Un malinconico lutto si abbatte sulla scena dilettantistica e sul calcio bergamasco. Ci ha lasciato, improvvisamente, lo scorso 19 febbraio, Mario Luzzana, 81 anni, un po’ segretario, un po’ addetto-stampa, infaticabile e appassionato tuttofare di alcune delle società più iconiche, come Pedrengo e Scanzorosciate. Impegnatosi, anni addietro, anche in ambito professionistico, con l’Alzano Virescit, vale a dire la squadra-gioiello del suo paese, Alzano Lombardo, poteva annoverare anche esperienze nel calcio femminile, nei primi Anni Duemila, con l’allora ACF Bergamo. Ricostruire in ogni dettaglio le tappe di una carriera trascorsa dietro le quinte appare, persino, sminuente, dato che Luzzana amava, prima di tutto, mettere in campo la propria competenza e la propria disponibilità, al di là della categorie o dei campionati in questione. Resta il ricordo di un uomo mite, preparato, pronto a risaltare da raccordo perfetto, negli ingranaggi di società che, trattandosi di dilettantismo, non potevano che anteporre la professionalità, per ricalcare il professionismo. Memorabili gli incontri vissuti presso gli impianti che, in tempi più recenti, gli sono valsi da feudo prediletto: Pedrengo prima, Scanzo poi. A mo’ di filo-conduttore, oltre ai successi riscossi da due club che nell’ultimo ventennio hanno saputo fare scuola, la cieca dedizione e la passionale carica profuse da un uomo che tutti gli addetti ai lavori ricordano, ora, con estremo affetto. Che la terra sia lieve, caro Mario.
Nikolas Semperboni

Nella foto, Mario Luzzana è il primo da sinistra