Zingonia – “Decisiva? Dopo questa ne mancheranno altre diciannove”. Altolà a chiunque abbia anche solo osato pensare alla parola “bivio”: la sfida della sua malconcia Atalanta al Catania fanalino di coda, per colui che dirige il traffico tra Zingonia e il “Comunale”, non può essere né da ingorgo pericoloso né da rampa d’accesso all’autostrada di una comoda salvezza. Il vigile Stefano Colantuono ha voglia di fare anche il pompiere: “Che sia un impegno importante non lo mette in discussione nessuno. Ma guai a credere che una vittoria risolverebbe i problemi”.
Già, le magagne di una macchina attrezzata per la mera permanenza al piano di sopra e dal motore sbiellato: dall’ultima delle cinque vittorie, il 2-1 al Bologna del 10 novembre scorso, sono passate sei giornate. Per la miseria di due punticini, ottenuti con la Roma e a Marassi contro il Genoa. Giunta al tagliando di fine andata, la carrozzeria nerazzurra mostra segni di corrosione e la meccanica denuncia pezzi mancanti che pesano: “Non c’è Carmona e a centrocampo bisogna comunque conservare un certo equilibrio – osserva il mister, che non può contare nemmeno sul convalescente Consigli e lo squalificato Raimondi -. Qualcosina ho in mente, davanti. E non vorrei sconvolgere gli assetti di San Siro, dove non abbiamo fatto male”. Migliaccio o il regista-bis Baselli nel vivo del gioco accanto a Cigarini, tradotto in parole povere. Perché nel tris buscato dal Diavolo il Cola riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno a distanza di giorni: “Ho letto che avremmo avuto un approccio sbagliato, non sono d’accordo. Prova ne sia che abbiamo rischiato di prendere gol in contropiede subito in avvio, proprio per la foga di guadagnare metri di terreno: non eravamo mica mosci, attaccavamo anche in sette. La partita l’abbiamo sbagliata a Parma e Livorno, non domenica scorsa”. Stavolta, nel primo dei due match cruciali con pericolanti isolane davanti al pubblico amico (settimana prossima sale il Cagliari), nell’abbondanza di centrali difensivi (Lucchini è abile e arruolato) tocca fare a meno del guardiano titolare. E alla lista degli acciacchi, assortiti come un cabaret di cioccolatini al veleno, si aggiunge la beffa di una malattia esantematica: “Quando ho saputo della varicella di Consigli, ho pensato che per fortuna l’ho già fatta. C’è Sportiello, un ragazzo che ha fatto bene in Coppa Italia e non lascia trasparire particolari emozioni”.
Sul resto della truppa, niente stravolgimenti al netto dei soliti misteri: “Maxi può giocare anche a sinistra, ma non dobbiamo complicarci la vita con soluzioni estemporanee. Quanto alla formazione, teniamo tutti sulla corda. In mezzo Baselli un po’ d’esperienza se l’è fatta, ma come dicevo è un problema di equilibri. Il punto fermo è la retroguardia a quattro”. Sulle fasce Bonaventura, Brienza e Kone si giocano il solito paio di maglie. L’imperativo categorico è evitare la coperta corta, senza riproporre catene o lucchetti di sorta sulla fascia: “Del Grosso con Brivio davanti? No, mica ci sono la Roma o la Juve dall’altra parte: le esigenze sono diverse”. Già, la cenerentola del campionato (insieme al Livorno) che fuori casa le ha perse tutte e nove e sta a meno cinque da quota 18, l’effimera ancora di salvezza atalantina: “La partita sarebbe stata egualmente importante anche se avessimo avuto sette od otto punti in più – rimarca Colantuono, ex di turno con Stendardo e Polito; di là ci sono il canterano Biraghi e Guarente -. In passato abbiamo vissuto momenti anche più delicati: è da vincere, ma se non vinci non cambia nulla. C’è ancora una marea di lavoro da fare, prima di poterci dire salvi di tribolazioni ce ne saranno per mesi e mesi”. La ricetta per passare un dopo-polenta al riparo da problemi di digestione? Semplice e lineare: “Giocare bene, da Atalanta. Creando come abbiamo sempre fatto, a dispetto dei pochi gol fatti. Al Milan avevamo pure segnato: su Benalouane i moviolisti si sono divisi. In ogni caso mi preoccuperei se non ci creassimo puntualmente quattro-cinque chances. Un giornalista magari guarda solo al risultato, un tecnico non può permettersi un simile lusso”. Ultime battute sullo sfidante: “Il Catania è un avversario di tutto rispetto, l’anno scorso ha fatto 56 punti. È partito sotto tono, ma con le recenti operazioni di mercato – ultimo arrivo, l’argentino Rinaudo – e la vittoria sul Bologna s’è rilanciato. Lodi porterà grandi benefici, come trame di gioco e sui calci piazzati. Certo, se giochiamo da Atalanta…”.
S.F.