LISBONA – Il sogno di una notte di mezza estate si è spento quando di solito si chiudono le porte della città. L’Atalanta stava realizzando un’altra grande, e storica, impresa ma ha dovuto cedere, quasi di schianto, alle folate vorticose del vento parigino. Uno-due micidiale (Marquinhos e Choupo Moting) e i nerazzurri sono stati affondati. Non certo per demeriti, sicuramente per la forza propulsiva del Paris S. Germain che ha saputo soffrire e resistere, evitando di subire il 2-0. E poi sono entrati in campo i suoi giocatori di qualità, riuscendo a venire a campo di una partita particolare con Neymar che sperperava occasioni d’oro e con un centrocampo in balìa della forza d’urto dei nerazzurri. Non è un caso che la squadra di Tuchel abbia vinto quando sono entrati in campo Mbappè ma soprattutto Draxler e Paredes. I due centrocampisti parigini, freschi e brillanti, hanno scardinato il muro nerazzurro. Si resta male a subire due gol in pochi minuti, quelli finali, perché l’Atalanta aveva lottato e resistito magari con la volontà e la determinazione di realizzare un sogno piuttosto che con la solita lucidità e una bella organizzazione, due doti che sono venute meno nel finale. E del resto il Paris S. Germain ha realizzato i suoi due gol decisivi sfruttando non solo le capacità offensive dei suoi attaccanti ma soprattutto la superiorità numerica causa l’infortunio di Freuler, proprio sul più bello. Gasperini, che aveva visto, nel secondo tempo, l’Atalanta patire le pene dell’inferno davanti agli attacchi forsennati ma inconcludenti di Mbappè e di Neymar, ha giocato d’azzardo cercando di alzare quello che viene chiamato baricentro, fuori Pasalic dentro Muriel ma le scelte non sono andate a buon fine. Anzi. Le mosse vincenti, invece, le ha messe in opera Tuchel: dentro due centrocampisti offensivi e di qualità come Draxler e Paredes al posto di Gueye e di Herrera, decisamente inconcludenti. Ecco la svolta è stata, a mio avviso, proprio questa. Certo il tecnico tedesco aveva buttato nella mischia, all’inizio di ripresa, Mbappè che subito era partito a velocità supersonica, senza però riuscire a incidere anche se si è dimostrato più efficace di Neymar, funambolico ma improduttivo e soprattutto sempre lamentoso nei riguardi del mediocre arbitro Taylor. E’ stata la prima soluzione di qualità e in quel momento sono cominciate ad affievolirsi le spinte dei nerazzurri. Gomez, preso a botte dai difensori parigini, ha dovuto lasciare il campo anzitempo per un Malinovskyi decisamente spaesato. Si è spenta la luce perché mancando le accelerazioni del Papu l’Atalanta è stata costretta ad alzare un muro che sembrava di gomma perché poi i nerazzurri rimbalzavano in avanti ma senza lucidità. E alla fine le forze fresche hanno prevalso e magari la fortuna. Ci sono stati errori, non colpe. Ma quando piovono frecce acuminate da ogni dove, non sempre i baluardi tengono. Di sicuro l’Atalanta chiude una stagione strepitosa, è mancato proprio un soffio, il soffio della gloria. Adesso comincia un’altra avventura.
Giacomo Mayer