Magnifica, spettacolare, unica. Gli aggettivi sono superflui quando si parla di questa manifestazione. La festa della Dea è tornata in tutto il suo splendore di aggregazione e passione. L’amore per l’Atalanta ha fatto in modo che questi due anni senza festa passassero in un lampo regalandoci emozioni uniche. La Dea è in Europa League per il secondo anno di fila. Non poteva esserci risultato più calzante per una tifoseria come quella atalantina che ricorda a tutti, nelle serate estive della festa della Dea, quanto la sua storia sia di fondamentale importanza. Il Bocia dal palco spiega a tutti la scelta di mentalità e coerenza di questi anni messa in atto dalla Curva Nord che non ha voluto volontariamente lo svolgimento della festa per non lasciare fuori nessuno, per non lasciare da soli gli amici di una vita. L’Atalanta ha una grande tifoseria, anzi una grande famiglia. La maglia nerazzurra è la pelle delle migliaia di persone accorse questa sera per far vedere ancora una volta a tutti cosa voglia dire essere atalantini, cosa voglia dire essere bergamaschi dentro. Esempi eclatanti di questo il ricordo di Titta Rota ed Emiliano Mondonico, due personaggi che hanno fatto la storia dell’Atalanta e che non verranno in alcun modo dimenticati da chi conosce i veri valori della vita. In un bagno di folla appaiono in ordine alcuni componenti della squadra tra cui Palomino, Mancini, Valzania, Castagne, Gollini, Toloi, Masiello e il Papu Gomez che a cavalcioni su di un camion arrivano verso il palco. A seguirli la famiglia di Mondonico e i suoi più cari amici: Randazzo, Fortunato, Lentini e Morfeo. È stato un saluto veramente toccante quello ad Emiliano Mondonico. Tutto il pubblico presente ha potuto rimirare in un breve filmato come prima di essere un grande uomo di calcio Emiliano fosse grande Uomo nella vita. Una persona mai doma nonostante le difficoltà, una persona capace di andare oltre e dare tutto se stesso per regalare un sorriso ai più sfortunati. Emiliano Mondonico è riuscito ad entrare nel cuore della gente ricordando a tutti quanto siano importanti i valori nella vita e nello sport. Emiliano ha unito nel suo nome due tifoserie rivali come quelle di Torino e di Bergamo. L’Atalanta non scorderà mai chi le ha donato orgoglio e passione. Hanno parlato poi i giocatori che all’unisono hanno esclamato come questa festa li abbia impressionati positivamente e come l’amore per l’Atalanta della gente bergamasca trasudi dai loro volti e si stagli in cielo grazie ai loro cori rimbombanti. Toccante il discorso di Masiello introdotto da un Bocia schietto nell’affermare come Andrea si sia guadagnato la fiducia del popolo atalantino con il duro lavoro, la fatica ed il sudore. Gollini enfatizza il messaggio d’amore atalantino parlando di come la tifoseria gli sia sempre stata accanto anche se le sue presenze in campo non sono state fino a questo momento molte. A concludere ci ha pensato il capitano. Il Papu è stato acclamato a gran voce dai presenti e il Bocia ha ricordato a tutti quanto grata debba essere Bergamo all’argentino che ha fatto grande l’Atalanta decidendo di non andare via. Gomez ha spiegato l’importanza della festa della Dea per far capire ai nuovi giocatori il valore della maglia che indossano e del nome Atalanta. La quindicesima festa della Dea non si sarebbe potuta aprire in maniera migliore e tutto questo è merito di una tifoseria seria e passionale, come detto dal giornalista Xavier Jacobelli, chiamato anch’egli sul palco a festeggiare il ritorno di questo evento. Una festa, quella iniziata stasera, che merita oltre ogni dubbio un palcoscenico europeo di primo livello come quello che i ragazzi stanno regalando a Bergamo in questi due fantastici campionati. Vivere di Atalanta vuol dire avere la pelle nerazzurra, vuol dire onorare la storia e chi ne ha fatto parte. L’Atalanta è la vita stessa: passano i giocatori e gli allenatori, ma la maglia nerazzurra sarà sempre lì a ricordare a tutti quanto è bello vivere amando. Corri veloce magica Dea, dietro di te hai il popolo più bello del mondo.
Mattia Maraglio