AlbinoLeffe – Lecco 2-1 (0-1)
ALBINOLEFFE (3-5-2): Pagno 6,5; Borghini 7, Saltarelli 6, Riva 6,5 (42′ st Marchetti sv); Gusu 6,5, Nichetti 7 (20′ st Poletti 6,5), Genevier 6,5, Giorgione (cap.) 6,5, Tomaselli 7 (20′ st Petrungaro 6); Cori 7,5 (36′ st Ravasio sv), Galeandro 6,5. A disp.: 12 Rossi, 26 Savini, 2 Cerini, 8 Piccoli, 13 Berbenni, 18 Doumbia, 25 Zoma, 27 Miculi. All.: Michele Marcolini 7.
LECCO (3-4-2-1): Pissardo 6; Battistini 5 (1′ st Merli Sala 6), Marzorati (cap.) 5,5, Enrici 6; Masini 6,5, Kraja 6 (43′ st Purro sv), Lakti 5,5, Giudici 6 (22′ st Zambataro 6); Buso 5,5 (21′ st Tordini6), Iocolano 6,5; Petrovic 6 (32′ st Mastroianni 5,5). A disp.: 22 Ndiaye, 34 Ciancio, 16 Malinverno, 18 Haidara, 20 Reda, 25 Bia. All.: Mauro Zironelli 6.
Arbitro: Burlando di Genova 5,5 (Picciché di Trapani, Chichi di Palermo; IV Di Graci di Como).
RETI: 21′ pt Iocolano (L), 42′ pt Cori (A), 47′ pt Tomaselli (A).
Note: pomeriggio afoso, partita a porte aperte al 50% di capienza con 159 spettatori paganti per un incasso di 874 euro. Ammoniti Marzorati, Gusu, Merli Sala, Giorgione, Genevier e Saltarelli per gioco scorretto. Cooling break: 26′ pt, 26′ st. Tiri totali 12-10, nello specchio 3-5, respinti/deviati 3-1, parati 1-4. Corner 7-3, recupero 2′ e 6′.

Gorgonzola (Milano) – Tra la maledetta e le azioni manovrate prevalgono le seconde. Meno male. Quando si fa sul serio, Sacha Cori e comincia a giocare, pungere di brutto e pure segnare, al pari del compagno-velocista dai piedi buoni Giacomo Tomaselli, pur azzeccandone uno su quattro, e l’AlbinoLeffe a vincere. Dopo un precampionato con tre pari (Entella, Piacenza e Real Calepina) e il ko con la Triestina, la squadra riaffidata a Michele Marcolini, erede del biennio zaffaroniano, supera in rimonta sul Lecco il primo turno di Coppa Italia di serie C. A metà settembre c’è la Pro Vercelli, ma già domenica prossima parte il girone A del terzo campionato professionistico nazionale a Busto Arsizio ancora alle 17.30.

Il confronto prova ad avvamparsi sull’innesco della doppia chance all’ottavo del futuro e temporaneo pareggiatore, tra incornata centrale sollecitata dalla scodella mancina di Tomaselli e tentativo di tap-in girandosi nei pressi del dischetto, ma gli ospiti trovano in Enrici la grande muraglia disposta a metterci il petto e la gamba. Se dietro si profila il duello Saltarelli-Petrovic, agli antipodi Galeandro, alias il vice Manconi di turno, prova l’affinamento dell’intesa col centravanti viterbese senza andare oltre la ciabattata imprecisa da fuori (6′). Scollinato il ventesimo, nondimeno, la prima punizione utile provocata dall’attacco di Giorgione a Masini, esterno avvezzo ad accentrarsi, sfocia nel rompighiaccio dei lariani di verde vestiti grazie a una mattonella a giro a scendere sotto il sette alla destra di Pagno. Non riesce la fotocopia proprio al capitano in capo al poker cronometrico, sulla scorta dell’atterramento spalle all’area dell’ariete locale, in asse con l’avanzato Borghini, da parte del perno Marzorati, anche perché l’attrezzo di cuoio rimane pressoché a pelo d’erba rimbalzando una volta di troppo privo di angolazione.
Quando si procede a strappi, è logico che le occasioncelle capitino da situazione inattiva, come a tiro della mezzora, quando il terminale offensivo la spizza appena in ascensore chiamato da mancina da Genevier sulla scorta del falletto a favore rimediato dal sannita, su cui chiude spesso il pendolino di destra. Non ci si fa mancare nemmeno il caso da moviola, roba che alla Var sull’amplesso Marzorati-Cori a una sporca decina dall’intervallo (angolo da sinistra del francesino) si sarebbero accese le luci rosse. I bergamaschi non sono fortunati verso il quarantesimo, quando la mezzala sinistra con la fascia al braccio la rimette bassa dal lato corto e di seconda la carambola Nichetti-Riva sfila a un passo dall’1-1. Imbroccato, invece, dal tipetto di 1 e 90 là davanti, grazie anche alla deviazione in scivolata a effetto palombella di Battistini sul suo destro a rimorchio del biondo interno cremasco, inseritosi al limite in linea col Toloi seriano in impostazione e l’altra punta bluceleste in rifinitura.
Una ripartenza gestita dall’assistman pesca il buon Carmine in acrobazia dopo un controllo difettoso per eludere il perno nemico (44′, alto), ennesima prova dell’inversione di tendenza che sfocia nella freccia della freccia, al volo, al 2′ di recupero, un destrone nell’angoletto propiziato dallo scivolamento sul fondo di Gusu ma soprattutto dall’appoggio involontario con la scatola cranica dell’autore del quasi autogol dell’1-1. Inizia la ripresa e Pagno (2′) deve subito difendere il palo da Petrovic, chiamato in profondità dal lungolinea di Masini, mentre non dimostrano gran mira o incisività Giudici da fuori (5′) sul primo corner dei suoi, lo slalomista dell’1-0 strozzando il sinistro da posizione defilata (8′) ma pur sempre abbondantemente entro i 16 metri e la zuccata a campanile dell’unico delantero lecchese sulla sfera girata dentro da Merli Sala (10′). La lunga fase della gestione dei Marcolini-boys sfocia nel campanile di testa di Borghini (34′) sull’angolo da destra del suo play; di là, pericolo relativo all’ottantesimo e rotti con l’uomo di fantasia a sganciare loffio un colpo sotto sull’apertura di Kraja, della pattuglia di prestiti atalantini (l’ex di turno, invece, era Mastroianni) come Ndiaye, Reda e Zambataro che è stato compagno di Marchetti. Bravo il portierone tornato da Ponte San Pietro, scuola Stezzanese fino agli Allievi Regionali, a sventare in mischia la minaccia dello stesso Iocolano quando il campo è finito sull’apertura di Purro dalla sinistra. Quarto di recupero, non succede altro: un buon viatico stagionale, in attesa dell’agibilità dello stadio di Zanica.
S.F.