Capolavoro Atalanta. 322 milioni di plusvalenze senza mai indebolire la squadra. I grandi titolari di oggi pagati con le cessioni dei panchinari
L’Atalanta è un capolavoro finanziario da studiare nelle università non solo sportive. Considerati i bilanci floridi della società, gli investimenti infrastrutturali e gli incredibili risultati ottenuti sul campo nelle ultime stagioni, in dieci anni dalla B alle prime otto in Europa, il modello Atalanta andrebbe applicato a livello amministrativo! Un numero su tutti però spicca, limitandosi allo splendido quadriennio targato Gian Piero Gasperini in panchina (i giocatori li valorizza lui), con Giovanni Sartori da direttore dell’area tecnica (che scova i talenti) e Luca Percassi supervisore del mercato, senza dimenticare i responsabili del settore giovanile: i 322 milioni di plusvalenze. Verrebbe da dire che sono solo operazioni di mercato classiche ovvero prendo un giocatore, lo valorizzo e poi lo sacrifico per fare cassa. La storia delle provinciali, da sempre, che per capirci in queste ore si rinnova per esempio nella complicata vendita di Federico Chiesa dalla Fiorentina alla Juventus. Indebolendo la squadra viola con annessa rivolta dei tifosi… Invece questa è una storia diversa, si tratta di cessioni indolori, quasi invisibili, per questo quel dato va analizzato. L’Atalanta vende a peso d’oro giocatori che non servono alla sua crescita tecnica. Queste cessioni milionarie riguardano giocatori importanti, nei bilanci, ma quasi ininfluenti dal punto di vista tecnico della squadra. SkySport li ha riepilogati, a livello cronologico e finanziario. L’aggiunta che facciamo è la tara del peso specifico nell’undici che avevano. In questa lunga lista spiccano pochissimi titolari veri. Da intendere come cessioni buone per le casse ma sanguinose per la formazione. Lo erano Kessie e Conti nel 2017, lo erano Caldara e Cristante nel 2018, lo era Mancini nel 2019 anche se nell’ultimo bimestre era tornato regolarmente in panchina soppiantato da Djimsiti. Gagliardini nel gennaio 2017 era una meteora: titolare da due mesi appena. Castagne nel 2020 non era titolare, ma una riserva seppur fondamentale per le rotazioni. Tutti gli altri? Promesse, scommesse ancora non sbocciate. Petagna in nerazzurro ha segnato 9 gol in due campionati di A, Barrow ha segnato 4 gol in due anni e anni mezzo, Ibanez non lo ha mai visto nessuno (meno di mezz’ora in campo), Kulusevski e Traore sono stati fenomenali a livello giovanile ma in prima squadra non sono arrivati a 90 minuti a testa, Bastoni in un biennio in prima squadra ha accumulato una manciata di presenze marginali. Ovviamente si tratta di giovani, ceduti prima dell’esplosione definitiva (Bastoni, Kulusevski, ora Traore’), ma resta il dato che erano giocatori che non facevano parte della prima squadra, delle rotazioni. Eccolo il capolavoro atalantino: 322 milioni di plusvalenze in quattro anni in cui la squadra è sempre cresciuta e si è rinforzata acquistando giocatori esperti di valore internazionale – da Ilicic e De Roon, da Pasalic a Malinovskyi, da Zapata a Muriel, da Miranchuk a Lammers, sono state tutte operazioni da 15/18 milioni ciascuna – per consolidarsi a livello di Champions League, grazie alle cessioni di panchinari e ragazzini…
Fabrizio Carcano