Chiuso il ciclo Paolati durato quattro stagioni,  condito dalla promozione in seconda nel primo anno di conduzione ,  il Lallio presieduto del presidentissimo Gigi Brembilla (nella foto) opta per una soluzione fatta in casa.

Il nuovo allenatore è Diego Agazzi che in seno al Lallio ,  anche se non consecutivamente ha alle spalle almeno una decina di stagioni di militanza. Dopo alcune esperienze vedi il “vecchio “ Dalmine approda a Lallio  e in quattro stagioni lo conduce dalla  terza alla prima categoria con la vittoria anche del Trofeo Preda in terza, il tutto nella  seconda metà dei primi  anni 2000.   Dopo le esperienze di Sforzatica e Loreto ritorna a Lallio per guidare principalmente  gli allievi per un buon numero di stagioni fino ai giorni nostri;   più soluzione interna di cosi non poteva esserci.

Non dimentichiamo neanche  la sua carriera di calciatore soprattutto per sei stagioni nel Leffe, ai tempi grande società dilettantistica come centrale difensivo ( allora stopper) con la soddisfazione di vincere anche la Coppa  Italia  dilettanti battendo per 1-0 il Palazzolo con gol di Fontana, gara disputata allo stadio Comunale di Bergamo nel 1982.

Ecco le prime dichiarazioni di rito.

Il presidente Gigi Brembilla.“ Abbiamo scelto Agazzi  perché abbiamo intenzione di costruire  una squadra giovane e  ci è sembrata la scelta più logica con un tecnico abituato ad avere a che fare con i ragazzi con l’obiettivo di migliorarli. Abbiamo  sicuramente fiducia nel suo operato , visto anche che aveva già condotto la prima squadra a due promozioni “.

Lo stesso Diego Agazzi: E’ parecchio che non mi cimento con una prima squadra, la chiamata mi è risultata un po’ inaspettata, ma ho accettato volentieri in una società che conosco bene e sono anche io curioso di conoscere cosa sarò in grado di fare. Avrò a disposizione soprattutto dei giovani cercando di farli giocare il meglio possibile e migliorarli perché questo è un po’ il mio credo. Ovviamente non sarà un compito del tutto semplice, ma bisogna avere fiducia ed essere ottimisti perché dobbiamo sicuramente conoscere meglio i nostri pregi e i nostri limiti strada facendo”.

 Gio.Vit