Atalanta – Eintracht Francoforte 5-7 d.c.r. (2-2; 1-1)
ATALANTA (3-4-3): Musso 6 (11′ st Sportiello sv); Toloi (cap.) 5,5, Palomino 6 (11′ st Okoli 6), Scalvini 6,5; Hateboer 6 (33′ st Zortea sv), Malinovskyi 6 (11′ st Djimsiti 6), Ederson 6,5, Ruggeri 5,5; Lookman 7 (33′ st Soppy sv), Hojlund 7 (11′ st Zapata 6), Boga 5,5 (11′ st Muriel 6). A disp.: 31 Rossi, 43 Tavanti, 44 Palestra, 41 Chiwisa, 45 Muhameti, 40 De Nipoti. All.: Gian Piero Gasperini 6.
EINTRACHT (3-4-3): Ramaj 6,5; Touré 6,5 (15′ st Onguené 6), Smolcic 6, Ndicka 6; Buta 6 (15′ st Chandler 6), Tuta 6,5 (36′ st Brauburger sv), Hasebe (cap.) 6,5 (1′ st Loune 6,5), Lenz 6 (15′ st L. Pellegrini 6); Borré 6,5, Alario 7, Ebimbe 5,5. A disp.: 31 Grahl, 30 Mladenovic, 34 Baum. All.: Oliver Glasner 6.
Arbitro: Prontera di Bologna 6,5 (Ranghetti di Chiari, Lombardo di Cinisello Balsamo; IV Maggioni di Lecco).
RETI: 15′ pt Hojlund (A), 43′ pt e 3′ st Alario (E), 5′ st Hojlund (A).
Note: serata rigida, spettatori 8.368 per un incasso di 76.735,20 euro. Ammoniti Toloi, Borré e Zortea per gioco scorretto. Tiri totali 15-7, nello specchio 4-3, parati 2-1, respinti/deviati 1-1, legni 2-1. Corner 8-2, recupero 0′ e 4′. Sequenza dei rigori: L. Pellegrini gol, Toloi parato, Ndicka gol, Zapata gol, Ebimbe gol, Ederson gol, Alario gol, Scalvini gol, Borré gol.

Bergamo – Sei anni e mezzo dopo, di nuovo la lotteria dal dischetto. E l’Eintracht Francoforte nella rivincita dell’edizione del 2016 (6-5 ai rigori; 2-2 sul campo) prevale come l’altra volta. Distrazioni fatali, tipo Touré che centra dall’ala destra e Alario (avversario di Europa League in maglia Bayer) che impatta indisturbato di seconda prima di imbracciare la doppietta in avvio di ripresa affondando come una lama nel burro. Per segnare, anche nella venticinquesima edizione del Trofeo Achiulle e Cesare Bortolotti, kermesse alla memoria dei due grandi presidenti (1970-1990) ripresa dopo 3 anni di pausa per la ricostruzione della Curva Nord (2019) e le restrizioni pandemiche, l’Atalanta guarda sempre vicino e vede Lookman pronto all’insaccata. E se non c’è lui c’è il suo assistman diciannovenne di nome Rasmus sul favore di ritorno del rompighiaccio.
Una festa che rinnova il gemellaggio tra le rispettive tifoserie, suggellato dagli striscioni in Curva Nord (“Fino alla morte Bergamo e Francoforte”) e nel settore ospiti (“Lunga vita agli ultras” coi simboli dei due club). I tedeschi erano privi dei nazionali Kamada, Sow, Lindstrom, Gotze, Jakic e Kolo Muani, così come i bergamaschi di Maehle, Pasalic, De Roon e Koopmeiners.
Hojlund al quarto d’ora ha già messo il pallone solo da spingere in porta e l’anglo-nigeriano esegue il più comodo dei compitini. Un’azione ispirata da Scalvini, regista ufficioso pur nello spot di braccetto sinistro. A tiro del ventesimo il taco brasileiro di Toloi accompagnato dall’angolo da sinistra di un Malinovskyi arretrato in mediana non è esattamente de ouro come quelli famosi del compianto Socrates e il possibile raddoppio si impenna in Curva Sud. Al 26′ un appoggio in orizzontale errato dell’ucraino innesca l’intera linea di mezzo ospite, che si vede gettare alle ortiche il pressing dalla palla a rientrare di Ebimbe fuori misura. Scollinata la mezzora, il contropiede germanico sul secondo angolo viene rintuzzato da Musso, che vola per togliere dal palo di competenza il mancino di Lenz lanciato da Hasebe, mentre di qua le sterzate di Boga (33′) in triangolazione col centravanti che gliela ridà di tacco producono una loffia ravvicinata addosso a Ramaj.
La continuità non è roba da venerdì sera e al 36′ al jolly di Palazzolo sull’Oglio tocca immolarsi in caduta per sbarrare la strada al capitano avversario su scarico di Tuta, a sua volta innescato da Borré con un taglio dove finisce il campo. Un botta e risposta a ritmi da mercatini di Natale che prosegue col tocco sull’esterno della rete del danesino (38′) lungo la verticale tra le due ali e precede di una mini corsetta cronometrica il clamoroso legno colto a giro dal mediano senza fascia sopra citato a portiere di casa fuori dallo specchio per il suo stesso rinvio da quasi patatrac. Toloi, che nell’occasione la alleggerisce al suo portiere con troppa confidenza, a 2′ dall’intervallo respinge corto di esterno l’assist dal fondo di Touré (asse orizzontale tra Ebimbi e Borré) altrui e all’ex Leverkusen non resta che scagliare il pari in piena area sotto la traversa.
Al rientro dal tunnel Loune, servito dall’accentrato Buta, azzecca il filtrante per il temporaneo vantaggio dei portacolori dell’Assia, anche se l’illusione dura due battiti di ciglia con Ademola in fase di gegenpressing a pescare lo smarcamento del mancinone là davanti che chiude bene il diagonale del 2-2. Il baby centravanti prende anche la traversa e cede il terreno a Zapata nella girandola di cambi che avanza l’enfant prodige cresciuto a Zingonia a fianco dell’ex Salernitana. Al ventesimo ancora il bomber nemico allunga la punta della scarpa senza però trovare la porta, come il capitano del Mato Grosso (23′) in ascensore chiamato da Muriel dalla bandierina sinistra, in realtà una sponda per un compagno che non c’è. Ramaj si salva sbracciando oltre il montante (28′) dalla combinazione Scalvini-Zapata-Lookman (virato a sinistra) ringraziando invece il palo (30′) sul destro sempre dell’apripista su azione creata dalla catena tra Ruggeri e il Toro di Cali; al novantesimo Toloi, spostato a mancina, sbaglia mira sull’apertura di Zortea, che lo imita sparacchiando stavolta in curva la volée sul cross di Duvan (47′). Il premio “Valter Polini” (il medico sociale scomparso prima di una trasferta torinese) consegnato dalla figlia Federica per il giocatore più corretto va a Makoto Hasebe, il “Mario Bresciani” dalle mani della nipote Alessandra Moioli a Giorgio Scalvini quale migliore in assoluto.
Simone Fornoni