In campionato, il quarto risultato utile consecutivo è coinciso con il primo successo in categoria, dopo ben tre segni X e due mezze imprese, dinanzi a Brembate Sopra e Ranica, occorse con l’uomo in meno. In Coppa Lombardia, due pareggi e la vittoria sul Cologne hanno determinato sì il primato nel girone ma non sono stati sufficienti, per avere la meglio del Ranica e della Dea bendata, dato che il sorteggio, effettuato giovedì scorso, ha infine premiato i gialloblu. Nel complesso, sono dati più che positivi per la matricola Carobbio 2020, accompagnata sul nuovo palcoscenico da uno dei volti più fidati del presidente Manuel Toti, vale a dire il diesse Pierluigi Danesi. Il salto di categoria si sta facendo sentire, ma non soltanto in termini di difficoltà oggettive, riscontrate sul terreno di gioco. C’è un amalgama da rincorrere, nel segno dei tanti nuovi nomi portati dall’estate del mercato, al cospetto di uno staff tecnico costretto a ritarare l’asticella. E in un contesto arroventato, come il girone E di Prima categoria, ci sta pure che l’entusiasmo sia messo presto a dura prova, dinanzi a un organico largamente rinnovato, pertanto ignaro di quel che è accaduto l’anno prima, e dinanzi ad alcune partite decise, in particolar modo, dai fatidici episodi. Vedasi l’affrettata espulsione di Pinessi, dopo soli dieci minuti, contro il Brembate Sopra. Vedasi i tre cartellini rossi, rifilati non senza dubbi o discussioni, che pure non hanno inficiato la reazione biancazzurra, culminata contro il Ranica nel pari di Ardemagni a pochi istanti dal 90’. Così come è arrivato nel finale di gara il gol che ha deciso la trasferta-tabù di Camanghè. Sul campo della Zognese, matricola di super-lusso, indiziata per un ruolo di altissimo profilo, già si pregustava un’altra sfida pirotecnica. Invece ecco un solo, ma decisivo, gollettino ad opera di El Mansoury, per un colpaccio dall’immane peso specifico, utile a sottolineare l’estrema armonia che caratterizza l’ambiente biancazzurro, sotto la sapiente regia del diesse Danesi. Il mix più propizio, in termini di conoscenza del gioco e lettura delle dinamiche dilettantistiche, per gestire il difficile salto dalla Seconda alla Prima. E una componente umana che sa fare la differenza, in compartecipazione con la calma e l’attitudine al dialogo profuse da mister Marco Belometti e dai suoi più stretti collaboratori. L’alchimia non è in discussione, nemmeno sul nuovo palcoscenico. Quel che sorprende, e che per certi versi stona persino, è il basso profilo che continua a riguardare il direttore sportivo del Carobbio 2020. Dirigente ormai di lungo corso, avvezzo ad anteporre i fatti alle parole, sta riuscendo in un nuovo piccolo miracolo, all’insegna dei rapporti collaudati, a partire da quelli instaurati con giocatori che conosce come le proprie tasche. Chi ha condiviso con Danesi tappe del passato, come Nuova Valcavallina o Atletico Sarnico; chi è stato espressamente richiesto quest’anno, quale parte estremamente funzionale in un progetto tecnico che andrà analizzato sul medio-lungo termine. La vittoria di Zogno sa di primo fondamentale momento di verifica. Carobbio degli Angeli e il Carobbio 2020 hanno di ché essere ottimisti: con un diesse navigato e lungimirante come Danesi in cabina di regia, la Prima categoria fa meno paura.
Nik
mercoledì 15 Ottobre 2025

