Torino – Atalanta 2-4 (2-3)
TORINO (4-3-1-2): Sirigu 5,5; Vojvoda 5,5, Bremer 5, Nkoulou 5, Murru 6; Meité 5,5, Rincon 6,5 (35′ st Segre sv), Linetty 5 (19′ st Lukic 6); Berenguer 5,5 (19′ st Verdi 5); Zaza 6 (29′ st Millico 6), Belotti (cap.) 7. A disp.: 25 Rosati, 32 V. Milinkovic-Savic, 4 Lyanco, 5 Izzo, 99 Buongiorno, 15 Ansaldi, 10 Iago Falque, 20 Edera. All.: Marco Giampaolo 5,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello 6; Toloi 5,5, Caldara 5,5 (1′ st Palomino 6,5), Sutalo 5,5; Hateboer 7, De Roon 7, Freuler 6,5, Gosens 7,5 (39′ st Mojica sv); Gomez (cap.) 8 (39′ st Pasalic sv); Muriel 7,5 (19′ st Malinovskyi 6), D. Zapata 6 (39′ st Lammers sv). A disp.: 24 Carnesecchi, 31 Rossi, 40 Ruggeri, 20 Da Riva, 79 Diallo. All.: Gian Piero Gasperini 7.
Arbitro: Irrati di Pistoia 6,5 (Imperiale di Genova, Di Gioia di Modena; IV Sozza di Seregno. Var Guida di Torre Annunziata, AVar Alassio di Imperia).
RETI: 11′ pt Belotti (T), 13′ pt Gomez (A), 21′ pt Muriel (A), 42′ pt Hateboer (A), 43′ pt Belotti (T), 9′ st De Roon (A).
Note: campo in condizioni precarie, mille spettatori di cui molti medici e infermieri. Minuto di silenzio per la tragica morte dell’arbitro leccese Daniele De Santis. Ammoniti Caldara e Freuler per gioco scorretto, Zaza per braccio alto su Sutalo. Var: 1. Occasioni 6-16, nello specchio 4-6, respinte 1-5, parate 1-1, legni 1-0. Corner 2-6, recupero 1′ e 5′.

Torino – Bucati due volte su un campo di patate a zolle allegre dal Gallo Belotti, ma troppo belli dalla cintola in su per non matare un Toro scornatissimo da un rombo inadatto e da prestazioni individuali sottotono imbarazzanti. Certo, la difesa, priva per squalifica della cattiveria del neo mastino Romero e di Djimsiti, fa un po’ acqua. Ma nello start più sì che no dell’Atalanta in uno strano campionato cominciato alla seconda giornata, prima prova del trittico pre Nazionali che si completerà l’ultimo del mese nel notturno con la Lazio e domenica 4 ottobre ospitando il Cagliari a pranzo, bastano e avanzano un Gomez apripista-ispiratore a suon di assist e la coppia d’attacco alla colombiana dove Muriel brilla più di Zapata. Aggiungiamoci anche l’efficacia estrema sulle corsie, col duo olandese-tedesco sugli scudi. In garbage time, esordio anche per i freschissimi Mojica e Lammers.
Ai granata in avvio sono sufficienti due occasioncelle generosamente concesse per passare, anche se dura poco. Al settimo l’ex Zaza fa tremare di mancinone la traversa a fil d’incrocio di Sportiello dopo la mancata chiusura in diagonale di Sutalo sulla rimessa laterale di Murru, con l’under croato a toppare il pallone con un maldestro saltello. Poker di lancetta e con l’attrezzo basso ecco il diagonale di Belotti da dentro l’area, imbeccato da Rincon: stavolta la falla è Toloi. Per fortuna il Papu decide di togliere i suoi dall’impaccio partendo dalla trequarti per fare secco Sirigu da fuori di mezzo giro dopo l’appoggio da sinistra del Toro di Cali. Al quarto d’ora ci sarebbe già il sorpasso by Muriel, se il Ronaldito non fosse in offside sullo smarcante di Gosens, mentre a Duvan (17′) fanno difetto mira e torsione sempre sull’iniziativa con scodellata del tedesco. Idem lo stesso Robin (19′) che alza, sbilanciato all’indietro, davanti all’area piccola, gettando all’aria il traversone dal vertice opposto in grande del capitano lisciato in scivolata da Vojvoda, mancato innesto atalantino.
Niente paura, a inserire la freccia è Luis da Santo Tomas, lanciato col contagiri da Gomez nello spazio per il più efficace dei radenti incrociati: rimbalzo e botta secca di rimbalzo verso il palo lontano alla destra dell’estremo difensore di casa, un capolavoro. Il Gasp si prende il vezzo di invertire per una buona decina le posizioni alla coppia di bocche da fuoco, col risultato che a servire quello più alto e grosso è un rinvio da sgridata della retroguardia subalpina: Zapatone la becca al volo troppo di suola, telefonata di cortesia. Nove minutini e l’ariete di Policoro alza il braccio in testa a Sutalo rimediando soltanto il giallo; una sporca dozzina e il piccoletto di Buenos Aires la dà al bacio dal centrosinistra per il destro al volo di Hateboer che s’infila quasi sotto il montante. Il guaio vero è che dietro non si tiene granché e al primo assalto dopo la virtuale chiusura della pratica il Gallo di Gorlago la riapre di testa dopo l’ammollo di Vojvoda: qui l’amnesia è di Caldara, che facendosela rimbalzare fra alle gambe impedisce di fatto anche il marcamento di Toloi, forse tradito del mancato aggancio di prima intenzione by Zaza. Premessa non proprio ideale per gestire in tranquillità la seconda metà, che comunque inizia subito con un’altra pallonessa del numero 10 per il gordito sprecone col 9 (3′), dal tiro secco e alto, decentrato leggermente a destra. Non si abbassa nemmeno la punizione del Papu (7′ scarso) conquistata da Gosens in triangolo con Duvan. Di qua, occhio a Palomino (subentrato all’ammonito Mattia) che si fa puntare da un Berenguer incapace di obbligare il portiere a più d’un tuffo (8′). Di là, fuori il quarto, grazie a De Roon di giustezza (angolino, bel tocco mancin) a rimorchio di Muriel, dapprima rimpallato da Bremer sull’invito del migliore, a ruota della schiacciata a lato dell’altro olandesone sul pennello di Freuler. Si cambia: due fra le linee, con Malinovskyi a svettare (21′) senza potenza sull’imbeccata del centravanti. Accademia pura nel finale: si poteva infierire di più, senza problemi per Sportiello sull’ultimo angolo di Verdi da sinistra (Bremer e il Gallo in due non sfornano un ascensore decente), ma il settebello del 25 gennaio con Josip Ilicic a segno da 50 metri era in un’altra epoca. In questa lo si aspetta e basta, insieme ai Miranchuk e ai Piccini. 
Simone Fornoni