Compie oggi 40 anni uno dei monumenti al dilettantismo. Ormai ritirato dall’attività agonistica – anche se qualcuno giura di avergli visto fare cose ancora incredibili, nel calcio a 7 – Stefano Salandra rappresenta, a tutti gli effetti, un chiaro spartiacque, tra due differenti fasi. Con il “Cobra di Capizzone” in campo, era forse tutta un’altra storia: più ambizione, più budget, le bergamasche in trasferta in Sardegna, una competitività tale da portare il calcio bergamasco nell’Olimpo, a livello nazionale. Fino alla memorabile trasferta fiorentina; fino a quell’amaro epilogo rappresentato dalla Finale di Coppa Italia di Serie D del 2014, con il Pontisola – i gloriosi Blues, di stanza al “Matteo Legler” di Ponte San Pietro – sconfitto ai rigori dal Pomigliano. Con l’addio al calcio giocato del bomber valdimagnino, tutto sembra cambiato. Il Pontisola è tornato Ponte San Pietro e il Ciserano, in quanto tale, non c’è più; l’instabilità, in funzione anche della stretta attualità economica, pare regnare sovrana, mentre le stesse portacolori di Serie D sembrano aver esaurito il mordente che, al contrario, caratterizzò la scorpacciata di allori ed epopee di qualche decennio prima. Senza immalinconirsi ulteriormente, prendendo atto, con amarezza ma anche una buona dose di realismo, del passare degli anni, tributiamo il doveroso omaggio a uno dei cannonieri-principe della storia dilettantistica. Il Re Mida capace di trasformare in oro tutto quel che toccava è oggi tornato, a tutti gli effetti, tra i popolani; tra i tifosi, tra gli addetti ai lavori dalle mille sfumature, tra gli opinionisti della più svariata caratura. Insomma, tra coloro che, al “Matteo Legler” ma non solo, hanno esultato, almeno una volta nella vita, per un gol dei suoi. Tanti auguri Bomber Salandra!
N.S.