di Matteo Bonfanti
In questo momento l’Atalanta di Gasperini è una creatura calcistica lontana anni luce da qualsiasi altra. E’ una squadra fortissima indipendentemente da chi sia in campo: che in mediana ci siano Gagliardini e Kessie, o, come domenica, Freuler e Grassi, il risultato non cambia: avversari polverizzati già nei primi minuti. Così in ogni zona del campo: a Verona Caldara, il golden boy della difesa appena acquistato dalla Juventus, si è accomodato in panchina, al suo posto Zukanovic: prestazione impeccabile del bosniaco e unanime sette in pagella sui vari giornali sportivi.
Colpisce perché nel pallone, a qualsiasi livello, c’è una normale equazione: più titolari sul rettangolo di gioco, maggiori probabilità di successo. C’è chi ha provato il turn over totale a inizio anni Novanta, penso ad esempio al Milan di Fabio Capello, riuscendo a vincere, ma spendendo vagonate di miliardi di lire. Gli allenatori che l’hanno tentata a costo zero, sono invece retrocessi.
La Dea 2016/2017 ha speso pochissimo ed è in piena zona Europa, i giocatori sono tutti intercambiabili, non ce n’è uno più forte dell’altro, sono tutti super. Tanto fa il gioco, la formazione nerazzurra appare una macchina perfetta, dove ogni calciatore fa il suo e lo fa bene. Parecchio fa anche la condizione fisica: gli atalantini corrono il doppio rispetto agli avversari. Ad eccezione del difficile avvio di campionato, lo stato di forma è sempre stato al top, merito dell’entourage dell’allenatore. Con Reja l’anno passato o negli anni di Colantuono il calo era immancabile.
Atalanta quindi diversa dalle altre anche in questo. E il valore dell’intera rosa lievita. A un mese dalla rivoluzione gasperiniana, quando il mister aveva promosso i ragazzi terribili eliminando di fatto i senatori (Paloschi, Carmona, Pinilla e Raimondi), avevo valutato l’operazione in termini economici. Dai trenta milioni del valore di agosto dell’intero gruppo, si era passati ai sessanta di fine ottobre. Parlando ieri con Giacomo Mayer stimavamo che, senza esagerare, siamo ormai passati abbondantemente sopra ai centocinquanta. Se Gagliardini va all’Inter per 28, Caldara alla Juve per 20, quanto potrebbero costare Kessie, Freuler, Conti, Gomez e Petagna? L’ivoriano almeno 30, lo svizzero 15, il terzino 15, l’argentino 20, il centravanti altrettanti. E poi ci sono gli altri, tra i quali Kurtic, cresciuto esponenzialmente con la cura Gasperini.
Piccola parentesi sull’attaccante triestino, che considero il perfetto esempio di quello che diventerà la prima punta negli anni a venire. Pochissimi gol, ma un’utilità impressionante nell’aprire gli spazi ai compagni, nel regalargli assist, nel recuperare palloni preziosissimi perché vicinissimi alla porta avversaria. Una boa coi piedi buoni, il massimo che c’è oggi in Italia.
L’anno è meraviglioso, destinato a diventare storico, già dalla sfida di domani sera di Coppa Italia contro la Juventus che per la prima volta si può battere. Proviamoci.