La Blu Basket, orfana di quel 1971 che rimanda al passato trevigliese ovvero all’anno dell’iscrizione della matricola alla FIP del vecchio Oratorio dei Salesiani, si presenta ufficialmente a Bergamo aggiungendola alla ragione sociale come quarto progetto di pallacanestro cittadina di alto livello in quattro decenni abbondanti. La realtà è la A2, in futuro niente limiti. Solo pazienza: “La virtù più tremenda per un presidente, ma anche la più saggia”. Alpe, Celana e Bergamo Basket 2014 i precedenti. Pazienza o meno, durati il palpito di un’illusione. Come dire che mettere radici e far innamorare di sé un capoluogo votato al calcio a tinte nerazzurre è un’impresa: “Ma non ci spaventa. Siamo due sport complementari, mica ci mettiamo a fare concorrenza all’Atalanta. Perché la gente non dovrebbe seguirci entrambe? La Fossa dei Leoni della Fortitudo non segue forse assiduamente il Bologna? Si gioca in giorni e orari diversi”, la dichiarazione d’intenti del proprietario e presidente Stefano Mascio, appena traslocato da Orzinuovi col fermo proposito di far risuonare potenti i rimbalzi sul parquet senza nulla togliere a quelli della palla da calcio sull’erba del Gewiss Stadium.

ChorusLife è adattissima come nostra nuova casa, per una disciplina sportiva che sul modello della Nba cattura l’interesse dei giovani e più che la partita in sé propone un evento da vivere in famiglia, ma purtroppo per la prossima stagione ha il palinsesto piuttosto pieno – spiega l’imprenditore del settore movimento terra, base a Mornico al Serio e casa a Martinengo -. Le partite che non potranno essere disputate in città saranno ospitate dalla Opiquad Arena di Monza, dove sono programmabili abbastanza agevolmente. L’esordio in campionato, comunque, salvo errori sarà proprio alla ChorusLife Arena di Bergamo”.

A illustrare il programma societario traslocato dalla Bassa Bresciana è il volto notissimo degli appassionati del pallone a ottagoni, Gianluca Paparesta, ex direttore di gara barese, che rimarca il concetto del club calcistico come esempio. L’Atalanta è un esempio di imprenditorialità felice, di gestione societaria e sportiva, di radicamento sul territorio, un modello per le strutture e il settore giovanile. Sono stato coinvolto dal presidente, che conoscevo per rapporti professionali pregressi al di fuori dal basket, in una sfida cominciata col trasferimento a Bergamo della sede legale. Sta a noi intercettare il pubblico proponendogli il ritorno della grande pallacanestro in una città che ne era priva da un po’. La scelta è stata fatta valutando il potenziale di questo sport: alcune date per giocare qui sono praticamente già state trovate, dobbiamo solo tener conto del calendario della pallavolo e investire per l’adeguamento dei due impianti che sono stati pensati per altri sport, quindi in termini di cronometri, parquet e dimensioni del campo”, puntualizza il general manager designato.

A trasferirsi da OrziBasket senza essere una novità è invece il direttore sportivo Fabrizio Frates, coach di lungo corso soprattutto tra Cantù e Treviso, poi dirigente. La promessa vale la scommessa di cui si diceva in premessa: “C’è una passione sopita da anni da riaccendere, ci sono valori da recuperare in cui si identificano i bergamaschi, il duro lavoro e l’entusiasmo. Ricordo l’Alpe di Jura, Kupec e Meneghel nei primi anni ottanta, un palasport come una bolgia. C’è un pubblico da coinvolgere, mentre noi dobbiamo dare un’identità tecnica e morale alla squadra in costruzione – afferma il sessantacinquenne milanese -. Sotto contratto ci sono attualmente cinque giocatori: Stefano Bossi (1994, 1.90, playmaker), Matteo Bogliardi (2002, 1.89, playmaker), Andrea Loro (2003, 2.02, ala) e Samuele Moretti (1998, 1.97, ala), tutti a Orzinuovi la scorsa stagione, più Saverio Bartoli (2000, 1.94, guardia) che abbiamo preso da Piacenza. Per completare l’organico siamo alla ricerca di altrettanti elementi in tutti i ruoli, di cui due saranno americani”.

In panchina si siede Andrea Zanchi, 61 anni compiuti il 22 maggio, con esperienze tra Reyer, Porto San Giorgio, Jesi, Siena sponda NCH, Novara, Osimo, Latina, Omegna, Montegranaro, Giulianova e Biella, anche lui dritto nella Città dei Mille da Orzinuovi. Idee subito chiare: “Ci ispiriamo alle 3 P: Persone di valore, Programmi e Pazienza. Per questo servono persone con la P maiuscola, in campo come fuori. Nel vecchio palasport ero venuto da avversario tantissime volte, da responsabile del vivaio montegranarese ricordo le sfide playoff in A2 tra Cesare Pancotto e Sandro Dell’Agnello della BB14. Possiamo fare bene, ma le tre P bisogna averle tutte”.

Un concetto sposato, anche se con formula diversa, da Stefano Bossi, in rappresentanza del roster 2025-2026: “In un grafico ideale ci sono quattro voci che salgono o scendono, i risultati sportivi, la socialità, la struttura e gli sponsor. Cambiamento significa adattamento: lo so bene io che dalla mia confort zone triestina a gennaio mi sono trasferito a Orzinuovi – commenta il playmaker giuliano, classe 1994 -. Le previsioni vanno fatte sul medio e lungo termine, perché come dice il coach la pazienza è importante, anzi fondamentale. Investire nel sociale per me è prioritario: vengo giusto da una tre giorni con l’Associazione Italiana Ricerca per il Cancro a Trieste dedicata alla memoria di mio padre, credo che il rapporto con scuole e ospedali sia prioritario per stabilire una connessione col tessuto sociale di riferimento. E finalmente con Zanchi, dopo esserci annusati a distanza per anni e anni, ci ritroviamo sulla stessa sponda”.

Un club che ha già in testa come muoversi e in compagnia di chi, come ricorda il GM Paparesta. “Innanzitutto, il Comune di Bergamo tramite l’assessore Marcella Messina ci ha accolti con benevolenza e amicizia. Vogliamo essere di supporto alla candidatura di Bergamo a Capitale Europea dello Sport 2027. C’è un’Academy che a Orzinuovi è reduce dalla vittoria della Coppa Lombardia nelle categorie Under 15, 17 e 19, ma anche una collaborazione con l’Excelsior e con Bernareggio per il vivaio, con Carugate per il basket femminile e con sviluppi anche con la PHB, il basket in carrozzina. A livello di preparazione, medico e sanitario, sposiamo l’High Performance Method ideato dall’ingegner Stefano Maldifassi e la struttura sanitaria che fa capo al professor Marco Bigoni, primario universitario di ortopedia e traumatologia del Policlinico di Ponte San Pietro. E puntiamo a una società sostenibile secondo un percorso strutturato ESG, Environmental, Social & Governance”.

C’è la padrona di casa a Palazzo Frizzoni, l’assessore allo sport Marcella Messina, che vale l’in bocca al lupo istituzionale. “Accogliamo con estremo favore e soddisfazione il ritorno di un progetto sportivo per riportare il grande basket in città. Mi ha impressionato la capacità di fare rete del Gruppo Mascio, creando rapporti con l’Excelsior, gloriosa società cittadina nota per l’impegno nel sociale. Il progetto della Blu Basket Bergamo ispira simpatia e merita la massima considerazione”. Tutto pronto? “Senza far concorrenza al calcio, non abbiamo paura che ci fagociti: possiamo convivere benissimo – chiosa Mascio -. Come la Fossa dei Leoni della Fortitudo, il mio ideale societario nel mio sport, che segue il Bologna. Sogno un pubblico che sposi la Blu Basket come l’Atalanta. Di bergamasco abbiamo anche il fornitore delle maglie, con Bergamo la mia azienda ha una presenza lunga 26 anni, la mia è una scelta di cuore a 24 anni dal mio primo lavoro qui, lo scavo per l’ampliamento delle Cliniche Gavazzeni: abbiamo tutti i titoli possibili per portare in giro per l’Italia il nome di Bergamo”.
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