Finalmente si fa sul serio, cercando di lasciarsi alle spalle la terribile e luttuosa pandemia anche degli affetti. Con l’addizione della pattuglia dei 2003 in libera uscita dall’Under 17 di Giovanni Bosi, tra il mastino Giorgio Scalvini e la prima punta del futuro Alessio Rosa, l’ammiraglia del settore giovanile dell’Atalanta bi-campione d’Italia in carica si appresta a ricominciare. Domenica mattina, a porte chiuse anzi chiusissime, ovvero al Centro Sportivo Bortolotti entra solo Sportitalia che trasmette la partita alle ore 11, il primissimo ostacolo del nuovo campionato della Primavera targata Massimo Brambilla si chiama Juventus.

Di là c’è un nuovo dirimpettaio della panchina, l’ex Under 16 bianconera Andrea Bonatti, pronto a rilevare un mostro sacro come Lamberto Zauli. Di qua, confermatissimo il tecnico vimercatese dei successi più recenti (che le supercoppe delle due fasce d’età allenate) del vivaio di Zingonia, dal titolo Under 17 nel 2016 coi vari Bastoni-Delprato-Melegoni-Capone in avanti. I due nomi citati in premessa sono soltanto una parte dei tanti esempi del ricambio generazionale in atto, che fin qui – test con la Pergolettese docet: 3-0, doppietta di Lukas Vorlicky e sinistro nel sette proprio di Rosa – ha “salvato” praticamente solo i fuoriquota (classe 2001) Ludovico Gelmi (che duella tra i pali con lo sloveno Matevz Dajcar), Davide Ghislandi, Manu Gyabuaa e Alessandro Cortinovis.

La rosa è giovane, giovanissima. Samuel Giovane ne è un esempio, ma dovrà masticarne d’erba di categoria per poter mantenere le premesse di facitore di gioco sotto età dell’Italia Under 17 e Under 18. Più che altro non c’è più, perché a farsi le ossa allo Spezia, un ariete del pari di Roberto Piccoli, salito sull’ottovolante da capocannoniere della Youth League, torneo cui prende parte a questo giro anche l’avversario domenicale. Scalvini, centrale difensivo, è ancora sedicenne fino al prossimo 11 dicembre. Ne hanno già diciassette il terzino sinistro Andrea Ceresoli, che davanti avrebbe solo l’aggregato alla prima squadra Matteo Ruggeri (’02), ed elementi come Berto, Grassi (Filippo, mancino anche lui), Zuccon, Olivieri e De Nipoti; i 2002 sono Dajcar, Scanagatta, Cittadini, Derbali, i gemelli Renault, Sidibe, Roma, Viviani, il play designato Simone Panada, Carrà, Faye, Reda e Repa insieme al fantasista offensivo ceco Vorlicky.

Ci sarebbe un altro 2001, Italeng, totem d’attacco non del tutto convincente lo scorso anno. Mistero sulla convocabilità o meno di Amad Traore e del nuovo 2002 dal Barcellona B, la sua controfigura destripede Anwar Mediero Rodriguez. In quota Juve Under 19, invece, i punti fermi sono il nuovo difensore Felix Bikien (dall’Amiens), Omic, Sekulov, Tongya, il solito Da Graca e l’ex Chelsea Samuel Iling. Arbitra Marco Monaldi della sezione di Macerata; assistenti Simone De Nardi di Conegliano e Matteo Paggiola di Legnago. Peccato non poter ammirare i nostri eroi dal vivo. Chissà fino a quando…