Di te lo sguardo, il taglio degli occhi, il naso, i denti e la bocca. Di te i miei capelli lunghi, forti, ricci e rossi, che mi hanno sempre chiamato Carotina e ogni volta ne sono andato fiero. Di te le sensazioni sulla mia pelle bianca e zeppa di lentiggini. Di te i brividi di freddo come il sudore dell’estate. Di te sentirmi orfano e protetto, genitore e figlio, forte e fragile, giovane e vecchio, unico e a tutti gli altri uguale. Di te il giorno e la notte, la luna, le stelle, le nuvole rosa e pure il sole, la solitudine di un prato e la gente intorno, i fiori, il cemento della strada, l’erba che cresce ai bordi della ferrovia. Di te i ricordi e le foto ingiallite, di te la chiacchiera fitta, di te la malinconia, la voglia, il sogno e il bisogno. Di te il coraggio e la paura, lo sguardo che ride e il pianto. Di te l’amore, di te il cuore, di te l’intero universo quando ci osserva sorridendo, di te Gesù che sta seduto accanto a Che Guevara.
Di te i due regali più grandi che un uomo possa avere: la vita e le parole, che senza non ci sarei neppure stato. Di te i bagni all’Abbadia, di te Bologna nelle sere di maggio, i tortelloni e i tortellini in brodo, di te la macchina che si accende per andare lontano e non importa dove. Di te la povertà e la ricchezza, di te chissenefotte dei soldi che si hanno in tasca. Di te l’accoglienza, di te la libertà, di te la trama e la colonna sonora. Di te la speranza quando va un sacco male e la certezza che tanto domani andrà meglio.
Auguri Valeria, mammina mia bellissima, splendida ragazza, adorata compagna dei miei giorni migliori.

Matteo Bonfanti