Nel gioco del calcio il risultato di zero a zero può essere interpretato in due modi diversi: la partita perfetta oppure gli attaccanti che sbagliano i gol. Nel caso di Napoli-Atalanta, prima partita di semifinale di Coppa Italia, vale la seconda: nel senso che i nerazzurri hanno avuto due evidenti palle gol che, purtroppo, non sono riusciti a mandare alle spalle di Ospina, portiere avversario. Perché questa è la sintesi corretta di una partita dominata ma avara di reti. E adesso l’accesso alla finale si gioca pericolosamente mercoledì prossimo a Bergamo. Pericolosamente perché al Napoli basta il pari con almeno un gol mentre l’Atalanta deve vincere. E c’è anche il rischio di qualificarsi per la finale con i calci di rigore. Vedremo. Intanto c’è rammarico tra gli atalantini per non essere riusciti a segnare, eppure Toloi e Pessina, i due migliori in campo della squadra, si sono costruiti altrettante nitide occasioni a metà del primo tempo. Certo, per almeno un’ora la formazione di Gasperini ha dato una chiara impressione di poter andare a rete in qualunque momento perché il Napoli praticava un gioco conservativo cercando solo un ipotetico contropiede con il trio Insigne-Lozano-Politano senza riuscirci. Gattuso, infatti, per evitare guai, sapendo che la formazione nerazzurra non era quella del 4-1 dello scorso 17 ottobre, ha presentano uno schieramento a specchio con un inedito 3-4-3 anche se, spesso e volentieri, Insigne s’accentrava in mezzo al campo e i due laterali Di Lorenzo e Hysai erano costretti a tornare indietro sulla spinte di Gosens e di Maehle. Insomma un Napoli deciso a difendere lo zero a zero consegnando materialmente il gioco nei piedi dell’Atalanta. Che non aveva difficoltà ad attaccare con Muriel e Zapata larghi a destra e a sinistra permettendo così incursioni, palla al piede, sia a Toloi, centrocampista e attaccante per oltre un’ora, che a Pessina. Il quale, a sua volta, stroncava a Maksimovic le velleità di impostare le azioni da dietro. Nel frattempo Romero, assente mercoledì per squalfica, e Djimsiti prendevano le misure a Lozano e a Politano, in mezzo Freuler e de Roon costringevano Bakayoko e Demme ad arretrare mente Gosens e Maehle spingevano a più non posso. Peccato. Perché nel frattempo si registrava solo un tiro di Insigne parato da Gollini mentre i nerazzurri tenevano costantemente sotto pressione Ospina e compagni. Col passare del tempo si affievoliva, inevitabilmente, la propulsione offensiva mancando lo spunto vincente. Da una parte Gasperini provava anche con Pasalic, Ilicic e poi Lammers, dall’altra Gattuso spediva in campo le due torri, Petagna e Osimhen, che permettevano al Napoli di respirare, seppur sempre sulla difensiva, attento, tra l’altro, ad impedire sul nascere i movimenti di Ilicic, guardato a vista almeno da tre avversari. Nient’altro che zero a zero.
Giacomo Mayer