di Matteo Bonfanti
Giovedì 24 agosto è un giorno un po’ così, di quelli che mi alzo storto, col piede destro, vedo tutto nero e l’oroscopo della Gazzetta non mi aiuta, anzi mi dà l’ultima botta confermando le funeste previsioni del risveglio: sarà una giornata sfigatissima, da perderci la testa, voto della rosea cinque, piena insufficienza. Dopo il caffè, più o meno alle dieci, sono messo male male, con il mal di testa e d’universo, indeciso se tornare a letto un altro paio d’ore o tentare la via della bustina di Aulin, che a volte mi rimette a posto, mi fa tornare come nuovo, un fiore petaloso. Tento la chimica, ma la sostanza non mi cambia, allora mi metto sul divano, conto uno, due e tre e mi riaddormento.
Mi sveglia il cellulare, una scarica di messaggi di uno che ha una certa convinzione telefonica mattutina. “Giochiamo alle otto a Cividate. Fatti trovare alle sette allo stadio di Ghisalba che ti porto io col furgone”. Faccetta su What’s App che non si capisce, confusa, una fotina, insomma, che è un mezzo casino. Cerco di capire chi cavolo è e all’improvviso mi illumino: è il mitico Bendo, Alberto Bendoricchio, ex fenomeno difensivo del nostro calcio, anni tra la D e il professionismo, da un mesetto circa presidente dell’Aurora Travagliato. Mi vuole in campo nella prima amichevole del suo squadrone, Seconda categoria, formazione pronta a stupire nel girone di ferro bresciano: “A Cividate vieni anche tu, così ti spiego il mio pallone, facciamo il secondo tempo, ma soprattutto il terzo tempo in un posto a Palosco dove fanno dei panzerotti deliziosi”.
Sorrido che solo a pensarmi impegnato in un partitone col Bendo mi mette addosso il buonumore perché Alberto è un uomo un sacco simpatico, innamorato della polemica sempre e comunque, a volte difficile perché dai principi saldi, forti e controvento, ma dal cuore d’oro. Con lui si chiacchiera da matti, si ride, ci s’incazza, poi si ride di nuovo, ci s’incazza un’altra volta e si fanno le quattro di mattina senza accorgersene.
Parto da Bergamo con un certo anticipo, più o meno alle cinque del pomeriggio, perché temo la Bassa, una volta volevo andare a vedermi una sfida in programma a Cortenuova e mi sono ritrovato a Pradalunga. Alle sei e mezza sono a Ghisalba, aspetto il Bendo, rispondo a vecchi messaggi. Eccolo, pare Totti, capelli corti, in gran forma, ha già lo sguardo da dirigente navigato. “Ma alla Ghisalbese comanda ancora Peli?”. “Penso di sì”. “Dai, Bonfa, partiamo che i ragazzi mi aspettano”.  “Bendo, ti seguo, vengo con la mia macchina che non posso far tardi, stavolta non faccio mattina…”. “Dai, vediamo… Stammi dietro”.  
Dieci minuti e siamo al campo, Bendoricchio mi ha preparato la divisina degli allenamenti, pantaloni e calzettoni blu, maglia rossa, tutto ancora incartato. Io sono emozionatissimo perché è da quindici anni che non gioco una sfida del calcio dilettanti, esattamente da una domenica maledetta del 2003, attaccante dell’Atletico Lecco, rotto al primo pallone. Entro nello spogliatoio e i Bendoricchio boys sono tutti lì pronti, ragazzi giovanissimi, classe 97, 98 e 99, con addosso la voglia di spaccare il mondo. “Buonasera, signore. Cosa fa qui?”. Mi sento vecchio e solo, i baby calciatori mi guardano come un marziano. Interviene il Bendo: “Lui è il Bonfa, il famoso direttore di Bergamo & Sport. Entrerà nella ripresa, passategli il pallone. E’ un ordine”. Sguardi adoranti quando parla il numero uno, un po’ perché il Bendo è una persona magnetica, tanto perché è stato uno che ha giocato davanti a diecimila spettatori. Mi cambio e vado a trovare gli avversari, la Cividatese neopromossa in Prima. Mister Ferigo sta spiegando gli schemi, lo interrompo. “Sono un ex giocatore, farò qualche minuto nella ripresa. Abbiate pietà”. Risate generali.
Inizia la partita, i ventidue lottano come se fosse una finale di Champions League. Io e il Bendo stiamo in panchina, chiacchieriamo amabilmente. Parliamo della sua idea, il nuovo calcio dell’Aurora Travagliato. “Ho preso in mano la società e vorrei che il nostro pallone fosse una festa. Chi viene a vederci fa un’offerta, i soldi raccolti li usiamo per chi è in difficoltà, che anche qui da noi ce ne sono tanti che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Obiettivo una tonnellata di generi alimentari per le famiglie di Mairano, il paese dove giochiamo e ci alleniamo. Duecentocinquantun chili di roba li ho già consegnati”.
Il Bendo è uno che giocava da dio, vede il suo centrale difensivo scordarsi dell’attaccante e s’incazza come una biscia, tira due urli, poi torna calmo e riparte a raccontarmi la sua nuova avventura calcistica: “Inviterò gli ospiti a mangiare con noi perché penso che sia fondamentale il terzo tempo, trovarsi a ridere e a scherzare dopo la partita, ricordarsi sempre che è un gioco. Il mio sogno è che a bere con noi venga anche l’arbitro, che è una parte fondamentale. Mi sto muovendo in questo senso sia con la Federazione che con l’associazione dei direttori di gara”.
Nel frattempo Cividatese e Aurora Travagliato non si risparmiano. Agonismo da vendere, tutti con il medesimo desiderio in testa: diventare punti fermi dei rispettivi allenatori, Ferigo e Bosetti, due preparatissimi, che vivono per il pallone. L’aria che si respira è bellissima, massimo impegno, ma pure tanti sorrisi perché è un’amichevole. Ci si mena, comunque, ma senza offendersi. Arriva la ripresa, come allora sento che mi scappa la pipì dall’emozione. Sigarettina per rilassarmi, blando riscaldamento col Bendo ed entriamo sul 2-0 per i padroni di casa. Bendoricchio fa subito vedere che la sua categoria era la Lega Pro con un paio di chiusure da urlo, io mi nascondo in fascia per evitare di far figure. Sono lentissimo, i classe 98 giocano al doppio della mia velocità… Mi arriva il primo pallone, lo tocco, tento il dribbling, mi riesce, mi stendono in due. “Ragazzi, sono un fuoriquota, tra l’altro giornalista. Non sono competitivo. Vi prego…”. Dieci minuti dopo conquisto la palla a centrocampo, altra veronica e altra botta al ginocchio da parte di un ragazzino che potrebbe essere mio figlio. Decido che il mio ritorno tra i dilettanti non ha più senso e m’invento terzino destro fino al fischio finale. E lì, mentre stiamo tornando negli spogliatoi, il Bendo, ha un colpo di genio dei suoi, inscenare un mio gol per la favola che ha in testa: il vecchio campione torna in campo dopo secoli e la mette nel sette. Sentiamo il ds della Cividatese, Rizzi, un altro bravo e simpatico, uno in gamba, da passarci del tempo, e si mette a ridere. “Va benissimo”. E ci presta al volo quattro difensori e un portiere per la nostra farsa. “Ragazzi, c’è da far fare un gol al Bonfa. Siate credibili”. L’undici dell’Aurora Travagliato c’è e l’ad Davide Colossi è pronto a riprendere il golasso col telefonino. Parla il Bendo: “Facciamo che il Bonfa la piazza su punizione. Voi mettetevi in barriera, noi stiamo in aria a far casino”. Tiro la prima fuori, la seconda alta, quindi la terza, la quarta e la quinta tutte lontanissime dalla porta. Alla sesta, quando ormai gli attori coinvolti sono sul punto di perdere sia la speranza che la pazienza, riesco a centrare lo specchio, (finta) papera dell’estremo difensore, rete e un minuto esatto di festeggiamenti (vedi filmato sulla mia pagina facebook).
Non mi dilungo sul post partita, a Palosco, trenta anime felici a mangiare un centinaio di panzerotti. Io, mister Ferigo e patron Bendoricchio accanto a parlare di mille vicende: il Telgate, la Grumellese, Doni e il calcio scommesse, la Serie A, la Lega Pro, l’immenso impegno di chi fa parte del mondo dei dilettanti, gli arbitri, i figli che crescono in un attimo, Nicola Caccia, Caniggia a Bergamo, il Milan dei cinesi, l’Atalanta di Percassi, chi bara e chi invece vale nell’Italia di oggi.
Restano tante emozioni e una certezza, il Bendo sta costruendo una creatura meravigliosa, l’Aurora Travagliato. Non so se centrerà la promozione in Prima, va detto che il gruppo mi sembra ottimo, di sicuro quest’anno a Mairano si vivranno momenti bellissimi, esaltanti sia in campo che fuori. E ci sarò anch’io, quando mi capita, perché ho accettato la proposta di Alberto Bendoricchio: diventare consigliere del suo mitico club che l’anno prossimo compie un secolo. Ci sarà moltissimo da festeggiare…

L’ORGANIGRAMMA DELL’AURORA TRAVAGLIATO
Presidente: Alberto Bendoricchio.
Vice presidente: Ermanno Alberti.
Amministratore Delegato: Davide Colossi.
Consiglieri:  Sofia Bendoricchio, Matteo Bonfanti, Marco Dallera, Mauro Saleri, Mario Trainini, Guido Poli, Angelo Custì Vescovi, Anis Draoui, Mario Trainini. 
Mister: Luciano Bosetti.
Massaggiatore: Emanuele Manessi