Bergamo – La Città dei Mille è diventata per un giorno capitale della donazione di organi. A Bergamo, nell’ormai lontano 14 novembre 1971, Giorgio Brumat, originario del Friuli, (28 maggio 1929-19 giugno 2001), uomo particolarmente sensibile alla sofferenza umana, lanciò un’idea che avrebbe cambiato radicalmente la storia e la vita di centinaia di migliaia di persone. Il ricercatore scientifico, allora quarantaduenne, con grande intuito, toccato dalla sofferenza, comprese la necessità di assistere inizialmente i malati dializzati, grazie alla sua frequentazione degli ambienti ospedalieri per motivi professionali. Lo spessore umano di questo caparbio uomo di scienza è ben illustrato nel libro, da lui stesso scritto, in occasione dei primi vent’anni di DOB-AIDO:
“..Nel mese del luglio 1971 convocai l’Assemblea parrocchiale per predisporre il programma dei festeggiamenti in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale del quartiere Monterosso. Si decise che oltre agli addobbi, luminarie, banda, cerimonie, si dovevano aggiungere anche manifestazioni ricreative: pesca di beneficenza, gare sportive, ecc. La discussione si animò perché tutti volevano proporre idee e dettagli…”
Qui intervenne Brumat con una affermazione che sorprese tutti:

“…Perché per testimoniare la solidarietà e la fratellanza umana non andiamo tutti il giorno della consacrazione della chiesa a donare parte del nostro sangue all’AVIS? E perché non creiamo un’Associazione per la donazione degli organi?”.

Quel giorno, presso il Quartiere Monterosso, Brumat fondò l’associazione DOB-Donatori Organi Bergamo, partendo dalla donazione del sangue e con i primi 120 volontari. E’ fin troppo facile dunque affermare che la prima scintilla di amore per il prossimo sofferente, come mi piace pensare essere Aido, ebbe la propria culla proprio nel nostro quartiere cittadino. L’idea fu subito seguita a livello nazionale , con richieste di apertura di sezioni Comunali e Provinciali in tutta la Penisola. Fu così che il 26 febbraio 1973, a meno di due anni dalla nascita di DOB, la stessa si trasformò nell’attuale AIDO – Associazione Italiana Donatori di Organi, con nuovo statuto e nuovo simbolo. Il progetto locale divenne così nazionale fino ad arrivare a toccare gli attuali oltre 1.400.000 iscritti ed una diffusione tanto capillare quanto emozionante per chi ne fa parte attivamente.

La sezione di Bergamo non poteva non sottolineare l’importante ricorrenza e con l’ausilio di Poste Italiane ha deciso di far emettere uno specifico annullo filatelico che riporta i due loghi sovrapposti in una sorta di passaggio di testimone che mi piace chiamare “della solidarietà”. E da Bergamo il messaggio parte per l’intera Nazione, città simbolo di una solidarietà che la recente pandemia ha ulteriormente rafforzato (ndr: un evento su tutti , la creazione in pochi giorni dell’ospedale da campo in Fiera).
Come si evince dal comunicato stampa, Poste Italiane così sottolinea la figura di Brumat “… Da lì partì un’esperienza umana e di fratellanza senza eguali in Italia. Brumat scoprì, con esemplare intuito, come da un gesto semplice e gratuito si poteva sviluppare un percorso di solidarietà e di salvezza per migliaia di vite umane”.
La cerimonia di bollatura si è tenuta, in un contesto di emozione e riconoscenza a donatori e personale medico, ieri mattina presso il “Palamonti C.A.I. Bergamo” di Bergamo. Per l’occasione erano presenti il Presidente Provinciale dell’ A.I.D.O, Monica Vescovi e il Cavaliere Leonida Pozzi. Per Poste Italiane ha partecipato il Direttore dell’Ufficio Postale di Bergamo Centro, Annalisa Lomboni con la collaborazione della Referente Filatelia Giuseppina Montanino. Inoltre è stata predisposta per tutto il pomeriggio una postazione dedicata per la distribuzione delle tre cartoline annullate. L’annullo speciale, dopo l’utilizzo nella giornata di emissione, sarà depositato presso lo Sportello Filatelico dell’Ufficio Postale di Bergamo Centro per i centoventi giorni successivi, al fine di soddisfare le richieste dei collezionisti, per poi essere depositato presso il Museo Storico della Comunicazione.

Aido, instancabilmente, prosegue nelle sue tappe di crescita e di sviluppo del messaggio vitale della donazione, che salva vite e continuerà in futuro a farlo grazie al cuore generoso e rivoluzionario di Brumat.

Giuseppe De Carli

foto di copertina Eugenio Biella