Una quattro giorni all’insegna del grande calcio e soprattutto del gran divertimento. A Fazana, in Croazia, è andata in scena la sesta edizione del torneo “Fazana Brioni Kup”, manifestazione internazionale dedicata al calcio giovanile, dal 19 al 23 giugno. Cinquantuno squadre, provenienti da sei nazioni, per una rassegna che ha accolto ben sei categorie differenti, quelle del 2002, 2004, 2006, 2008, 2009. A rappresentare Bergamo sul palcoscenico croato, in mezzo ad una folta pattuglia tricolore, spicca la presenza del Mapello Calcio, al via con ben cinque formazioni, due per l’annata 2009, una per la 2008, una per la 2007 e una per la 2006. Le due formazioni dei Pulcini 2009 (con anche ragazzi nativi del 2010 e 2011 in rosa, ndr) guidate dagli allenatori Marco Paredi e Michela Cavadini, hanno chiuso al quarto posto nei rispettivi gironi, pagando un gap dal punto di vista fisico, derivante appunto dalla presenza in gruppo di ragazzi di ben due anni più piccoli rispetto agli avversari. I pulcini del 2008, invece, hanno ben figurato chiudendo al terzo posto nel proprio raggruppamento. Impresa sfiorata per le annate 2006 e 2007: i primi, dopo il secondo posto nella prima fase, si sono arresi soltanto ai calci di rigore nella semifinale contro l’Istria, cogliendo poi uno splendido terzo posto, sempre grazie ai tiri dal dischetto, contro il Cesenatico. Per i 2007 è arrivato un prestigiosissimo secondo posto. Terzo posto nel girone, roboante poker in semifinale contro il Pienate Magnago, prima della resa nella finalissima contro il Pozzuolo. A margine della splendida esperienza, ha parlato il responsabile del settore giovanile della società gialloblu, Filippo Giordano: “Per quanto riguarda il torneo direi che è andato tutto bene, con grande soddisfazione da parte di bambini, genitori e di tutto l’ambiente del Mapello Calcio. Il torneo non aveva nessuna velleità dal punto di vista del risultato sportivo, ma voleva essere, ed è stato, un modo per far fare esperienza ai ragazzi dal punto di vista dell’autogestione quotidiana, della condivisione di spazi e tempi con i propri compagni diversi rispetto alla norma, e del confronto a 360 gradi con ragazzi di altre nazionalità o regioni d’Italia, dato che la presenza italiana era sostanziosa. Fare gruppo e far nascere, o crescere, il senso di appartenenza alla società, oltre che mettere i ragazzi in condizioni di affrontare e risolvere problemi quotidiani che di solito sono risolti dai propri genitori. Graditissima è stata anche la visita di venerdì sera del direttore generale del settore giovanile Massimo Ravasio, a coronamento di una quattro giorni di grandi emozioni”.
Michael Di Chiaro

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