Atalanta – Lazio 1-2 (1-1)
ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Lovato (22′ st Scalvini), Demiral, De Roon; Zappacosta (38′ st Piccoli), Freuler (cap.), Koopmeiners, Maehle; Pasalic (14′ st Malinovskyi); Ilicic (22′ st Muriel), Zapata. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 13 Pezzella, 59 Miranchuk. All.: Gian Piero Gasperini.
LAZIO (4-3-3): Reina 6; Hysaj 5,5, Luiz Felipe 6,5, Acerbi 6,5, Marusic 5; Milinkovic-Savic 5,5, Cataldi 7 (32′ st Lucas Leiva sv), Luis Alberto 6 (23′ st Basic 7,5); Felipe Anderson 6 (32′ st Moro 6), Immobile (cap.) 6,5 (40′ st Muriqi sv), Pedro 7. A disp.: 1 Strakosha, 31 Adamonis, 4 Patric, 26 Radu, 29 Lazzari, 5 Escalante, 8 Akpa Akpro, 88 Basic, 18 Romero. All.: Maurizio Sarri 6,5.
Arbitro: Guida di Torre Annunziata 6 (Preti di Mantova, Di Vuolo di Castellammare di Stabia; IV Manganiello di Pinerolo. V.A.R. Aureliano di Bologna, A.V.A.R. Bottegoni di Terni).
RETI: 18′ pt Pedro (L), 46′ pt Zapata (A), 29′ st Immobile (L), 48′ st De Roon (A)
Note: pomeriggio velato, terreno in discrete condizioni. Spettatori paganti 11.981 per un incasso di 261.827 euro. Ammoniti Luiz Felipe, Demiral e Lucas Leiva per gioco scorretto, Reina per ritardata rimessa in gioco. Tiri totali 11-10, nello specchio 4-5, respinti/deviati 4-2, parati 2-3. Corner 6-2, recupero 1′ e 5′.

Bergamo – Pedro batte un colpo, un ragazzone immarcabile e dalla potenza debordante di nome Duvan ci mette il rintocco e alle fine le campane non suonano a morto per un’Atalanta da rincorsa solo grazie all’ultimo tuffo di un campione di generosità chiamato Marten de Roon. Lungo la strada della rivincita del giorno dei morti contro il maledetto United una Lazio contropiedista e cinica ha accarezzato fino all’ultimo i sogni di bottino pieno, anche se il risultato di parità alla fine è giusto, onestissimo e sacrosanto.
Tanto forcing, allo start, si risolve nella prima chance comunque da fermo, quando al decimo la fronte bozzuta del rientrante Demiral sbaglia mira nella schiacciata, pur accarezzata a dovere dal corner da sinistra di Ilicic. Alla seconda o terza sortita, nondimeno, l’Aquila vola alta grazie al liscio proprio del turco e a Pedro, recente match winner con la Fiorentina in casa, lesto a riprendere la respinta di Musso su Immobile, in lungolinea con Cataldi, per il tap-in davanti al secondo palo. Di qui in avanti, maglie ancora più strette sulla trequarti d’attacco, e se poi lo sloveno sbaglia l’aggancio (28′) sull’ammollo dal fondo di Koopmeiners, tanti saluti. Se il tiro smorzato in mischia da corne di Felipe Anderson non spaventa anima viva (34′), ecco l’imbucata dalle retrovie di Lovato buona per riacciuffare lo score alle soglie dell’intervallo, con Marusic a concedere la corsetta al colombiano e quest’ultimo a beffare Reina con un gran diagonale alzato da terra.
La ripresa si apre subito col botto. La tenta Freuler da fuori (5′) sull’apertura di Maehle costringendo il portiere nemico al tuffetto in presa, ma soprattutto Immobile che sfrutta la punizione battuta velocemente dal suo regista per impegnare l’arquero albiceleste (di ginocchio) a cronometro raddoppiato. Alla fin fine succede pochino, tipo la svettata con la sommità del capo di Koopmeiners al ventesimo che non avrebbe mai potuto correggere nel sacco il tiro dalla bandierina a rientrare di San Giuseppe, o il conato di Muriel nel miscione da calcio fermo dal lato stoppato dalla new entry Basic (26′). Che propizia col suo sostegno da sinistra alla ripartenza secca dell’apripista l’insaccata da centro area del bomber torrese. Reazione immediata, ma poco precisa: a una decina dal novantesimo, il tiro a giro in curva di Maehle al culmine della combinazione tra i due interni atalantini. Musso evitare guai dicendo di no a Moro nello scambio con Immobile dalla sinistra (38′) 40′: Zapata dal fondo per il connazionale, destro ciccato a lato. Verso il gong a 3-4-3 con l’addizione di Piccoli, al 45′ lo svizzero pesca Malinovskyi che calcia sull’esterno della rete col piede sbagliato. Al 3′ di recupero il tulipano riciclato dietro gira in porta il cross lungo dell’ucraino spizzato appena da Demiral.