Meno cinque giorni al via del Giro d’Italia. O almeno quello che, in tempi di normalità, sarebbe dovuto essere il Grand Départ della Corsa Rosa numero 103, dalle rive del Danubio che «spaccano» in due Budapest. Invece dei fiori che sbocciano, a fare da cornice al Giro 2020 ci saranno probabilmente le foglie morte autunnali, visto che ufficiosamente è rimandato ad ottobre, quando non partirà, però, dall’Ungheria. La prima frazione della corsa, al momento, è prevista in Sicilia, da Monreale ad Agrigento per 136 chilometri in tutto.
Francesco Zamperlin, 27enne di Calusco, nella vita designer grafico per un conosciuto parco divertimenti e batterista in un gruppo punk, ha solo una mountain bike. Come tutti noi non può uscire di casa e la quarantena è diventata per lui motivo per sperimentare i suoi limiti. Dopo aver realizzato il dislivello dal campo base nepalese alla cima dell’Everest scalando i gradini di casa, è nata in lui una gran voglia di pedalare e, per non rimanere indietro rispetto (quella che sarebbe dovuta essere) la marcia spedita dei professionisti, decide di partire con qualche giorno di anticipo per non farsi trovare impreparato per la prima tappa del Giro (virtuale) d’Italia. Dove? Nel giardino di casa, su un anello di circa 35 metri da ripetere e ripetere e ripetere, fino a coprire i 136 chilometri che separano la costa tirrenica dal Canale di Sicilia. Un’impresa da matti? «Beh, sicuramente un po’ sì – commenta Francesco con ironia -, perché l’idea nasce dal desiderio di continuare a proporre imprese inusuali ed estreme in casa mia durante questo periodo eccezionale e triste». L’inizio della pedalata alle 6 di mattina, quando l’aria è fredda al punto da dover indossare un berretto in testa. Talmente presto da anticipare la consegna del pane appena sfornato da parte del panettiere che evade gli ordini porta a porta. «Capisco che pedalare a dodici chilometri all’ora intorno al mio giardino non sia come sostenere i su e giù del Giro – continua Francesco – ma il mio passo d’alta montagna è riuscire a coprire così tanti chilometri con questa bici e girando col rischio di farmi girare la testa». Durante la sua fuga trova alcuni compagni di viaggio come i fratelli, che provano a stargli dietro sia in bici che in monopattino, i nonni e i vicini di casa, incuriositi dalla sua ennesima impresa bizzarra. Al contrario dei professionisti si ritaglia il tempo per scendere dalla bici e mangiare un sostanzioso piatto di spaghetti. Nel pomeriggio si presentano i primi ostacoli: «Il fondo schiena fa malissimo, le spalle pure e inizia a farsi sentire la debolezza – ammette – e così, nelle ultime ore di sforzo, ho corso tanto sui pedali». Poco dopo le 20 l’aria si fa frizzante e cresce l’entusiasmo: tutta la famiglia capisce che l’impresa di Francesco è vicina al suo compimento. Così scendono tutti in giardino e preparano un laccio teso da lasciare andare non appena Francesco taglierà il traguardo dei 136 chilometri. Tra gli applausi e la felicità dei suoi cari per vederlo una buona volta andare a letto presto, la famiglia Zamperlin si prepara a fare festa e un’attesa cena tutti insieme, per festeggiare una follia che ha regalato un sorriso al vicinato e non solo. «Oltre alle 11 ore in bici e ai quasi 3900 giri del giardino di casa dovrò anche montare 14 ore di riprese, sarà dura». Ma Francesco ce l’ha fatta e le immagini della sua avventura sono su Youtube, sul suo canale (porta il suo nome, Francesco Zamperlin) che è riuscito a riscoprire in questo periodo inatteso.
CP

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