Atalanta – Juventus 1-2 (0-1)
ATALANTA (3-5-1-1): Sassi 6; Del Lungo 6,5, Berto 5, Regonesi 5,5; Oliveri 6,5, Zuccon 6 (15′ st Pagani 5), Panada (cap.) 7 (43′ st Muhameti sv), Giovane 7 (33′ st Chiwisa 5,5), Renault 6 (15′ st Bernasconi 6); Sidibe 6; Cisse 6,5. A disp.: Dajcar, Bertini (p), Hecko, Fisic, Omar. All.: Massimo Brambilla 6.
JUVENTUS (4-4-2): Senko 6; Savona 5,5, Nzouango 5,5, Muharemovic 6,5, Rouhi 6 (40′ st Hasa sv); Mulazzi 6,5 (40′ st Cerri 7), Bonetti (cap.) 6 (29′ st Sekularac 6), Turicchia 6,5 (22′ st Omic 6,5); Iling 6; Mbangula 7 (22′ st Turco 5,5), Chibozo 7. A disp.: Scaglia, Daffara (p), Citi, Fiumanò, Doratiotto, Strijdonck, Maressa. All.: Andrea Bonatti 6,5.
Arbitro: Saia di Palermo 7 (Pragliola di Terni, Bianchini di Perugia; IV Madonia di Palermo).
RETI: 47′ pt Mbangula (J), 17′ st Cisse (A), 47′ st Cerri (J).
Note: mezza sera calda e afosa, spettatori 500. Cooling break: 23′ pt, 23′ st. Ammoniti Del Lungo, Rouhi, Chiwisa e Turco per gioco scorretto, Mbangula per simulazione. Tiri totali 11-12, nello specchio 3-5, respinti/deviati 2-1, parati 1-3, legni 1-0. Corner 4-3, recupero 2′ e 6′.

Sassuolo (Modena)Cerri stoppa l’ultimo rilancio di Omic e insacca di sinistro: la Juventus scippa la semifinale scudetto (venerdì, sempre al “Ricci”, contro la Roma) alla Primavera dell’Atalanta, colpevole di avere un protagonista solo, in prima persona singolare indeclinabile. Uno che sa sbucare dal nulla facendosi perdonare lo spreco di una frazione intera spesa a provarci. Dopo tre errori, la girata mancina sulla palla dal fondo di Giovane per rimetterla in pari, cioè avanti per le regole sul posizionamento in regular season, salvo amnesia number two nel final (sempre al “Ricci”, venerdì alle 18) contro la Roma. Moustapha Cisse non resta fermo al palo del ventisettesimo e all’occasionissima ulteriore del vantaggio a schiena all’indietro, rimediando pure al regalo di Berto al duo avanzato nemico a fil d’intervallo.
Suonata la sveglia a un match bloccato dalla botta imprecisa di Sidibe in asse con Panada e lo spondista Cisse alla sporca dozzina, imitati dall’aperturista Giovane e Zuccon al culmine del secondo schema d’angolo, due scollinamenti oltre il quarto d’ora Mulazzi s’inserisce debolmente di testa sul lancetto di Bonetti senza affanno per Sassi. Casomai fa paura la revisione controsterzante al ruolo di suggeritore del firmatario della mezza chance precedente, lungo la verticale Muharemovic-Iling, anche perché Chibozo al ventesimo è in ritardo e incrocia pericolosamente Oliveri. Leggi rischio impellente di fischietto in bocca e dischetto da indicare. Ma i pericoli sono un paio di più per chi ha un solo risultato entro il novantesimo per passare, vedi doppia occasione del guineano intorno al ventisettesimo, che fa fuori Nzouango sulla sventagliata del suo regista per cogliere il palo lontano basso a giro e quindi si ritrova l’attrezzo troppo sotto nel prendersi il terzo tempo per sfruttare al meglio il traversone dell’esterno palermitano.
Occhio dietro, perché il pressing alto altrui provoca quantomeno qualche disimpegno errato e il retropassaggio azzardato di Berto (28′) regalando un corner e al 32′ il medesimo deve stoppare col corpo il tentativo di Turicchia. Se il ragazzo là davanti stacca ancora (36′), stavolta sul tiro dalla bandierina sinistra del capitano, dall’altra metà della sfida arrivano due risposte, di nuovo la mezzala sinistra da fuori, di seconda, dopo un’azione avvolgente e il rinvio in gioco aereo del centrale destro atalantino sul crossetto di Savona ,e il diagonale mancino imperfetto di Chibozo raggiunto dall’arretrato Mbangula. A un settebello dalla pausa, nondimeno, è Mousta a difettare di mira sterzando tra i centrali sull’allungo dellunghiano per spararla alta da pochi passi, generando l’operazione contrappasso col perno nerazzurro a perdere palla a favore del dirimpettaio che serve il compagno di reparto ormai smarcatissimo che l’aveva aiutato nel pressing.
Nella ripresa gli squilli portano la firma del settimo giro di lancetta, quando il centrale sinistro juventino contrasta Zuccon oltre il vertice destro sul servizio di Del Lungo e la ripartenza rifinita dall’autore del rompighiaccio coglie la scucchiaiata a lato dal limite del suggeritore dello schema bonattiano. Al dodicesimo l’onda lunga di una punizione atalantina sforna il tiro a giro di Renault, prima conclusione in porta dei suoi, e il tap-in deviato in fallo di fondo del braccetto destro. Quindi il pari e patta al diciassettesimo, mentre il marcatore avversario sul tacco no look del partner di reparto simula uno sgambetto panadiano inesistente. Attenzione vivissima, invece, del portiere nostrano per dire di no al sinistro di Iling appena da fuori con un balzo felino a difesa del palo di competenza. Paura residua e, col senno di poi, prove generali di beffa, sull’aggancio impreciso di Turco in linea con Sekularac (38′) e la spaccata mancina di Muharemovic (45′) solo soletto, al volo, sul calcio franco da sinistra del suo compagno-fantasista a confronto speculare. Va detto che la zuccata di Muhameti accompagnata da Bernasconi, fosse finita dentro e non sui guantoni di Senko, avrebbe detto passaggio del turno e stop. Un rimbalzo in eccesso vanifica il conato dalla lunga di Omic nel recupero, poi il patratac c’è lo stesso.