di Gioia Masseroli

Bergamasco doc, di Cisano, ex calciatore con una carriera da campione e un’altra da ottimo allenatore: ecco Roberto Donadoni, colui che ha sempre saputo tirare fuori il meglio dalle proprie squadre, facendo esprimere sul terreno di gioco agli stessi giocatori, in modo perfetto, i suoi calcolatissimi schemi.

E proprio in occasione della gara tra Atalanta e Bologna, l’attuale tecnico della squadra emiliana fa il suo ritorno in quel di Bergamo.

Gli avversari. Una partita che, per i bergamaschi, sarà sicuramente decisiva. Il Bologna, dopo un inizio di stagione difficile, torna ad essere competitivo quando sulla panchina, complice l’esonero di Delio Rossi, subentra Donadoni. E’ il 28 ottobre 2015. Un esordio super per il nuovo allenatore visto che gli emiliani vincono per 3 reti a 0 proprio contro l’Atalanta. Per i nerazzurri ci sarà sicuramente voglia di riscatto dentro le mura amiche.

Roberto Donadoni ha un’idea molto chiara riguardo al calcio: il suo gioco consiste in precisi movimenti di squadra, inserimenti costanti da parte dei centrocampisti e una grande collaborazione tra tutti i giocatori. Sulla panchina del Bologna, il mister riscopre il talento di un giocatore, Mattia Destro, il quale stava attraversando un periodo di affanno e lo schiera come terminale offensivo con alle spalle due esterni per garantire l’accoppiata vincente, ovvero qualità e quantità. Sicuramente adesso, in vista dei prossimi match, con Destro out, il tecnico dovrà trovare un’alternativa (molto probabilmente si tratterà dell’ex atalantino Sergio Floccari) perché l’ex centravanti romanista nella gara di sabato scorso contro l’Inter ha rimediato una frattura alla falange del terzo dito del piede destro, infortunio che lo terrà lontano dal terreno di gioco per almeno un mese.

La carriera di Donadoni allenatore, ovviamente, non è solo Bologna ma è tanto altro: la sua prima esperienza nella massima serie italiana è sulla panchina del Livorno durante il campionato 2004-2005 dove porta la squadra toscana al quinto posto della classifica.

Nel 2006 viene scelto come commissario tecnico della Nazionale Italiana, dopo che Marcello Lippi rassegna le sue dimissioni. Esordisce con gli Azzurri nell’amichevole contro la Croazia il 16 agosto con una sconfitta. Durante il suo ciclo in Nazionale Donadoni si qualifica agli Europei del 2008 con un turno d’anticipo. Sempre nello stesso anno, però, la sua esperienza sulla panchina dell’Italia finisce perché riprende il suo posto Marcello Lippi.

Diventa allenatore del Napoli, poi passa al Cagliari e, successivamente, arriva l’esperienza più brillante e proficua: il Parma.

A Parma, lo sappiamo tutti, il tecnico bergamasco ha fatto grandi cose, infatti, nella stagione 2014-2015 la squadra totalizza la bellezza di 58 punti e si classifica al sesto posto; complici i problemi finanziari del club, il gruppo gialloblu non può accedere all’Europa League. Resterà comunque nella storia questo strepitoso sesto posto e tutti ricorderemo il grandioso esempio di dignità dimostrato dal mister negli ultimi mesi in cui è rimasto alla guida del Parma.

Donadoni non è solo un grande allenatore, ma è stato anche un ottimo giocatore: inizia proprio con la maglia dell’Atalanta, dove è protagonista in serie A per ben due anni. Più tardi, è una pedina insostituibile del Milan, allora guidato da Liedholm e, successivamente, da Arrigo Sacchi, nel gruppo straordinario che trionfa in Italia e in Europa, vincendo due Coppe dei Campioni, la prima contro la Steaua Bucarest, la seconda contro il Benfica. Poi l’era Capello (altra Coppa dei Campioni, questa volta vinta contro il Barcellona) e la Nazionale, con Donadoni, ala destra dotato di tecnica e fantasia, sempre protagonista. In tutto il nostro Roberto vince sei scudetti, tre Champions, due Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe Europee e quattro Supercoppe Italiane.

Negli ultimi anni da giocatore è protagonista di due esperienze all’estero: prima a New York con i Metrostars e poi nell’Al-Ittihad in Arabia Saudita.

Ebbene sì, grandi cose ha fatto Roberto Donadoni e, adesso, il suo nome viene associato ad un possibile ritorno alla guida della Nazionale Italiana. Non ci resta altro da fare che accoglierlo domenica allo stadio di Bergamo e giocare a viso aperto contro il suo Bologna.