Atalanta – Cesena 5-2 (2-1)
ATALANTA (4-3-1-2): Pardel 5,5; Palestra 6,5, Tavanti 6,5 (22′ st Hecko 6,5), Guerini 6,5, Regonesi 6; Colombo 7, Chiwisa 6,5 (23′ st Roaldsoy 6,5), Muhameti 6,5; Vorlicky 8,5 (37′ st Bordiga sv); De Nipoti (cap.) 7 (36′ st Vavassori 6,5), Stabile 7,5 (16′ st Vitucci 7). A disp.: Maglieri, Illipronti, Del Lungo, Saleh, Gudmunsson, Pèrez, Omar, Bevilacqua, Fisic. All.: Marco Fioretto 7.
CESENA (4-2-3-1): Galassi 5,5; Sartini 6 (7′ st Pieraccini 5), Ferretti (cap.) 5, Elefante 5,5, David 5,5; Ghinelli 6, Lilli 6,5; Bernardi 6,5 (32′ st Sette 6,5), Lo Giudice 6,5 (7′ st Zoppi 6, 31′ st Amadori sv), Ferrara 7 (48′ st Guidi sv); Spatari 5,5. A disp.: Veliaj, Casadei, Suliani, Liburdi, Valentini. All.: Giovanni Ceccarelli 5.
Arbitro: Delrio di Reggio Emilia 7 (Morea di Molfetta, Rignanese di Rimini).
RETI: 23′ pt Vorlicky (A), 26′ pt Lo Giudice (C), 34′ pt rig. De Nipoti (A), 1′ st Stabile (A), 6′ st rig. Vorlicky (A), 24′ st Lilli (C), 50′ st Vitucci (A).
Note: pomeriggio soleggiato e caldo, spettatori 240. Ammoniti Lo Giudice, De Elefante, David, Zoppi, Palestra ed Hecko per gioco scorretto. Tiri totali 20-12, nello specchio 9-6, parati 4-4, respinti/deviati 2-4. Corner 5-2, recupero 0′ e 5′.

Zingonia – Il digiuno che durava dal 10 marzo 2021 contro l’Ascoli è ufficialmente terminato. E per la Primavera dell’Atalanta altro che satolle col suo super-fuoriquota a servire piatti, pentole e copercjhi sfornando manicaretti che nemmeno il più stellato degli chef. Infilare la sintesi nel cappello è duretta: vantaggio per spezzare la noia degli opposti tatticismi, palla dentro nell’azione del rigore, l’assist per tenere la freccia fino al gong e il secondo penalty per imbracciare la doppietta nella cinquina a due rifilata al neopromosso ed ex pari punti Cesena, grazie all’arrotondamento di Vitucci in asse con l’altro journeyman della settima giornata Vavassori e in sterzata per il diagonale sinistro ravvicinato. L’eroe di turno, sissignori, è Lukas Vorlicky, a Zingonia da sedicenne e adesso che è sulla ventina un reduce da troppi ingressi in infermeria.
Con uno così in squadra, e mettiamoci Stabile anche lui precocemente di sinistro sottoporta dietro il vassoietto dello scatenato moravo, le due dormite difensive suonano come meri incidenti di percorso, senza lasciare contusi o ammaccature, a dispetto della sfera in uscita catapulttata dall’out da Bernardi per la zuccata a palombella di Lo Giudice e la deviazione pressoché in area piccola in caduta di Lelli a correzione del tracciante dell’ex Ferrara, praticamente una conclusione mal riuscita. In classifica la seconda vittoria stagionale vale quota 7; sabato prossimo alle 11 si riceve la Fiorentina, il 23 alle tre del pomeriggio si rende visita al Napoli all’Arena Giuseppe Piccolo di Cercola e il mese si chiude proprio al gong, nel posticipo di lunedì 31 ospitando il Verona alle classicissime tre pomeridiane.
Lo spettacolo, al Centro Sportivo Bortolotti, seppur col numero 20 in voglia e in forma stratosferiche deve attendere oltre il quarto d’ora, quando un De Nipoti capace di acciuffare la quinta esultanza (3 dalla massima punizione, altrettanti gol consecutivi) telefona spostandosi dal vertice lungo la ripartenza innescata da un borseggio di Colombo. Manca un amen allo sblocco soprattutto psicologico, sulle ali di una qualità assoluta: recupero alto di Tavanti, le due punte ricamano e dispiegano il fazzoletto per l’imbucata del trequartista sterzata sul destro all’altezza del secondo palo. Alla mezzora la punizione di Muhameti deviata dalla barriera per il secondo corner, dal quale scaturisce il traversone a rientrare di Chiwisa per la schiacciata dritta per dritta di Guerini. Poi Ferretti, sul filtrante del fantasista-rompighiaccio, si mette alle calcagna di Stabile nel modo non consentito dal regolamento e il capitano trasforma mandando l’avversario a viole alla sua destra.
Le chances si sono susseguite una dopo l’altra. Al 36′ il passaggino al portiere da fuori della seconda punta atalantina favorito dal recupero di Chiwisa; tra 37′ e 38′ il migliore in campo si fa contrare in corner il sinistro dalla suola di David e a seguire allarga sullo smarcamento a due Colombo-Muhameti, oggetto del favore ricambiato a 5′ dall’intervallo ma incapace di incrociare il tiro nonostante il tacco al contagiri del compagno.
Se la prima frazione si chiude con la girata sul destro di Elefante al culmine del tiro dalla bandierina destra, la ripresa si apre immediatamente col botto vangando con voluttà l’area nemica. Il rigoricchio number two nasce dalla sventagliata del centrale destro nerazzurro per la sponda denipotiana, movimento utile all’aggancio del terzino sinistro cesenate a Palestra. I romagnoli non ammainano bandiera e le praterie si stendono sotto i tacchetti dei locali, salvo qualche allarme rosso a pelo d’erba: all’8′ l’ala sinistra bianconera converge facendo alzare giusto un po’ il gomito a Pardel, che poi s’impappina nel rinvio in scivolata spalancando lo specchio all’ingrato crossatore della metà delle reti dei suoi. Stabile sfiora il bis entrando come e quando gli pare, l’illusione dei Ceccarelli-boys di riaprirla svapora quasi subito. Niente da fare per il tentativo a due Ferrara-Ghinelli, appoggiato da mancina e finito addosso alla grande muraglia di Hecko; a una decina dal novantesimo Roaldsoy e la mezzala sinistra d’Albania trovano piedi e mani di troppo, mentre a una manita secca il portiere polacco chiude a Sette l’angolo di competenza
sul suggerimento del volto noto. Se son Vorlicky, fioriranno.
Simone Fornoni