Gioco, divertimento e un occhio alla solidarietà, nei principi-cardine degli Amici Mozzo, società giovane, nata soltanto nel 2008, e che come tale può contare sull’entusiasmo dei suoi tesserati e sulle fervide idee del suo gruppo dirigenziale. Presidente dal 2010, Marco Agazzi evidenzia con orgoglio l’atipicità di un’idea di sport postasi al servizio dell’aggregazione e della solidarietà, a dispetto di troppi presidenti intenti a promuovere la corsa verso il successo e la competizione: “Sia chiaro che noi non impartiamo lezioni a nessuno, ognuno è libero di fare come gli aggrada, secondo i criteri che più gli competono. Gli Amici Mozzo si sono prefissati fin dagli anni della fondazione di anteporre l’aspetto del divertimento e della solidarietà, offrendo un’opportunità di gioco e aggregazione a chi si riconosce nella nostra filosofia. Non paghiamo nessuno per giocare, anzi sono i ragazzi stessi a versare una quota al momento dell’iscrizione, nello spirito che compete al gruppo di amici che predilige la condivisione di idee e interessi. Possiamo contare su una squadra di Terza categoria, su una squadra di calcio a 7 affiliata al CSI e poi c’è il progetto “Special Team”, incentrato su elementi che, a dispetto della disabilità, provano a fare della diversità e delle differenze la normalità, giocando a calcio, sempre in un torneo affiliato al CSI, e provando a coniugare fatica e divertimento. L’aspetto legato alla solidarietà è sempre stato preponderante, tanto che le nostre sorti si sono allacciate negli anni anche al Patronato San Vincenzo, e poi se si vince tanto meglio, ma il successo non deve essere la nostra priorità. I nostri tesserati sono circa un centinaio, tra giocatori, dirigenti e collaboratori e nel nostro piccolo siamo felici così. Resta il parziale rammarico dettato dall’impossibilità di giocare a Mozzo le partite della prima squadra, dirottata su Valbrembo. Giocare a Mozzo sarebbe il top, ma con le premesse che sussistono, alla luce dell’impossibilità di far coesistere due squadre sullo stesso campo di gioco, riteniamo di aver ottenuto la soluzione più opportuna e ragionevole.  Non ci diamo fastidio e ognuno può continuare a portare avanti il proprio calcio”.

Nik