In questo lungo periodo di lockdown sociale e anche sportivo la nostra attenzione è rivolta ai protagonisti del nostro calcio che tutte le domeniche ci tengono compagnia facendoci divertire.
Nel tempo tra cronisti e protagonisti del nostro calcio in talune situazioni si creano anche ottimi rapporti interpersonali tali da volerne mettere in evidenza la carriera e la persona facendo una lunga.
Parliamo di Paolo Pellegrini, capitano di questo Almè dei “miracoli” di nuovo presieduto da Bruno Crotti che in sole tre stagioni ha fatto grandi progressi con ottimi risultati sportivi.
Paolo, come si vive senza calcio?
“Un po’ come tutti in questo periodo, nell’attesa che la situazione sanitaria continui a migliorare per poi sperare di ripartire al più presto nella prossima stagione, salvaguardando la salute e la sicurezza delle persone. E’ pacifico che dopo tante stagioni di calcio stiamo vivendo una situazione nuova e imprevedibile e ci rammarica parecchio, perché il rito degli allenamenti in gruppo e della partita ci manca parecchio. Fortunatamente dal punto di vista familiare non ci sono state ripercussioni e questa è stata la cosa più importante, il calcio viene in secondo ordine in situazioni del genere. Mi sono comunque tenuto in forma dal punto di vista fisico, ho mantenuto i contatti con i compagni di squadra e ne ho approfittato per dedicare più tempo alla mia famiglia e alle mie due figlie ancora piccole di cui una nata da pochi mesi, continuando anche l’attività lavorativa. Bisogna essere realisti e fiduciosi per il futuro. Certezze non ce ne sono, speriamo che l’emergenza sanitaria si attenui maggiormente”.
Verranno congelate le classifiche, sembra proprio questo l’orientamento, cosa possiamo dire?
“E’ giusto che gli organi preposti a queste decisioni facciano attente valutazioni e poi decidano per il meglio, non penso proprio sia il caso di dare suggerimenti”.
Vi aspettereste di essere comunque promossi visto il fatto di aver guidato la classifica dalla prima giornata fino allo stop?
“E’ sicuramente auspicabile, abbiamo fatto un ottimo campionato, io come capitano posso dire che il merito è di tutti. Si è cementato un gruppo di giocatori esperti e anche meno affermati che si è si è stretto in amicizia e senza nessuna rivalità e i risultati lo dimostrano, anche se non abbiamo mai dato per scontato di aver ipotecato la vittoria, perché avevamo avversarie valide, fra tutte Gorle in primis e poi Falco insieme ad un altro buon numero di squadre che avrebbero potuto darci fastidio. Ad inizio stagione non avevamo l’obbligo di vincere, pensavamo comunque di poter far bene e lo abbiamo senza presunzione dimostrato. Certo ci sarebbe piaciuto giocare fino alla fine perché soprattutto il calcio ci è mancato. Adesso ci piacerebbe anche festeggiare come corollario del nostro campionato ma è giusto attendere le decisioni delle istituzioni sportive”.
Da capitano ti senti il condottiero di questa bella avventura?
“Fino ad un certo punto, la squadra aveva parecchi punti di riferimento con una vasta esperienza calcistica ed è stato tutto più semplice in un certo senso, un mix di ragazzi ben assortito ed un allenatore esperto come Paolo Fracassetti che non ha bisogno di presentazioni che ci ha indicato con equilibrio la giusta via”.
Come e quando si potrà ripartire?
“Fino a quando tutto non sarà finito ci vorrà sobrietà nei comportamenti, molta attenzione alla propria persona e anche agli altri, visto che è uno sport di contatto e con vita di spogliatoio”.
Ultima parte dedicata al libro dei ricordi e cioè della carriera vissuta. Le tappe sono le giovanili con Albano e Pergocrema, poi Caravaggio, Rudianese , Ghisalbese, Villa d’Almè, Brembate Sopra, Paladina e Almè. Rimpianti?
“Non so se avrei potuto fare di più, a volte le situazioni cambiano velocemente senza rendersene conto. Devo dire con tutta onestà che avrei dovuto magari avere un po’ più di carattere, ma se ritorno con la memoria alle esperienze di anni fa, come Caravaggio e Rudianese, va detto che era un calcio diverso e di alto livello con interpreti parecchio dotati calcisticamente”.
Le stagioni che ricorda con maggior piacere?
“Sicuramente la promozione in serie D con la Rudianese e poi queste stagioni con l’Almè con la prima promozione da imbattuti e speriamo anche con questa. Non me lo sarei mai aspettato perché dopo la stagione iniziata a Villa d’Almè e conclusa a Brembate Sopra mi ero guardato in giro trovandomi praticamente senza squadra visto che il Brembate Sopra aveva chiuso la propria storia”.
Allenatori , compagni, avversari e dirigenti che ricorda volentieri?
“Ho incontrato e mi sono confrontato con parecchie gente, ma complessivamente mi sono trovato bene dappertutto e con tutti. Mi vien da dire Diego Genini e Massimo Ottolenghi come allenatori, Germano Peli a Ghisalba e Giovanni Salvi a Paladina come dirigenti e come avversari di centrocampo mi viene in mente Dinoni che però quest’anno era con me ad Almè. Ma ce ne sono molti altri”.
Prima dei saluti parliamo delle prospettive future.
“E’ un po’ difficile sapere dove sarò l’anno prossimo viste le circostanze, ma sicuramente sono pronto a fare il massimo possibile ancora per un bel po’”.
E con il classico arrivederci sui rettangoli di gioco ci congediamo.
Giovanni Vitali