Atalanta e Torino due realtà in perenne lotta, una divergenza storica, uno scontro calcistico da sempre sentito da entrambe le parti. I precedenti tra le due formazioni svariano tra partite caldissime come quella del lontano 1977-1978 in terra bergamasca finita 0-0 e altre gare dal sapore unico come la vittoria in zona Cesarini targata Simone Tiribocchi del 2010 con lo stadio Atleti Azzurri d’Italia esploso letteralmente per la zampata del Tir al 92’. La profonda spaccatura che divide poi i tifosi atalantini dai granata è qualcosa di radicato e appurato ormai da tempo. Una rivalità storica che rende ogni gara ancor più emozionante. Gli stadi di Bergamo e Torino stracolmi di gente aumentano all’inverosimile la difficoltà di ogni match, insomma una vera e propria battaglia sul campo e fuori da esso. Tra le due formazioni è sempre emersa una certa parità di valori, stando ai risultati, che appunto al loro interno racchiudono la serie infinita di fattori che ha reso, rende e sempre renderà i match tra Atalanta e Torino partite dall’estremo coefficiente di difficoltà. I risultati eclatanti ed i larghi successi sono cosa assai rara. L’Atalanta batté il Torino tra le mura di casa per 5-0 nel 1952 grazie alle reti di Santagostino, Soerensen e la tripletta di Jeppson. I granata, facendo un grande balzo in avanti nel tempo, nella stagione 2012-2013 rifilarono le stesse 5 reti ai nerazzurri grazie alle reti di Gazzi, Stevanovic, D’Ambrosio e alla doppietta di Bianchi, nonostante il gol iniziale del “Tanque” Denis.
Come dimenticare poi quando nel 2011 Jack Bonaventura infilò dalla trequarti un tiro magistrale che regalò alla Dea la vittoria al 94’ con la panchina atalantina riversatasi in campo ad abbracciare il giovane fenomeno che sarebbe poi approdato al Milan. Due città, due squadre, due popoli così diversi, ma allo stesso tempo così facilmente accumunabili. Stessa grande caparbietà, stessa voglia di vincere ed entrambe portatrici di grande gioco del calcio.
Ad accumunare queste due splendide realtà ci fu anche un Allenatore, con la a maiuscola non a caso: Emiliano Mondonico. Il trascinatore della Dea in Coppa delle Coppe, l’allenatore della “sedia” per i torinesi. Emiliano è riuscito in qualcosa che nessuno ha mai saputo fare o che perlomeno in pochi hanno avuto la fortuna di poter fare: essere amato ovunque andasse. Il Mondo con la sua splendida delicatezza e il suo grande sapere di calcio si è fatto voler bene da tutti. Qualche settimana fa, a riprova di tutto ciò, le due acerrime tifoserie nemiche, si sono incontrate in un pomeriggio di settembre per ricordare quella persona unica, quell’allenatore umile e dal cuore grande. Il torneo di Valbrembo ha voluto essere ancora una volta un segnale d’amore lasciatoci da Emiliano Mondonico, solo lui aveva la capacità di fare certe cose. Mai e poi mai si sarebbe pensato ad una partita di pallone amichevole tra tifoserie di Torino e Atalanta, basti pensare ai fatti del 1977-1978 quando Rocca sbagliò il rigore che avrebbe regalato la vittoria all’Atalanta perché la tifoseria granata iniziò a sparare razzi ad altezza uomo. Il tutto finì con successivi scontri fuori dallo stadio e i tifosi del Torino costretti a rifugiarsi dentro una chiesa. Da sempre ogni sfida che vede la Dea affrontare il Toro nasconde grandi insidie, ma soprattutto regala sempre uno spettacolo unico. Allora forza Dea questa sera c’è la corrida, corri con un fazzoletto rosso addosso e al momento più opportuno: mata il toro!
Mattia Maraglio