“In provincia di Bergamo i tifosi dell’Atalanta sono tantissimi. È surreale che la nostra partita contro il Valencia, il 19 febbraio a San Siro, possa aver accelerato il Coronavirus. Che quello storico 4-1 possa aver avuto un rovescio della medaglia con morti e camion per portar via le bare”. Tutta la cruda e tragica realtà bergamasca, coi suoi interrogativi senza risposte certe, tratteggiata da Marten de Roon nell’intervista pubblicata oggi da Algemeen Dagblad.

Bergamo è una città vivace, ma a un certo punto dal settimo piano del mio palazzo si sentivano solo silenzi e sirene delle ambulanze – ha proseguito il centrocampista olandese -. Uno dello staff dell’Atalanta ha perso il padre. Un altro che assiste sempre ai nostri allenamenti ha perso la moglie. I bergamaschi sono orgogliosi e condividono le loro storie con te in modo molto intenso”.

De Roon dice la sua anche sul nuovo start del pallone: “Tornare sul campo è stato davvero fantastico, ma capisco anche che il campionato è davvero un problema secondario adesso – il suo pensiero -. È bello che la vita normale ricominci un po’ e con essa il calcio. In qualche modo, ciò dà anche speranza che le cose tornino lentamente alla normalità”.