Coppa Italia, ottavo di finale – Bergamo, New Balance Arena – mercoledì 3 dicembre (ore 15) 
Atalanta – Genoa 4-0 (1-0)
ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello 6,5; Djimsiti 7,5 (15’ st Brescianini 6), Hien 6, Kolasinac 6,5 (15’ st Ahanor 7); Bellanova 6,5 (29’ st Bernasconi 7), De Roon (cap.) 7, Pasalic 7, Zalewski 7; De Ketelaere 7 (16’ st Samardzic 6), K. Sulemana sv (21’ pt Maldini 6); Scamacca 6,5. A disp.: 29 Carnesecchi, 31 Rossi; 3 Kossounou, 42 Scalvini, 6 Musah, 13 Ederson, 11 Lookman, 90 Krstovic. All.: Raffaele Palladino 7.
GENOA (3-5-2): Siegrist 5,5; Norton-Cuffy 5,5 (33’ st Venturino 5,5), Otoa 5, Vasquez (cap.) 5,5; Ellertsson 5,5, Masini 6, Frendrup 5,5 (26’ st J. Onana 5,5), Stanciu 6 (26’ st Cuenca 5,5), Fini 5; V. Carboni 5,5 (1’ st Marcandalli 5,5), Ekhator 6 (26’ st Ekuban 5,5). A disp.: 1 Leali, 39 Sommariva; 5 Ostigard, 3 Martin, 2 Thorsby, 10 Messias, 9 Vitinha, 29 Colombo. All.: Daniele De Rossi 5.
Arbitro: Perri di Roma 1 (Imperiale di Genova, Giuggioli di Grosseto; IV Colombo di Como. V.A.R. Prontera di Bologna, A.V.A.R. Chiffi di Padoca). 
RETI: 19’ pt Djimsiti (A), 9’ st De Roon (A), 37’ st Pasalic (A), 46’ st Ahanor (A).
Note: pomeriggio tipicamente tardo-autunnale ma secco, spettatori 11.651. Espulso Fini al 36’ pt per fallo su chiara occasione da gol. Tiri totali 21-3, nello specchio 6-2, parati 2-2, respinti/deviati 4-0, legni 2-0. Var: 3 (check su fuorigioco Scamacca, espulsione Fini per eventuale fuorigioco di Bellanova e su eventuale fallo in attacco sul 3-0). Corner 8-4, recupero 4’ e 3’ .Bergamo – Un poker per il tris di vittorie palladiniane di fila in scia a Francoforte e alla Fiorentina. La spizzata di Djimsiti su palla a rientrare di Zalewski apre la via che non sono nemmeno venti lancette, la seccata tremenda di Marten de Roon, il tap-in da zero metri di Pasalic davanti al secondo palo. La quaterna completata di testa dal grande ex Honest Ahanor sulla ruota di un Genoa penalizzato dal rosso diretto a Fini nel finale del primo tempo premia l’ottavo di finale casalingo di Coppa Italia dell’Atalanta, che raggiunge la Juventus ai quarti dopo aver fatto polpette del Grifone.Venti secondi e Hien perde il boccino sulla linea di fondo, ma Sportiello, titolare nella coccarda, chiude il palo di competenza all’attaccante ospite. La risposta di Sulemana, sganciatosi dalla catena di sinistra, è un improbabile tiro-cross dal lato corto che sbatte sul sostegno della porta. Al sesto Pasalic ne risolve una problematica in mezzo all’area su palla di Stanciu da sinistra. Il corner è il remedium peccatorum, non ce n’è invece per Kamaldeen che prima di cedere all’acciacco di turno al nono entra duro su Siegrist, in ambasce in scivolata per l’assurdo retropassaggio di Norton-Cuffy. A cronometro raddoppiato, la traversa dice no all’incornata da centro area del croato accompagnata dal pallone morbido di De Ketelaere dall’out sinistro sugli sviluppi del primo angolo. In coda al secondo, ecco il vantaggio, di mezza tempia destra, del centralone albanese rimasto lì per la situazione inattiva. Verso metà frazione, il destro del fiammingo deviato in angolo dal muro Grifone sul nuovo spunto dell’italo-polacco col braccetto destro genoano a servirlo letteralmente sui piedi oltre il limite con un alleggerimento di testa da loffia pura. L’apripista svetta ancora (24’), senza equilibrio, sul quarto tiro della bandierina della serie di Zalewski. Al 29’, il girello su punizione – fallo di Vasquez su CDK – di Daniel Maldini, sostituto dell’infortunato ghanese (adduttore destro), si stampa sul primo palo. Entro il tris di lancette, Sporty la prende al defilato capitano nemico, innescato da un erroneo disimpegno di Hien sull’iniziativa di Fini, poi il figlio d’arte, lanciato da De Roon in verticale con una palla bassa mancina, spreca allargando il destro davanti al portiere altrui in uscita. A un tredici abbondante dall’intervallo Fini trattiene Bellanova lanciato verso l’area e raggiunge anzitempo la doccia. Lo schema da fermo viene vanificato dal belga col tocco in orizzontale in mischia per un Maldini che mai nella vita avrebbe potuto tirare.Scamacca (43’) svetta centralmente sul piazzato da sinistra del figlio d’arte, entrato con voglia equivalente all’imprecisione nell’ultima scelta personale, cosa che in avvio di ripresa fa il rompighiaccio su due gambe, dritto per dritto, su ammollo di Kolasinac (4’). Ci prova anche Zalewski dal limite rientrando dal vertice di competenza sparacchiando il tiro (8’). Il capitano di casa timbra il bis di collo esterno su tocco di Maldini, da meno di una ventina di metri, in coda a un’apertura di De Ketelaere mal allontanata in gioco aereo dall’ex del vivaio Marcandalli. Oltre il quarto d’ora, dopo il triplica cambio di Palladino, Ekhator ci prova senza incrociare da fuori.  Ultimo spicchio di gara, seconda metà del secondo tempo: Brescianini su appoggio all’indietro di Samardzic, alto, largo e sbilenco (23’). Il nulla o meglio la gestione fino a un ottovolante dal novantesimo, quando Bernasconi, l’ultimo cambio, filtra per il diagonale mancino di Scamacca trasformatosi in assist per il Vatreno che la sospinge in porta in caduta davanti al secondo legno. Il sigillo del nigeriano di Cornigliano prossimo alla cittadinanza italiana è una zuccata su sponda sempre di testa del firmatario del tris sull’angolo da destra del mancino di Arcene. E pazienza se è in pratica un’autorete dell’estremo difensore che stende il braccio senza impedire alla palla, impennatasi oltre alla linea, di entrare.
Simone Fornoni