lo è il fatto di non aver potuto più godere delle sue prestazioni, dopo essere stati davvero vicini al rientro”. E’ soltanto un dettaglio, su una storia che nessuno potrà cancellare, perché la lungimiranza della Grumellese ha saputo cogliere per prima le qualità di questi due ragazzi balzati alle cronache del calcio italiano. Così diversi, ma in un certo senso così simili, con un comun denominatore: la Grumellese.
Michael Di Chiaro