In questo campionato anomalo tutti, chi più chi meno, si sono lamentati circa decisioni arbitrali poco gradite piuttosto che su un regolamento a dir poco imbarazzante. In testa alla classifica di questi continui piagnistei spiccano Conte e Inzaghi. Il primo, a cadenza regolare e a seconda dei risultati, si attacca a qualcosa: società, squadra non abituata a lottare per il vertice, piuttosto che calendario “truccato”; l’altro che non fa altro che creare alibi alla propria squadra (cosa secondo me gravissima per un allenatore): infortuni, sviste arbitrali e chi più ne ha, più ne metta. Caro Inzaghi, senza gli aiuti iniziati nella finale di Coppa Italia e continuati nel match di andata di quest’anno contro la Dea, molto probabilmente non avresti vinto mezzo trofeo e saresti a giocarti l’Europa League con le altre. Ecco, forse un po’ di autocritica a volte farebbe bene a tutti, e a questi due in modo particolare. Come insegniamo noi bergamaschi, non solo sul rettangolo verde ma anche nella vita di tutti i giorni, nelle difficoltà bisognerebbe tirar fuori gli attributi e rimboccarsi le maniche, senza scaricare le colpe sugli altri. Ma forse è molto più semplice fare così…
Matteo Bonomi