Bello è il sole che illumina la mia strada, bella è la gente di via Santa Caterina, che non sente più quel peso dentro al cuore, quello che uscire è farsi male o fare del male. Bella è la coda al supermercato con le persone che chiacchierano tra di loro e manco gli importa se è arrivato il momento di entrare. Belli sono i sacchetti di carta delle vecchine. Bello è bersi un caffè del Bicerì, bello è il Quinto che me l’ha offerto facendo finta di niente quando l’ho incontrato e abbiamo parlato del tempo che passa senza farci del male. Bello è il Barba, ma pure il Ricciolone, che compero un pacchetto di sigarette di qua e un altro di là perché tra due simpatici non riesco mai a scegliere e allora mi tocca fumare come un turco. Bella è la signora che fa i quadri e mi fa un cenno per parlare di un mio articolo, chiedendomi se l’ho salvato sul desktop, ma io che sono sordo capisco “camion”. E glielo dico, “sul camion?”, e ridiamo, che è bello. Bello è il ragazzo pelato che mi ferma a dire due parole, ma io che non ho memoria non so bene chi sia e allora resto sul vago, immaginando la sua storia, quella di un pompiere che ha salvato molte vite a New York l’undici settembre dell’anno 2001. Bello è Ildo, magro e lungo, un fisico da atleta, da corridore. Sta a braccetto con sua moglie, vanno a prendere i giornali, mi vede da lontano, mi dice “Ciao, ragazzo”, e io mi sento giovane e forte, che basta così poco per essere felici. Bella è la calle, ma solo se è vissuta. Mi fa sentire protetto, mi mette addosso la sicurezza dell’allegria.
Belli sono i tuoi occhi, le tue gambe e il tuo vestito a fiori. Belle le margherite e il prato, bello è camminarci sopra a piedi scalzi, bello è stendersi a guardare il cielo azzurro dopo avere mangiato. Bella è la Primavera, bella è Bergamo, belle sono le sue case che sembrano cassetti. Bello è il Parco Suardi che ha quegli alberi alti alti che penso che di notte si mettano a chiacchierare con Dio. Bellissime sono Stella e Alice coi minuscoli collant mentre stanno a mano con la loro mamma e vanno insieme a prendere il pane. Meravigliosa è la piccola Francesca, che io ho visto piccina piccina ed ora che ha quattro anni è una stupenda donna in miniatura, una donnina. Cammina sicura, da una parte il nonno, dall’altra il suo bastardino. E vorrei fargli una foto perché quei tre sono troppo belli, ma è bello non disturbarli perché stanno parlando fitti fitti del loro mondo colorato.
Bello è vederci tutti, grandi e piccoli, giovani e vecchi, donne e uomini, con la mascherina, perché ci teniamo. Ma è bello anche perché a me pare sempre di essere dentro a un film di fantascienza, di quelli della serie “Ai confini della realtà”, che quando ero bimbino mi davano i brividini sulla schiena.
Bella è la mia macchina, la Pandona arancione a metano che mi porta dove voglio, anche in Russia se lo volessi, persino in America o fin su a Clusone. Bello che oggi mi sono menato via al semaforo del Palazzetto pensando a questo articolo e in due mi hanno suonato incazzati. Bello è il traffico, come adesso, dentro a un certo margine.
Bellissima è la gente, che è quello che in questi due mesi è più mancato al mio cuore, i loro visi, ognuno diverso, che poi per me le persone sono quello che mi viene quando penso a cosa sia la libertà.

Matteo Bonfanti