Ultimamente mi chiedo con una certa insistenza se manchi qualcuno all’appello delle mie continue lamentele.
Si perché critico me stessa, contesto i politici, mi infurio con la superficialità dei cittadini, ma resta un soggetto che – di fatto- funge un po’ da “trait d’union” tra tutte queste categorie di persone che cito raramente: il giornalista!
Perché non è possibile che il politico faccia solo cazzate e noi cittadini siamo sempre ignoranti per scelta.
Pensandoci bene una buona dose di responsabilità è proprio in carico a coloro che queste informazioni le veicolano per professione.
Saprete ormai tutti che onere del giornalista è quello di pubblicare un fatto veritiero che non significa “vero”. E’ un professionista che ha l’onere di stimolare il lettore e, magari, pure di invogliarlo ad acquistare la rivista o il quotidiano per cui lavora.
Un pizzico di soggettività della notizia del resto ci può stare per rendere la lettura più entusiasmante, altrimenti ci dovremmo “limitare” – cosa che spesso comunque faccio – a leggere i titoli dei principali fatti della giornata su ANSA, per farci un’ idea iniziale della problematica e poi, eventualmente, approfondire un argomento fra molti.
Il punto, però, è la difficoltà sempre maggiore che si incontra in questa operazione di esegesi!
Spesso si ha a che fare con riviste di parte, dettaglio che – aggiunto alla naturale idea o ideologia di chi scrive – porta ad una oggettiva difficoltà ad una ricostruzione dei fatti che corrisponda il più possibile al vero. Così, personalmente, cerco di leggere riviste e quotidiani di parti politiche opposte sperando di dovermi limitare a fare una “tara” di alcuni dati per un risultato ottimale. Nulla: ne escono troppo spesso due fatti diametralmente opposti. Ecco questo non va bene secondo me. Rende estremamente difficoltosa la ricostruzione, peraltro decisamente ancor meno agevole se è tentata da chi non ha molto tempo a disposizione o non ha alcuni strumenti personali atti a sostenerlo nell’operazione.
Del resto cambiando i parametri di analisi delle situazioni si possono ribaltare esponenzialmente i dati.
Può essere vera sia l’affermazione “ho fame” che quella “ l’altro ieri ho mangiato in maniera esagerata al matrimonio”.
Ovviamente, leggendo la prima frase la prima preoccupazione di un lettore sensibile sarà la difficoltà dell’interessato a procurarsi il cibo. Leggendo solo la seconda, invece, un osservatore poco attento potrà credere che si stia parlando di un ingordo che vive nel benessere in un mondo dove la gente muore di fame. Ovviamente, è un esempio banale, ma rende un po’ l’idea. Per essere completo un articolo dovrebbe riportare entrambe le affermazioni e dare il medesimo risalto alle stesse.
Per le ragioni sopracitate e pure per altre questo non avviene quasi mai e probabilmente mai avverrà.
Che può fare l’utente?
Insistere nella ricerca di elementi comuni usufruendo di vari e differenti articoli; se trattasi di questioni politiche, andando a recuperare medesimi argomenti trattati in passato, leggendo con attenzione le dichiarazioni virgolettate già espresse da alcuni leader di partito…e soprattutto usare il buon senso.
Il mio augurio è che chi esercita questa nobile professione non dimentichi il ruolo importante che è chiamato a svolgere nella comunità che inevitabilmente influenza!
I giornalisti possono scatenare i sentimenti più profondi: dall’amore all’odio provocando danni irreparabili. Giusto una manciata di giorni fa il mio amico Aurelio mi ha consigliato di scrivere qualcosa sul “fact checking”, ossia sulla verifica dei fatti e delle fonti del giornalismo.
È un’operazione compiuta – dovrebbe essere potenziata a mio dire – da giornalisti professionisti, ma ben può o potrebbe essere condotta da noi cittadini se volessimo contribuire a diffondere la verità!
A proposito, sempre restando in tema “politica” e’ bene precisare che l’amico citato è di parte avversa alla mia, ma resta una delle persone dalle quali traggo maggior giovamento durante le discussioni.
Io consiglio sempre di non restare troppo ancorati alle nostre ideologie o frequentare solo gente che la pensa come noi perché, a volte, basta una chiacchierata alternativa in più per avere una visione più completa dei fatti.
Buon tutto a voi 🙂

Vanessa Bonaiti