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di Tebaldo Billy Bigliardi*
Con il pareggio di Carpi, l’Atalanta si può considerare salva. E va detto che i nerazzurri sarebbero rimasti in A anche se avessero perso. La permanenza nella massima serie non è per grandi meriti, siamo infatti alla dodicesima partita consecutiva senza vittorie, arriva, soprattutto, per la scarsa consistenza delle pericolanti, il Carpi, il Frosinone e il Verona.
Tutto sommato, quindi, la strategia societaria ha mantenuto le aspettative e la stagione 2015-2016 si può ritenere positiva. Va però chiarito se l’obiettivo iniziale era la salvezza. Perché se le ambizioni erano altre, quelle dei tifosi, che sognavano una probabile corsa dal centro classifica verso la zona coppe, allora questo campionato si può giudicare come quello del 2014-2015, della stessa valenza, con i nerazzurri che non esaltano e si avviano verso un finale patetico.
Eppure le premesse iniziali per divertire il pubblico bergamasco sembrava ci fossero tutte. Inaspettate, certo, perché a inizio campionato alcuni giocatori sono stati ampiamente sopra le aspettative, parliamo soprattutto di Gomez e de Roon, resta il fatto che l’Atalanta, inizialmente, ha brillato. Poi il calo di forma di alcuni giocatori e qualche infortunio hanno incominciato a far prendere alla Dea una china discendente e i risultati e il gioco sono scemati in modo preoccupante.
Onestamente è molto difficile dare un giudizio sereno e molto equilibrato a questa Atalanta, perché è come se si dovessero giudicare due squadre totalmente diverse, quella dell’avvio e quest’ultima. E la cosa rende abbastanza difficile anche le future scelte tecniche per il prossimo campionato, scelte che dovranno fare i dirigenti nerazzurri.
La campagna acquisti di gennaio ha lasciato molti dubbi (l’arrivo di Borriello, l’addio di Denis; l’arrivo di Diamanti, l’addio di Moralez) e, ad ora, possiamo dare un giudizio negativo alle decisioni prese dal direttore sportivo Sartori, anche perché prima del mercato di riparazione c’era un gruppo coeso dal punto di vista dello spogliatoio.
Passiamo alla rosa. Che apparentemente può sembrare numerosa mentre in realtà sembra abbastanza vetusta e di poca qualità, cosa che nei cambi rende abbastanza difficile il lavoro di Reja.
L’obiettivo finale a questo punto è quello di chiudere questo campionato nel modo più dignitoso possibile, cercando di dare ai responsabili dell’area tecnica quanti più elementi utili per le scelte future sperando che nella stagione 2016-2017 la dirigenza bergamasca si possa sentire finalmente pronta a mire di classifica più consone alla città di Bergamo.
*ex difensore dell’Atalanta