Solo per questa settimana, in via del tutto eccezionale, pubblichiamo sul nostro sito le tante novità che abbiamo introdotto. Nel nuovo Bergamo & Sport, in edicola ogni lunedì, trovate i bellissimi articoli di mister, bomber, ex grandi difensori ed esperti. Dateci un’occhiata e scriveteci i vostri consigli, insomma, se le nuove rubriche vi piacciono.

Toh, si parla di… calcio.  «Mister, fammi due righe su come vedi tu il calcio dilettantistico delle categorie minori». Non bastano due righe, ci vuole un libro intero. Cosa vuol sapere un lettore su come vede il calcio un mister? Dunque, da agosto a maggio non c’è sosta, quando tutti alle sette rincasano dal lavoro, tu vai a prenderti la razione quotidiana supplettiva di freddo, se va bene, altrimenti acqua, e fin qui sembrerebbe semplice. E’ impossibile però spiegare in tre parole tutto il resto. Come poter narrare le “gesta epocali” di improvvisati Ronaldo o Messi, spesso più simili a polpette che ad atleti… o raccontare di magazzinieri, giardinieri e aiutanti che per il lavoro che fanno (da applausi) potrebbero lavorare a Versailles o alla Casa Bianca, improponibile raccontarvi di Presidenti “poveri ma ricchi”, o Presidenti “ricchi ma poveri”, o addirittura di Ds e Segretari talmente appassionati che all’occorrenza farebbero anche il raccattapalle: come dappertutto c’è gente seria (per fortuna quasi sempre incontrata così…) e gente un po’ meno seria (purtroppo ne ho incontrata anche di questa razzaccia…).
Tutte storie uniche e singolari. E anche se riuscissi a raccontarvi parte di tutto ciò, come la prenderebbero i miei atleti? Soprattutto se mi mettessi a raccontare aneddoti o cose che devono rimanere, vivere e morire làddove nascono, e cioè in quello spogliatoio che, anche se puzza da morire di olio canforato, come predico da sempre, è il nostro luogo sacro, casa nostra? Pertanto… Se volevate strane storie o brevi caricature, su cui magari farvi grosse e grasse risate (oppure scandalizzarvi), resterete delusi perché non posso dirvi nulla, nella misura più assoluta.
Posso invece dirvi come lo vivo io, con i miei compagni di vita, gli atleti: con impegno e responsabilità, confidando nella serietà e nella “professionalità” dei miei collaboratori. Ricoprire il ruolo di “tecnico” in quanto tale è tanto gratificante quanto importante è il farsi trovare pronti e preparati. Però attenzione, tanto più si scende di categoria e tanto più grande e delicato per la sua complessità anche il ruolo di “educatore” che andiamo a ricoprire. Certo è che l’organizzazione e la pianificazione di tutte le attività sono indispensabili e necessarie, ma l’avere buoni collaboratori ed il saper comunicare con gli atleti è senza alcun dubbio il miglior modo per acquistare il rispetto e l’autorevolezza necessarie. Senza il gruppo (e a volte senza una notevole predisposizione alla sopportazione…) allenare in terza mi sarebbe improponibile, correggo, impossibile.
I dilettanti, atleti veri, non sono professionisti che nella vita fanno solo il calciatore, semplicemente sono ragazzi/uomini che hanno in comune l’amore per questo sport, persone che lavorano o studiano, e che ognuno di loro ha un allenabilità variabile legata al proprio stile di vita. Non per questo però ci dobbiamo dimenticare che se fanno parte di prime squadre è perché hanno fatto una scelta. Pertanto è un bene che facciano calcio con impegno e serietà, perché sui “vagabondi e bighelloni” non transigo, c’è poco da fare, non ce la faccio a sopportarli. Come mister, mi sento fortunato: da quando vivo ed alleno in provincia di Bergamo, ho sempre avuto a che fare, salvo casi sporadici, con società e ragazzi con i quali, raggiunti o no i successi sportivi, ho mantenuto anche fuori dal campo rapporti di stima e rispetto se non addirittura di amicizia reciproca. Questo è forse il mio più grande successo da mister.
Federico Perelli*
*mister del Palosco